Tra i tanti rapper della new school, pochi si son distinti per la loro creatività e la loro singolarità. Mac Miller era sicuramente tra questi.
Miller iniziò a rappare piuttosto presto, a quattordici anni per l’esattezza, con il nome di EZ Mac. Rilasciò il mixtape “But My Mackin’ Ain’t Easy”, e successivamente, con il gruppo “The Ill Spoken”, rilasciò il mixtape “How High”.
L’anno successivo rilasciò altri due mixtape: “The Jukebox: Prelude to Class Clown” e “The High Life” che lo portarono a firmare un contratto con la Rostrum Records.
Il vero successo di Miller arrivò con il mixtape “K.I.D.S.-Kickin’ Incredible Dope Shit” che lo portò, insieme al tour “Incredible Dope”, a vincere due awards al Pittsburgh hip -hop awards. KIDS è stato l’album che ha sottolineato la sua crescita musicale e la sua maturità lirica, che, unita a beat decisamente qualitativi, lo rende un lavoro maturo e completo.
L’anno dopo Miller rilascia un altro mixtape: “Best Day Ever”, che segue la scia del precedente, ed anche BDE ottiene un ottimo successo, ricevendo un “XL” (il secondo voto più alto) da XXL Magazine.
Dopo BDE, Mac Miller annuncia il primo album in studio “Blue Slide Park”. L’album ottiene critiche miste, ma nel complesso ottiene ottimi risultati di vendita, rimanendo primo nelle Billboard americane per una settimana, rendendolo il secondo album indipendente a raggiungere le vette della Billboard dopo “Dogg Food” dei Tha Dogg Pound.Oltre l’album rilascia un altro mixtape dal nome “I Love Life, Thank You”, che ottiene un “XL” da XXL Magazine.
Ed è proprio in questo periodo che iniziano i problemi con la droga per Mac Miller. Siamo nel 2011.
Durante il Macadelic Tour, dall’omonimo mixtape del 2012, Miller inizia ad assumere una droga chiamata “purple drank”, sostanzialmente sciroppo per la tosse assunto in quantità improprie (contenente codeina, nota sostanza stupefacente), in conseguenza alla depressione in cui aveva iniziato a scivolare, complice i problemi con la storica compagna Nomi Leasure.
Miller continuato a fare uso di sostanze fino al Novembre 2012, smettendo poco prima di iniziare a girare il suo documentario “Mac Miller and The Most Dope Family”
Nel Giugno del 2013 esce finalmente il suo secondo album in studio “Watching Movies with the Sound Off”, che ottiene critiche favorevoli e vendite buone. Album con sonorità psichedeliche e testi personali e introspettivi, che sfociano in un’analisi della propria depressione, in esso si iniziano a notare come la salute mentale di Mac Miller stia cominciando ad influire sulla sua musica e vada progressivamente deteriorandosi. I problemi sembrano poi non finire, e il 2014 sembra un anno negativo per Miller, in lotta con la sua depressione, rilascia il suo ultimo mixtape “Faces”.
In “Faces” Miller parla di morte, droga e depressione, cercando di dare anche un messaggio di addio nella canzone “Grand Finale” che doveva essere la sua ultima canzone scritta, prima della sua morte per suicidio.
- Watching movies with the sounds off
- Faces
Nel 2015 però Miller sembra essersi ripreso, in quanto vede l’uscita del terzo album: “GO:OD AM”. Album più “felice” e positivo, ottiene ottimi voti dalla critica e ottime vendite. In un’intervista fatta lo stesso anno, Miller dichiarò che la sua lotta alla depressione stava avendo successo, e che era molto positivo riguardo al suo futuro.
Nel 2016 Miller esce poi l’album “The Divine Feminine” che ottiene recensioni miste ma ottime vendite. Qui si esplorano le moderne relazioni amorose, pur mantenendo lo stile filosofico, stoico e duro di Miller: ad esso è indissolubilmente legata la figura di Ariana Grande, in quanto, tra il 2016 e il 2018 il rapper intraprende una relazione con la bella cantante pop, relazione che, apparentemente, porta dei benefici a Miller, in quanto The Divine Feminine era dedicato proprio a lei. Nel maggio del 2018, però, la relazione finisce, e il rapper peggiora visibilmente. Ariana dirà poi che loro non era altro che una relazione tossica, in cui l’idillio che lasciavano trasparire non avrebbe potuto essere più falso. Ariana, di lì a poco, annuncerà la sua relazione con l’attore Pete Davidson, punta di diamante dell’attuale Saturday Night Live.
Due settimane dopo, il rapper, sotto effetto di alcool, si schianta contro un palo della luce e scappa. Viene arrestato e rilasciato su cauzione successivamente. Nell’agosto rilascia l’album “Swimming”: struggente e toccante, evidenzia lo stato mentale, distrutto e provato, del rapper, ma cerca di essere anche positivo in alcune tracce, spiegando come, nonostante tutto, Mac Miller provi ad uscire da quel tunnel privo di luce. La traccia “Hurt Feelings”, paradossalmente, sarà la traccia che in un certo senso predirà la sua morte, nonchè l’ultima traccia eseguita in live, il 3 Settembre, al “The Hotel Cafè”
La morte, così annunciata, è avvenuta pochi giorni fa, il 7 settembre, per overdose. A soli 26 anni, dopo una vita distruttiva, a tratti bellissima, il rapper decide di farla finita nel modo peggiore.
In una generazione di “depressed rapper”, dove le droghe sintetiche e non, continuano ad aver successo tra i giovani, dove i “mali del secolo” aka “depressione e ansia” continuano a mietere vittime, la morte di Miller non deve passare inosservata, perché sintomo di una malattia radicata, misteriose ed ineluttabile.
Gabriele Crisà
