“Finalmente a casa” è il nuovo singolo di Lorenzo Lepore, disponibile in radio e streaming da Venerdì 1 Aprile.
Il giovane artista romano a qualche mese dall’uscita di “Futuro”, brano con cui si aggiudica il Premio per il miglior testo della XXXII° edizione di Musicultura 2021 e che lo vede tra i quattro vincitori della manifestazione, riconferma le sue doti di cantautore con il brano “Finalmente a casa”
“Un inno alla solidarietà sociale, all’inclusione, all’ascolto e alla comprensione dell’altro.”
Spiega Lepore:
«“Finalmente a casa” comincia con un semplicissimo “Buongiorno”. Il buongiorno di tutti. Ci troviamo a spasso in una soleggiata mattinata di una qualsiasi città. C’è chi corre al lavoro, chi si ferma a comprare del pane o chi scatta felice una fotografia. Tutto scorre serenamente fino al calar della sera.
Una sera dove però non tutti possiedono un tetto sopra alla testa.
Il protagonista scopriamo, infatti, essere un senzatetto che, su un marciapiede, prova a prendere sonno in una delle tante notti in cui la vita lo sfida a sopravvivere alla sua lotta più grande. Invoca una casa. Un posto lontano che è sepolto in un vecchio ricordo ma che si fa vicino ogni volta che ricomincia a sognare. Sognare di fuggire via da tutto quel dolore. Volando sopra una scia che lo sollevi dalla città per volare un posto migliore. La via di uscita di quest’uomo è tragica. Come lo è la condizione di vita di migliaia e migliaia di persone su questo pianeta, abbandonate nello spegnersi lentamente. Il titolo inizialmente può alludere a una condizione di serenità, tuttavia viene pronunciato solo alla fine del brano, ovvero nel momento in cui questa persona giunge nella sua casa e smette di soffrire.»
Nasce infatti dall’esperienza di volontariato del cantante con “Casa Africa”, una ONLUS romana che, fra i vari progetti, si occupa di donare cibo, vestiti e beni di prima necessità ai clochards nei pressi della Stazione Termini.
«Trovarmi a contatto con i senzatetto nella stagione più fredda dell’anno è stato per me un colpo al cuore. – racconta – Mi sono interrogato sulla vita. Sul fatto che spesso ingigantiamo i nostri problemi quando c’è chi ne ha di molto più grandi. Continuo a chiedermi perché esiste così tanta misera e non si riesce ad aiutare concretamente queste persone. Trovarmi vicino a loro e sentire le loro storie mi ha portato a scrivere una canzone troppo importante per me.
Ho provato a mettere in musica la disillusione, la speranza e la disperazione di queste persone. C’è il sorriso del giorno e il dolore profondo del gelo della notte. La ricerca di una casa troppo lontana che un vecchio ingegnere, ormai senzatetto, si accontenta di disegnare su un vecchio cartone.»
Lorenzo Lepore si augura di far conoscere, grazie a questo brano, “Casa Africa” come le tante altre ONLUS di volontariato che operano in Italia, ma soprattutto, nel suo piccolo, desidera richiamare l’attenzione di chi governa affinché si adoperi a risolvere realmente questa importante problematica sociale trovando una dimora a coloro che non ne hanno una.
«Sarebbe bellissimo proporre un progetto per riabilitarli e far sì che siano loro stessi, – conclude – una volta inseriti nuovamente nella società, a venir coinvolti in questa missione.»

A poche ore dall’uscita del brano, abbiamo scambiato qualche battuta con Lorenzo Lepore, che ci ha aperto il suo cuore raccontandoci tutto ciò che rappresenta “Finalmente a casa”. Buona lettura!
INTERVISTA A LORENZO LEPORE
Ciao Lorenzo, benvenuto su InsideMusic!
A pochissime ore dall’uscita del tuo nuovo singolo “Finalmente a casa”, che feedback stai ricevendo? Com’è stato accolto?
Fin adesso direi che la risposta del pubblico ha decisamente superato le mie aspettative.
Il pezzo colpisce. Colpisce molte persone per la complessità con cui è costruito, ma nello stesso tempo la forte emotività e immediatezza che possiede.Probabilmente non è un brano in cui basta un primo ascolto per comprenderne a pieno il reale significato, ma percepisco che trasmette da fin da subito un’urgenza forte e una voglia di riascoltarlo.
Ci vuoi parlare di questo brano? Come nasce, a chi si rivolge ed il messaggio che vuole trasmettere.
Questa canzone nasce dall’esperienza che ho avuto a “Casa Africa”, una ONLUS di Roma che fra le tante iniziative si occupa di portare pasti caldi e beni di prima necessità ai senzatetto della “Stazione Termini”. Ho ascoltato per un anno le storie di queste persone così che a un certo punto ho deciso di scrivere una canzone che racconta la condizione esistenziale di un senzatetto.
Il protagonista abita in una “pazzia”. C’è il calore del giorno e il gelo della notte a cui assiste un ex ingegnere posto ai margini della società. Questa persona racconta il mondo dal suo punto di vista. Dal sole che lo scalda al mattino al gelo della notte in cui assiste a tutte le sue sventure.
C’è poi la ricerca di una casa. Un luogo che possiede solo nei suoi sogni, una “Scia” che lo solleva e lo fa volare puntualmente verso un posti migliori. Il protagonista trova la sua casa solo in un finale tragico, quando si addormenta al freddo e al gelo ponendo fine a tutte le sue sofferenze: “Finalmente a casa”.
In “Finalmente a casa” viene affrontata la problematica sociale dei senzatetto: credi che sia un tema che vada esaminato con maggiore attenzione?
Non solo credo che questo debba essere uno dei temi che vada esaminato con più attenzione, ma credo che nel 2022 sia impensabile che all’interno della nostra società ci siano ancora così tante persone che vivono in mezzo a una strada. Secondo me basterebbe poco per trovare dei palazzi dove far vivere queste persone riabilitandole e rieducandole a una vita normale e dignitosa. Ci sono molti edifici a Roma e in Italia completamente inutilizzati, dove queste persone potrebbero alloggiare per ricominciare una vita.
Lancio un appello per cui chi ci governa venga almeno una volta a farsi un giro alla Stazione Termini la notte. Sono sicuro che trovandosi davanti a tanta disperazione chiunque si muoverebbe concretamente per cercare di salvare queste persone.
Ricordiamo che il singolo ha il nobile intento di far conoscere “Casa Africa” e tante altre ONLUS affini volte a far reintegrare i senzatetto nella società. Come nasce la collaborazione con quest’associazione?
Ho conosciuto “Casa Africa” grazie al mio amico Guillermo Mariotto che ha collaborato con questa ONLUS durante i primi tempo della pandemia, cucinando quotidianamente per centinaia di persone povere. Era il 23 dicembre 2021, un giorno prima della vigilia di Natale, e decido di andare a fare volontariato. L’esperienza mi ha colpito e commosso, così che non ho mai smesso di collaborare con loro. A mio parere chiunque prima o poi dovrebbe fare un’esperienza simile, perché cambia il modo di pensare e riempie il cuore.
Ritrovarmi in pieno inverno davanti a persone che non possiedono un letto in cui dormire mi ha fatto riflettere sui problemi reali della vita.
Lorenzo, appena un anno fa, sei tra i vincitori di Musicultura con il pezzo “Futuro”, ove ti aggiudichi il premio per il Miglior Testo. In questo breve lasso di tempo, cos’è cambiato per te, artisticamente parlando?
Io rimango sempre lo stesso. Cambiano le opportunità che sto ricevendo, sempre più belle e gratificanti. Aver calcato il palco dello Sferisterio di Macerata e ricevuto un premio così importante è stata per me una consacrazione al mondo della canzone d’autore.
Ho avuto poi il privilegio di aver portato la mia musica nel programma di “Fiorella Mannoia” o a “Radio 2 social club” di Luca Barbarossa e in vari altri programmi televisivi e radiofonici.
Sono felice e grato, poiché mi piace raccontare storie e far riflettere la gente attraverso le mie canzoni. Più gente mi trovo davanti e più cambia qualcosa in chi ho davanti e in me.
Come esponente del cantautorato moderno, hai degli artisti di riferimento?
I miei artisti di riferimento sono i cantautori Italiani dagli anni ’60 ad oggi. Per cantautori italiani però non intendo chiunque abbia scritto e cantato la propria musica, ma chi lo ha saputo fare in una prospettiva diversa e coraggiosa. Penso a Lucio Dalla, Fabrizio De andrè, De Gregori, Pino Daniele. Così come più recentemente Fabi, Silvestri, Gazzè, Giovanni Truppi, Francesco Tricarico, Brunori Sas e moltissimi altri che oggi stesso non si limitano a parlare solo d’amore e frivolezze ma raccontano anche i problemi della vita calandosi nel profondo senza sottostare ad un mercato discografico che richiede solo un certo tipo di canzoni. Ovviamente mi piace anche la musica estera che presenta queste caratteristiche. Dal Rock dei Pink Floyd al grido esasperato di Bob Dylan fino alla musica moderna. Nel mercato internazionale attuale mi piace molto la “New wave dei “Beach house”.
Rimanendo in tema della canzone d’autore: nel 2019 presenti un programma radiofonico interamente dedicato al cantautorato. Cosa ti ha lasciato quest’esperienza?
Quest’esperienza mi ha armato di conoscenza e consapevolezze. Mi sono ritrovato assieme a quattro amici a fare una cosa che non conoscevo. Nella vita bisogna buttarsi. Solo così si impara qualcosa. Infatti nel nostro piccolo siamo arrivati ad intervistare artisti del calibro di Giovanni Truppi, La rappresentante di lista, Giorgieness e moltissimi altri. Essere autore di un programma musicale poi è una grande responsabilità. È stato bello raccontare la nostra musica e molto divertente suonarla “on air”.
Da“Finalmente a casa” a finalmente fuori casa, alludendo al periodo pandemico che stiamo vivendo e che ora volge (si spera) al termine. Quanto ha influito la pandemia sul tuo modo di fare musica?
La musica salva sempre. Durante la pandemia mi sono rinnamorato della sua essenza che nella vita frenetica di tutti i giorni spesso tendevo a perdere. In quei giorni così silenziosi ho iniziato a prendere lezioni di chitarra classica a distanza. Ho anche imparato a leggere uno spartito. In quel periodo poi sono nate tantissime canzoni di quello che sarà il mio primo disco. Quindi non posso lamentarmi. Sicuramente questo periodo ha lasciato molte insicurezze nel nostro settore, spesso abbandonato da tutti. Confidiamo nel futuro in cui sembra intravedere più di uno spiraglio di luce.
In tema di ripartenze, un nuovo tour in programma?
L’anno scorso non avevo un tour in programma e alla fine è nato un “FuTour” di 20 date in giro per l’Italia. Ho capito che le cose più belle nascono quando non le programmi. Quindi mi sento di dire che sicuramente ci sarà un tour e che non vedo l’ora di suonare le mie canzoni davanti a più persone possibili.
Progetti futuri?
Mi piacerebbe molto proporre la mia musica in vari premi importanti in italia (Tenco, Bindi, Bertoli, De andré e perché no anche il Festival di Sanremo).
Oltre a questo vorrei suonare il più possibile e scrivere come autore per interpreti. Una cosa che faccio già da tempo e che mi piace moltissimo. Mi piace scrivere canzoni ed è divertente anche quando non sono solamente io a cantarle.

Lorenzo Lepore nasce a Roma nel 1997. Inizia presto a fare musica e a calcare vari palcoscenici italiani (Parco della Musica, Palatlantico, Piazza Venezia per “Friday for future”, Wishlist, Defrag, Teatro India, Indiegeno Fest). Nel 2018 pubblica Flebo, un Ep che raccoglie le sue prime canzoni e, nello stesso anno, comincia a frequentare l’Officina Pasolini.
L’anno dopo idea e conduce “I quattro amici al bar”, un programma radiofonico interamente dedicato alla canzone d’autore. A Ottobre 2020 suona all’interno della venticinquesima edizione del MEI, meeting degli indipendenti. Nel 2021 entra a far parte dell’etichetta discografica T-Recs di Tony Pujia, con il quale sta lavorando alla produzione del suo primo album in studio. Nel 2021 è tra i quattro vincitori di Musicultura con la canzone “Futuro” dove si aggiudica il “Premio per il Miglior Testo”. Nella stessa estate organizza il FuTour, una serie di 20 concerti in tutta Italia. Il FuTour si chiude il 30 Ottobre con un concerto sold-out al Wishlist di Roma.
Il 19 Novembre viene invitato come ospite da Fiorella Mannoia nella sua trasmissione “La Versione di Fiorella” in onda su Rai3.
Il 21 gennaio è ospite di Luca Barbarossa a “Radio 2 social club” dove esegue due brani dal vivo.
Il 5 febbraio viene chiamato per partecipare al programma TV “Il Provinciale” di Federico Quaranta (Rai 2) dove fra i vari brani esegue l’inedita “Luglio der sessanta”.
Lorenzo Lepore
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“Salvarti sull’orlo del precipizio: quello che la musica può fare.”