Sanremo 2020 – Matteo Faustini: “La mia canzone è un omaggio alle persone che abitano permanentemente nel nostro cuore” (INTERVISTA)

di Alessia Bisini

Abbiamo intervistato il vincitore di Area Sanremo 2019, Matteo Faustini, in gara al Festival di Sanremo 2020 tra le “Nuove Proposte” con il brano “Nel Bene e Nel Male“. Il cantautore bresciano ci ha parlato delle sue sensazioni pre-Festival, del brano che porterà in gara, del disco “Figli delle Favole” e di tanto altro.

Come hai scoperto la tua passione per la musica e come ti sei avvicinato a quest’arte? 

La mia passione per la musica è in realtà più una necessità. Non è mai stata una scelta, ho scoperto che ne avevo bisogno e che mi faceva sempre star bene. Ho provato anche con il cibo, ma mentre la fame era solita passare, scrivere parole e trasformarle in musica, ricercare determinate emozioni attraverso di essa etc. mi ha sempre fatto stare veramente meglio.

Quando ti sei reso conto che avresti voluto rendere la musica una vera e propria professione?

Fin da piccolo, intorno ai 7/8 anni dicevo che avrei voluto fare il cantante in maniera non troppo seria. Intorno ai 18 anni mi sono reso conto che scrivendo e componendo stavo proprio meglio dentro. Ho iniziato a fare alcune esperienze professionali in una cover band ed è stato in quel periodo che mi sono reso conto della mia necessità di scrivere e comporre musica, al di là del cantare ed interpretare delle semplici cover.

Qual è stata l’esperienza più formativa tra tutte quelle vissute nel corso della tua carriera e che ti hanno portato ad essere l’artista che sei oggi? 

Direi sia le esperienze belle, sia soprattutto quelle più brutte: a livello musicale sicuramente le persone poco piacevoli con le quali ho avuto a che fare in questo percorso, ma anche gli aspetti più belli come il teatro, esibirimi con la mia cover band, quando ho potuto cantare i miei inediti dal vivo e quando da piccolo ero un membro del Coro delle Voci Bianche della Scala di Milano.

Tra una settimana sarai al Festival di Sanremo 2020, grazie alla vittoria al contest Area Sanremo 2019. Come ti sentito nel momento in cui hai capito di essere tu il vincitore e che avresti calcato a febbraio il palco dell’Ariston? 

Non so se hai visto la faccia oscena che ho fatto quando Amadeus ha annunciato che avevo vinto e l’ho abbracciato. Non me lo aspettavo per niente e ancora sto cercando di realizzarlo. Quando ho fatto le prove per la prima volta sul palco dell’Ariston, è stato davvero strano. Mi dicevo: “Ma sono veramente qui? No, non può essere”. Non mi sembrava vero di poter essere a Sanremo, perchè mi era sempre sembrata come un’opportunità lontana. Ad oggi trovo tutto strano, ma estrmamente bello.

Il brano che porti in gara è “Nel Bene E Nel Male“, raccontaci un po’ il processo creativo, di scruttura e produzione, del brano.

Il brano sanremese “Nel Bene E Nel Male” non è assolutamente nato per il Festival, bensì da un’esigenza (come tutti i miei brani) qualche mese fa. Avevo bisogno di comunicare l’importanza e la bellezza di quelle persone che ci sono sempre, esattamente nel bene e nel bene. Credo che in ogni essere umano ci sia sempre un lato buono e uno meno buono, ma quante persone sono disposte ad amare entrambi i lati di quella persona? Questa canzone è un omaggio alle persone che abitano permanentemente nelle stanze del nostro cuore.

InNel Bene E Nel Male” parli di “radici salde”. Quali solo le tue radici, i tuoi punti saldi in questo momento della tua vita?

Sicuramente la mia famiglia: mia mamma, mio papà e mia sorella. Loro sono la mia certezza più salda.

Il pezzo sarà contenuto anche nel disco “Figli delle Favole“, ci puoi dare qualche anticipazione al riguardo? Quali brani conterrà etc? 

Il disco “Figli delle Favole” conterrà degli inediti tutti scritti da me. Il filo conduttore sono sicuramente le favole, attraverso le quali ci vengono trasmessi importanti valori ed insegnamenti, gli stessi che spero di trasmettere io attraverso le mie canzoni ultilizzando le favole stesse come metafore. Sono tutte delle tracce che mi stanno profondamente a cuore: parlo di musica, di amore, di accettazione verso sé stessi, di crescita personale e di temi delicati come il bullismo e le malattie neurodegenerative.

Matteo Faustini

Cosa ti aspetti da questo Sanremo 2020, personalmente e professionalmente? 

Personalmente mi aspetto di crescere tantissimo. Ho paura di tante cose, non lo nego, ma ho tanta voglia di salire sul palco del Festival di Sanremo 2020 e questo sovrasta tutto il resto. Professionalmente mi auguro ancora una volta di crescere tanto, ma ciò che mi preme di più in assoluto è riuscire assolutamente a comunicare con il pubblico, indipendentemente da quale sarà il risultato finale.

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