Niccolò Fabi e Saverio Tommasi a Bussoleno – Live report e Photogallery

di InsideMusic

Photogallery a cura di Valeria Fioranti

Un incontro tra musica e parole, quello che si è svolto ieri sera a Bussoleno (TO), per Borgate dal Vivo. Niccolò Fabi ha incontrato sul palco il giornalista Saverio Tommasi, in un dialogo ampio su diritti umani e musica.

È una serata ventosa, tipica del Val di Susa, che si apre con una immagine speciale regalataci dal Dottor. Marco Pratesi di Medici con l’Africa Cuamm,

in cui immaginiamo Niccolò Fabi dipingere in un reparto per bambini di un ospedale africano, pareti di delle farfalle: trasformando il bianco in colore.

Trasformazione: una delle chiavi che possiamo identificare nel percorso artistico di Niccolò.

Il dialogo si apre con le parole associate ai diritti umani, i rapporti con gli altri, il raccontare se stessi rendendosi conto di esser l’altro per qualcun altro.

Le canzoni sono luoghi piccoli, dice Niccolò, e quindi la necessità è quella di scegliere con attenzione le parole.

Descrive gli avverbi come mezzi di trasporto tra un soggetto e un oggetto e anche nella grammatica lui ama il passaggio, non i protagonisti ma quel che c’è tra i protagonisti.

E prosegue riflettendo e ricordando che nei primi due o tre dischi le sue parole ricorrenti: perché, senza, penso, sempre.

Niccolò Fabi non ha scritto due dischi nella stessa casa e neanche nello stesso studio di registrazione, è un uomo – come conclude Saverio Tommasi – che pratica i luoghi,

pratica i continenti, costruisce fondazioni e fa bene il suo mestiere, e la somma di tutto questo ha a che fare con i diritti umani.

Praticare luoghi, narrare stati emozionali e farci viaggiare staccando ogni connessione con l’esterno, ritrovandoci in un dialogo intimo dentro il nostro piccolo a volte intricato mondo interiore,

trovare in qualche modo pace in questa complessità è la magia che Niccolò Fabi sa creare per chi lo ascolta.

I narratori possono riuscire a far sentire alle persone come fare pace con uno stato d’animo e aiutare gli umani ad accettare di essere umani,

conclude Niccolò, che inizia ad arredare quella che è la sua “casetta” questa sera, per regalarci un acustico chitarra e voce indimenticabile, molto potente, quasi una deflagrazione interiore:

A prescindere da me

Filosofia agricola

È non è

Vento d’estate (su richiesta pubblico)

Capelli

Io sono l’altro

Costruire

Grazie per questo viaggio magico cantautore!

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