Home News L’Anticristo è tra noi: l’Italia viene traumatizzata dalla combo Manson/Bonolis.

L’Anticristo è tra noi: l’Italia viene traumatizzata dalla combo Manson/Bonolis.

by InsideMusic
MarilynManson Postepay Copertina 02

La fine sembra ormai più vicina che mai. L’intero popolo ecclesiastico, crollato nel panico totale e supportato da ferventi gruppi di esorcisti, tramite i suoi mezzi di comunicazione invita il suo popolo alla cautela. Spegnete le televisioni, tenete lontani i bambini dalla visione del “Testimonial del male”. Questi gli annunci di preti, esorcisti, fedeli accaniti e non solo.

Il giorno dopo, a grande evento accaduto, l’opinione pubblica si accende.

Dall’Avvenire (giornale di indubbia credibilità) che invita alla cautela e all’attenzione contro il figlio di Satana passando per Libero che parla di fallimenti di audience, Vvox che parla di “musica di satana” e addirittura la fan base di Gianni Morandi, su tutte le furie contro il suo beniamino che, a detta di molti, sta giocando con il fuoco.

Cosa (anzi, chi) può aver scatenato un simile panico mediatico?

Non ci sono molte opzioni. Di fatto la colpa è tutta del Reverendo Manson che ci ha deliziato con la sua presenza a “Music”, varietà di Bonolis dedicato alla musica.

Una breve intervista di 13 minuti e una versione acustica di Sweet Dreams a quanto pare sono bastati a scatenare e scandalizzare l’opinione pubblica internazionale.

Partiamo da un Leggo che indica “lo scandalo del pubblico” italico allo sputo che il Reverendo ha acrobaticamente lanciato durante Sweet Dreams. Uno stesso pubblico che permette di fare audience da paura al Grande Fratello, che si infarcisce di violenza e volgarità tramite le Serie TV internazionali e tramite l’Internet (propinato anche ai più piccini) o che ama passare una serata di Natale a vedere un De Sica in forma smagliante a petare su un maxi schermo.

Passiamo per un Vvox dove, un fervente credente, pubblica una lettera livida di rabbia accusando il satanismo di Manson e indicandolo come forma di “deviazione mentale” per i ragazzi (nel secolo ventuno).

In tutto ciò la sensazionalità dell’evento arriva a rasentare i massimi storici nel momento in cui niente di meno che Gianni Morandi arriverà a scattarsi un selfie con Bonolis e con lo stesso Manson, scatenando tra l’altro lo sdegno dei suoi più accaniti fan!

In tutto questo polverone fatto di ideologie personali, mitizzazioni, esagerazioni atte a vendere più copie, titoloni dallo stampo esagerato e ridondante, satanismi immaginari ed esorcisti nel panico, una sola cosa emerge limpida e cristallina.

Anche questa volta il genio di Bonolis ha fatto centro.

Nello scontro in prima serata “Music” è stato si battuto dal film “Io che amo solo te” ma ha comunque conseguito il 15,31% di share con più di 3 milioni di spettatori. Secondo classificato nella serata ma comunque in grado di attrarre su di se i riflettori di media e opinione pubblica.

Di questa puntata di “Music” si parlerà, vastamente, ancora per giorni e il duo Bonolis/Manson ha ottenuto la sua meritata vittoria. Quel quarto d’ora Mansoniano ha dato vita a una risonanza che un programma di alta levatura come “Music” non avrebbe mai avuto in un panorama come quello Italiano, troppo attento alle bassezze (cogliete l’ipocrisia con quanto detto prima) e alla programmazione di stampo trash/Berlusconiano.

Bonolis, conduttore eccezionale e in grado di dare a ogni sua partecipazione un livello di partenza strepitoso con una conduzione impeccabile, emotiva e carismatica, è riuscito a vincere, anche se in secondo luogo, la battaglia di attenzioni.

Manson, a conoscenza del suo ruolo di provocatore in un paese che lo vede come l’anticristo, ha genialmente retto il gioco, ridendo e scherzando con un Bonolis in stato di grazia e, tra l’altro, rivelandosi durante l’intervista come un personaggio di vasto interesse culturale grazie alle sue risposte argute e le sue riflessioni profonde.

Che dire, in tutto ciò “Music” e i suoi protagonisti ne escono vincitori mentre, come sempre, l’Italia è la sola vera sconfitta del gioco.

Per il video dell’intervista clicca qui e qui

Lorenzo Natali

Foto di copertina di Andrea Cavallini

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