Si viene via dal Summer Festival 2020 di Civitavecchia con la sensazione di non aver partecipato ad un concerto, ma piuttosto di essere stati invitati ad una semplice serata tra amici sulla spiaggia. Niccolò Fabi, infatti, in compagnia delle voci e degli strumenti di Pier Cortese e Roberto Angelini, ha dedicato al pubblico le versioni rivisitate ed unplugged di alcuni dei suoi brani che, complice l’atmosfera estiva, hanno risuonato dal palco, discreto ed essenziale, in una dimensione tanto intima quanto surreale.
Niccolò lo dice dopo i primi due brani, “Filosofia” e “Una somma di piccole cose”, mentre introduce “È non è”, che loro tre ricorderanno a lungo questa insolita immagine: gli spettatori tutti seduti e con i visi protetti. Il segno di un momento storico e sociale che li ha portati a pensare di fare un concerto “diverso” in cui ascoltare musica distanziati e senza ballare, ma non rinunciando ad un “movimento interno, nascosto, ma potente”.
Ed è questa la forza del messaggio del cantautore romano: muovere gli animi con delicatezza mentre il mondo lo fa urlando e raccontare anche gli eventi più devastanti con la pacatezza di chi sa che ha il compito di “trasformare le difficoltà in occasioni”, come scrive sulla sua pagina Faceboook.
Così, dopo “A prescindere da me ” e “Amori con le ali”, con la disarmante naturalezza di un acrobata, passa da “Ostinatamente”, che dice gli fa ricordare ormai con tenerezza la perdita di un amore vissuto quasi trent’anni fa, ad “Ecco”. Un brano che racconta un altro distacco, ed il “volume” di questo unplugged quasi sussurrato si alza un po’ sulle note di “…io certo non ti lascerò mai andare”.
Poi è la volta di “Vento d’estate”, con un arrangiamento quasi in sincrono con la brezza che in quel momento soffia dal mare. A questo punto Pier e Roberto si allontanano; Niccolò è solo sul palco, ma le note di “Costruire” risuonano con la potenza di un’intera orchestra.Così come la dedica agli Hellosocrate, band di Civitavecchia, con la cover di “Le cose non si mettono bene”, che Niccolò suona per la prima volta dal vivo sentendo di dover vincere proprio qui “questo timore e sperando che qualcuno ne sia felice”.
Il trio si ricompone ed è la volta dell’intensa “Una mano sugli occhi” e di “Io sono l’altro”, brano reduce dal premio Amnesty International 2020.
Poi “Una buona idea”, con Angelini che lo affianca anche nella voce ed il pubblico che partecipa tenendo il ritmo ed, infine, la conclusione con “Il negozio di antiquariato”. Il bis non si fa attendere ed il concerto si chiude con “Facciamo finta” e “Lasciarsi un giorno a Roma”.
Il trio, dopo una serata di sperimentazioni musicali che ci hanno raccontato la cifra personale di ognuno dei tre e la loro sintonia come amici, ringrazia e saluta il suo pubblico che lo abbraccia virtualmente con un applauso. Con questo pieno di note e sentimenti sarà sicuramente una “buona estate”, come ci augura Niccolò con gli occhi colmi di riconoscenza di chi, con “l’inchiostro aggrappato sul foglio” e la voce garbata ma graffiante, cerca costantemente di essere “degno del suo tentativo”.
La Scaletta concerto Niccolo Fabi:
- Filosofia
- Una somma di piccole cose
- È non è
- A prescindere da me
- Amori con le ali
- Ostinatamente
- Ecco
- Vento d’estate
- Costruire
- Le cose non si mettono bene
- Una mano sugli occhi
- Io sono l’altro
- Una buona idea
- Il negozio di antiquariato
- Facciamo finta
- Lasciarsi un giorno a Roma
Photogallery di Domenico Cippitelli
Report di Sara Colaruotolo
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