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LUK – Nove Sigarette

by Raffaele Calvanese

Nove sigarette, il tempo di ripensare a nove storie, nove situazioni che ne richiamano altre mille.

Il disco d’esordio di Luk, al secolo Enzo Colursi, già voce e membro delle Isole Minori Settime, prodotto da Massimo De Vita (alias Blindur) è fatto di un cantautorato ruvido e contemporaneo.

Un sound che affonda nell’elettronica quasi a richiamare la superficie impersonale dei rapporti umani ai tempi dei social e delle relazioni mediate da uno schermo. La sensazione, ascoltando Nove sigarette uscito per XO La Factory, è che Luk si sia lasciato completamente andare alla sperimentazione, lasciando la penna scivolare liberamente sul foglio e le dita alla stessa stregua sulla tastiera. Dall’altra parte del mixer la produzione ha fatot il resto apparecchiando un disco che prova a disorientare l’ascoltatore ad ogni brano.

Enzo “Luk” Colursi

Vedi la sequenza dei singoli che hanno anticipato il disco. Acab e Lucio battisti sono un piccolo compendio, insieme a Il centro di Bologna, di quanto Luk sappia scrivere e di come la sua voce riesca a graffiare l’ascoltatore. Nei testi c’è la sofferenze e le relazioni fragili, la voglia di stare vicini e la difficoltà di far funzionare le cose. In Nove sigarette c’è la lotta contro tutto quello che inevitabilmente ci porta fuori dalla traccia principale della nostra esistenza, in questi viaggi fuori dai territori conosciuti ci capitano un sacco di cose che poi torna utile mettere nelle canzoni.

Luk fa proprio questo, vive in modo incondizionato, e senza filtri rovescia tutto nella sua musica. Il sound di questo album parla di sofferenza e rinascita, di bevute e di hangover, di amori impossibili e di quelli terribilmente reali. Febbraio sembra in qualche modo raccontarci che i nostri sogni potrebbero anche avverarsi, e ciò potrebbe non essere esattamente la cosa migliore per noi.

Perdersi invece, quello si che è interessante, ed è quello che ha fatto Enzo col suo primo disco. Vedi il brano Voce 001, un file con un cantato straziante, una canzone nuda e cruda come le sensazioni che cerca di far venire a galla questo album, una piccola metafora di come un disco possa osare rimanendo fedelissimo alle intenzioni iniziali, un piccolo grande azzardo che restituisce l’anima scarna delle canzoni scritte nel momento giusto.

La title track che chiude il disco in qualche modo chiude anche il cerchio di questo percorso. Vediamo la Napoli che ha tenuto a battesimo le canzoni, le storie ed i rimpianti di questo album. Una ballata che non scade mai nel melenso, il tempo di fumare nove sigarette, di ascoltare un disco e di ripensare ad una storia importante. Un addio cantato nella canzone ma un benvenuto a Luk che con queste canzoni speriamo, e siamo sicuri che non sarà così, di non perdere mai di vista.

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