L’elegante Jazz di Stefano Minder e le avvolgenti psichedelie degli IVAS

di InsideMusic

Questa settimana, con “SottoTraccia“, andiamo a scoprire due artisti dotati di gusto e raffinatezza. Ci caliamo, questa volta, in panorami musicali ben lontani dalle frenesie della musica contemporanea, andando ad immergerci prima nelle raffinate e delicate note di piano e voce del Jazzista Stefano Minder, per poi passare alle ambientali ed avvolgenti esecuzioni della band prog rock/psichedelica “Ivas”.

 

“Love Through My Eyes”: Le eleganti e raffinate melodie Jazz di Stefano Minder

Love Through My Eyes” è il titolo del primo lavoro ufficiale del giovanissimo e talentuoso cantautore Stefano Minder.

Cantante e pianista jazz, formatosi presso l’accademia di alta formazione artistica musicale Saint Louis, nonostante la giovanissima età ha già un curriculum assolutamente invidiabile.

Attraverso i suoi numerosi concerti in Italia, Svizzera e Germania, è già venuto a contatto con molti festival, concerti ed eventi musicali rinomati. Nel luglio 2016 ha preso parte al celebre Ravello Music Festival 2016 con il Burnoguala’ Large Vocal Ensemble – stesso festival dove si sono esibiti artisti jazz di fama mondiale quali Maria Joao, Norma Winstone e Ralph Towner.

Nel corso del suo percorso accademico, ha avuto, inoltre, la possibilità di collaborare con cantanti jazz di fama internazionale come Kurt Elling, Sheila Jordan e Sashal Vasandani.

“Love Through My Eyes”, recentemente presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma all’interno della rassegna Jammin 2017, è il coronamento di un lungo percorso musicale e, allo stesso tempo, riassunto della personalità artistica del giovane cantautore.

Il lavoro è composto da dieci composizioni dalle sonorità estremamente raffinate e mature. La tematica che unifica l’intero lavoro consiste in un paragone tra l’amore e l’oro. L’amore, come il prezioso minerale, necessita di cure e di lavoro, un lavoro utile per far si che venga ripulito dalle impurità e raffinato. Questa è la visione dell’amore che Stefano Minder vuol trasmettere nei dieci componimenti facenti parte di questo suo primo lavoro.

Le capacità compositive del cantante e pianista jazz si mostrano tramite tracce musicali dal gusto leggiadro ed elegante, estremamente curate nel minimo dettaglio e, allo stesso tempo, incredibilmente catchy e gradevoli all’ascolto nonostante l’evidente accurata lavorazione delle composizioni.

In “Love Through my Eyes” la duttile voce di Stefano si arrampica e fa strada negli strati strumentali con estrema destrezza riuscendo sempre a mettere a nudo la natura dei singoli pezzi in maniera maniacalmente perfetta.

Esempio perfetto ne è la ballata “Love is”, pezzo dove una voce delicata ed emotiva si fa sapazio dolcemente tra fraseggi di pianoforte, una batteria leggerissima e raffinate bordate di contrabasso che, di tanto in tanto, emergono aggiungendo leggerissime ricamature melodiche.

Ben più “groovy” e movimentata è invece “Everything Goes”. Non più un lento ma ben si un pezzo sostenuto e dall’atmosfera frizzante dove la voce di Stefano si districa tra cantati amiccanti ed energici, alternandosi anche a verticali vocalismi falsettati. Il tutto sostenuto da un’andante ritmo scandito da cadenzati accordi di pianoforte.

Uno dei pezzi forti dell’album è, senza ombra di dubbio, “Gone”. Pezzo dove basso e batteria portano avanti una ritmica cadenzata e “prepotente” (mi vengono in mente, in questi contesti musicali, le ritmiche apparentemente spezzate e irregolari di band New Soul come Hiatus Kayote o anche del funambolico jazzista Tigran Hamasyan) che si libera, poi, in un refrain dove delicati e rapidi fraseggi di pianoforte costruiscono un gradevole muro sonoro. Anche qui la prestazione vocale è notevole, duttile, sospesa tra il ritmico e il melodico, tra frasi groove e delicati falsetti.

Questi tre pezzi sono quelli che meglio mostrano i due volti di “Love Through My Eyes”, un lavoro che si alterna tra pezzi frizzanti, andanti e ritmati e, allo stesso tempo, ballate lente e delicate. Il tutto circondato dalla raffinatezza impeccabile tipica di queste sonorità sospese tra Jazz e New Soul.

Stefano Minder, con questo lavoro d’esordio, si presenta in maniera impeccabile mettendo in mostra notevoli abilità vocali, un gran gusto compositivo e ottime capacità creative.

Ci si ritrova, quindi, di fronte a un lavoro di pregevolissima fattura, perfetto per il genere da cui proviene, ottimo nelle intenzioni e nell’esecuzione, che mostra come questo giovane cantautore non sia soltanto un ottimo cantante/pianista ma anche, e non è meno importante, un musicista ricco di gusto e creatività.

Ecco dove potrete ascoltare dal vivo Stefano Minder, ora alle prese con un personalissimo mini tour tra Austria e Italia

24.03.2018 Aarburg – Aperò Matinée

25.03.2018 Vienna – Tunnel

27.03.2018 Como – L’officina della Musica

28.03.2018 Bologna – Macondo

29.03.2018 Cavriago – Cantina Garibaldi

 

IVAS: L’omonimo primo Ep tra psichedelie ed avvolgenti e oniriche sonorità ambient.

 Gli IVAS si presentano alle scene musicali per la prima volta con il loro omonimo Ep, contenente quattro delle canzoni che, a loro detta, maggiormente rispecchiano il loro lavoro complessivo (di fatto, a fronte dei quattro pezzi selezionati per l’Ep, molti altri ve ne sono di ancora non rilasciati).

Le quattro canzoni proposte dalla giovane band mettono fin da subito in chiaro quelle che sono le frontiere musicali che potremo riscontrare in questo lavoro.Frontiere che si muovono su territori ambientali, psichedelici e progressivi.

“Globe”, il pezzo di apertura dell’ep, si presenta come un brano avvolgente e atmosferico.Un delicato incipit di pianoforte lascia poi spazio a una strofa dove una delicata voce femminile si arrampica tra accordi di chitarra acustica, note accennate di distorsioni colme di delay, tastiere e una sezione ritmica minimale ma alquanto funzionale. Al concludersi della prima sezione cantata emerge un elegante fraseggio di sassofono che ci conduce poi in una seconda sezione ben più andante. Il mood è tipico degli ambienti del mondo reggae.Una ritmata batteria accompagna fugaci accordi di chitarra e tastiera a supporto della terza strofa cantata, salvo poi risolversi il tutto in una conclusione che torna sulle sonorità iniziali, pacate e avvolgenti.

Feathers” ha una struttura più canonica. L’inizio è affidato a un leggero arpeggio di chitarra sostenuto da tastiere. Al suo ingresso la voce tesse le fila per un cantato delicato e melodico mentre, gradualmente, fanno il loro ingresso anche gli altri strumenti. L’arrangiamento si impreziosisce con l’aggiunta di chitarre distorte, basso e sassofono. Il crescendo di voce e batteria conduce poi verso un ritornello aperto, potente e avvolgente. La seconda strofa si presenta molto simile alla prima. La batteria, con giochi di tom, accompagna la scandita ritmica della chitarra. La voce fa salire gradualmente l’intensità del pezzo che, dopo un lungo climax, si lascia andare a un secondo ritornello, salvo poi affidare la conclusione al delicato arpeggio acustico iniziale.

Riflusso“, unico pezzo in italiano dei quattro, si fa introdurre da delicati arpeggi di chitarra e tastiere. A gettarci nella strofa ci pensa una breve frase di sassofono, accompagnata da una chitarra ricca di delay e reverbero. La strofa vede l’intrecciarsi della voce, che tesse un cantato tanto melodico quanto ritmato nella precisa scansione metrica costruita. Il tutto è accompagnato da una sezione ritmica di basso e batteria minimale ma efficace. Il ritornello porta un’avvolgente esplosione sonora ove cori e chitarre costruiscono un muro strumentale immersivo e trascinante. In modo molto simile si ripeteranno poi ancora una volta strofa e ritornello.

In The Sandman’s Realm” è il pezzo più lungo della rassegna con i suoi sette minuti e quindici di durata. La traccia, scandita da un’andante batteria, si presenta come un lungo crescendo che vede la tensione aumentare, gradualmente, sempre più durante i minuti di esecuzione. L’arrangiamento si costituisce di accordi di chitarra acustica, chitarre ricche di delay che si esibiscono in arpeggi e note melodiche, chitarre distorte che delimitano indurimenti delle sonorità e una sezione ritmica continua e andante. Il concludersi del pezzo è affidato poi a un melodico solo di chitarra.

Con questo primo Ep gli IVAS presentano un lavoro dalle sonorità coese, in grado di mettere in mostra già dei precisi indizi della loro personalità musicali.

I pezzi, che non mostrano strutture particolarmente complesse o virtuosismi tecnici (di fatto probabilmente una maggior ricchezza di struttura nei lavori futuri potrebbe soltanto arricchire il patrimonio musicale della ban), mostrano nella profondità dell’arrangiamento la loro forza. Ogni strumento risponde precisamente alle necessità del pezzo, come in una grande orchestra, riuscendo a creare un suono avvolgente e immersivo in cui spicca l’estrema cura e riguardo che la band ha dedicato a questo aspetto della sua musica. Ottime quindi, le prestazioni strumentali e altrettanto ottima quella vocale. La voce femminile si mostra la scelta più saggia e confacente per le composizioni. La duttilità vocale della cantante riesce a valorizzare tanto i momenti più ambientali e immersivi quanto quelli più energici, dove la voce segue e scandisce ottimamente il crescendo delle strumentali.

In conclusione, questo primo lavoro degli IVAS è un prelibato assaggio che lascia ben sperare per le “portate future”.

 

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Potete mandarmi il vostro materiale che verrà poi da me ascoltato e recensito. Con Inside Music vogliamo offrire uno spazio alla vostra musica per farla emergere, darle una, anche se piccola, spinta verso un progresso migliore. Darvi la possibilità di raggiungere nuove orecchie e un nuovo pubblico.

In basso lascerò i contatti utili a cui potrete recapitare il vostro materiale che verrà da me ascoltato e, dopo opportuna organizzazione, recensito e pubblicato.

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Lorenzo Natali

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