L’arte può aiutare a migliorare le nostre vite, secondo Gabriella Martinelli. L’intervista

di Leslie Fadlon

Cantautrice di origini Pugliesi, Gabriella Martinelli è sicuramente uno dei nomi più interessanti tra le nuove leve del cantautorato Italiano femminile. Tant’è che ve l’avevamo nominata tra le dieci donne rock del momento, in questo articolo. Artista dalla grande personalità, con la passione per il teatro canzone, nel 2018 ha pubblicato il secondo disco: “La pancia è un cervello col buco”. Nel febbraio 2020, invece, ha partecipato al Festival di Sanremo al fianco di Lula. Il loro è stato un brano coraggioso. ‘Il gigante d’acciaio” infattii è una canzone dai forti temi sociali, che unisce il rock cantautorale di Gabriella al rap di Lula, batterista del duo. “Il gigante d’acciaio” fa riferimento all’ex Ilva, la più grande acciaieria d’Italia. Il brano è anche la storia di chi vive di sacrifici e si trova costretto a scegliere se vivere o lavorare. Ce ne ha parlato, raccontandoci il suo punto di vista su attualità e tanto altro, in questa intervista. Buona lettura.

L’intervista a Gabriella Martinelli

Ciao Gabriella e benvenuta. Prima di questo periodo di ‘’pausa forzata” hai partecipato a Sanremo, al fianco di Lula. Com’è stato?

Ciao, grazie. In questo momento in cui sembra che il tempo si sia fermato, Sanremo suona come un’avventura lontanissima e invece sono passati appena due mesi. È stata un’esperienza molto intensa, emozionante, anche stancante. Mi ha divertito suonare con un’orchestra, non lo avevo mai fatto prima. Ho condiviso il palco con la brava Lula puntando sulla diversità e sulla forza femminile.

Come nacque l’idea de ‘’Il gigante d’acciaio’’?

Sono di origini Pugliesi, di un paese della provincia di Taranto. Ho scritto Il gigante d’acciaio per dare voce alla mia gente. I miei cugini sono ex dipendenti Ilva, mio nonno ha lavorato tutta la vita in fabbrica. Il gigante d’acciaio è la storia dell’ex Ilva, è un inno ai lavoratori, un brano di denuncia e di speranza. Di giganti d’acciaio ce ne sono tanti in Italia e nel mondo e trovo sia importante parlarne. L’arte può aiutare a migliorare le cose. Mi piace ricordare per esempio anche il meraviglioso libro ’La maledizione dell’acciaio’ scritto da Oreste Ciccariello e nato da un’idea di Gigi e Ross, che denuncia l’Italsider di Bagnoli.

Nel 2018 hai pubblicato ‘’La pancia è un cervello col buco’’, un bellissimo disco. Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici?

Grazie mille. Sto lavorando al mio nuovo disco, che suonerà decisamente più rock rispetto ai miei lavori precedenti.Nei prossimi mesi uscirà un singolo per Warner Italia.

Il covid-19 ha bloccato, letteralmente, la musica live. Ma i musicisti non si sono fermati: che ne pensi delle tante iniziative social di questi giorni?

Trovo siano un’ottima opportunità per ingannare il tempo e le distanze. Molte di queste iniziative sposano grandi cause come nel caso di STAY ON, progetto nato e coordinato da ​KeepOn LIVE – Associazione di Categoria Live Club e festival italiani –  per ​sostenere gli ospedali Italiani e la protezione civile; ideato inoltre per mantenere viva l’attenzione su quegli spazi culturali in cui speriamo tutti di poter tornare presto.

gabriella martinelli

Tu come passi le tue giornate in isolamento?

Sto vivendo questo periodo di quarantena rigorosamente a casa. Approfitto delle lunghe giornate per scrivere, studiare, cucinare e mangiare tanto. Leggo, ascolto tanta musica, faccio grandi telefonate. In questo momento dobbiamo avere pazienza, imparare ad aspettare. Possiamo farcela. Mia mamma è un’infermiera e da giorni lavora senza sosta. Sono in tanti, coraggiosi, pronti a sacrificarsi per gli altri. Avere pazienza è la forma di riconoscenza più grande che possiamo dimostrare nei loro confronti e l’atto d’amore più giusto per noi stessi.

La musica può aiutarci ad affrontare questa solitudine?

Certo che sì, la musica ha il potere di accorciare le distanze e farci sentire tutti più vicini. 

Pensiamo alle cose belle. Qual è il tuo più emozionante ricordo sul palco?

Ho la fortuna di condividere da anni il palco con musicisti che stimo molto e con i quali c’è grande complicità, ogni concerto ha una sua storia. Tra i più emozionanti mi viene in mente uno degli ultimi a Villa Ada di Roma in apertura a James Senese e Napoli centrale… grande affetto da parte del pubblico e un sound check al tramonto che non dimenticherò mai. Bello assai!

Quali artisti hanno maggiormente ispirato la tua carriera?

Lucio Dalla, ‘Com’è profondo il mare’ è il mio disco di riferimento, e poi il Boss, i Beatles, Dylan, la musica francese e tante donne, come Tracy Chapman, St. Vincent, Mia Martini.

Sei tra le voci Italiane del Come to my home, progetto nato in Africa: ce ne parleresti?

‘Come to my home’ è un progetto improntato sull’improvvisazione e la condivisione, dove ogni artista si racconta con la sua musica e interviene sulle idee degli altri in modo libero e rispettoso. Un’iniziativa che vede coinvolti artisti provenienti da tutto il mondo.Uno dei progetti più significativi della mia vita con cui ho girato l’Europa e gran parte dell’Africa e che mi ha permesso di incontrare persone incredibili.

Quali sono i tuoi sogni post – crisi?

Primo fra tutti tornare ad abbracciare la mia famiglia e poi sogno di potermi dedicare a pieno alla produzione del mio nuovo disco e del prossimo tour. 

Infine, ci consiglieresti 1 libro, 1 film o serie e 1 disco?

Vi consiglio ‘La bambina pugile’, una raccolta di poesie di Chandra Livia Candiani che racconta l’amore per tutto quanto costituisce il nostro essere nel mondo e la potenza del silenzio, importante da riscoprire in un momento come questo.Poi vi suggerisco ‘Circles’, disco bellissimo di Mac Miller e un film che potrebbe essere la parodia di questo nostro periodo,  ‘The Truman Show’, con la speranza di tornare presto alla normalità.

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