I Kasabian: un amore tutto italiano, il loro

di InsideMusic

La biosong dei Kasabian – penultimi ospiti del Noisy Naples Fest – attraverso cinque loro brani.

Siamo partiti con “The Chief”- Noel Gallagher, ex Oasis, per inaugurare questo nuovo format di biografie attraverso le canzoni più rappresentative di ogni protagonista, e continuiamo con i Kasabian, in maniera non del tutto casuale dati i numerosi intrecci e punti di convergenza fra le due band. Ma il vero punto di intersezione fra questi due ospiti è la loro partecipazione al Noisy Naples Fest in questa bollente estate napoletana allietata in musica.

Parole chiave per parlare di Kasabian sono sperimentazione ed enigma. Da sempre visti come “la band che le persone non riescono a capire”, spesso sono stati fraintesi sianel contenuto dei propri testi che nella catalogazione del loro sound. Ma è nella  natura umana l’esigenza di compartimentalizzare ed etichettare, almeno per orientare i propri gusti, anche il non etichettabile. E di questa esigenza di noi altri Pizzorno & co. se ne sono sempre fregati, restando coerenti con i loro messaggi e rispondendo solo alle proprie esigenze artische, non lavorando mai in favore di fan (che comunque sono tantissimi).
Come da tradizione proviamo a ripercorrere la carriera della band snocciolando i punti cardine, dalle origini ad oggi, attraverso i loro cinque brani più significativi, quelli che ci aspettiamo di ascoltare domenica 15 luglio all’Etes Arena Flegrea.
Partiamo dalle origini, la band nasce nel 1997 a Leicester, da una idea di Tom Meighan (cantante), Sergio Pizzorno (chitarrista, tastierista e paroliere), Christopher Karloff (polistrumentista) e Chris Edwards (bassista) e devono il nome a Linda Kasabian della setta di Charles Manson. Ma è solo nel 2004 – sette anni dopo – che regalano al pubblico il loro primo album, dall’omonimo nome della band.
Il primo brano di questa selezione, a testimonianza delle origini, dell’inizio della sperimentazione musicale costante e incessante della band, è Club Foot, canzone grazie al quale la band diventa famosa in tutto il mondo, entrando nelle colonne sonore di film cult come Goal!, The Guardian – Salvataggio in mare, Doomsday – il giorno del giudizio e in videogiochi come Fifa 13 e Fifa  2004.


Un album questo in cui la band ha iniziato a sperimentare con l’elettronica, intrisa di rock psyco e di Madchester, la tipica corrente alternative rock che ha i suoi natali nella città dei fratelli Gallagher.
La sperimentazione artistica continua e assume forme sempre più simili allo stile attuale della band britannica, una ricerca stilistica frutto anche del confronto con le altre band, una tendenza al Britpop sulla falsariga degli Oasis, di cui Pizzorno era grande estimatore e la band gli ha aperto diverse date del tour.
E’ Shoot The Runner, secondo brano di questa biosong, tratto dall’album Empire, il vero testimone della linea rock anni sessanta/settanta – stile Led Zeppelin – che andava profilandosi nella ritmica della  band.

Un successo in tutto il mondo dicevamo, tranne che in Italia, dove la vera consacrazione arriva solo nel 2011 con l’album Velociraptor!. Terzo brano per voi è Goodbye Kiss, primo brano della band ad avere successo nel nostro paese, diventando disco di platino e di fatto il primo singolo a ricevere una certificazione.

Un traguardo che Pizzorno – italiano mezzosangue – deve aver gradito così tanto da pubblicare – il 29 maggio dell’anno successivo – una edizione speciale di questo album esclusivamente per l’Italia, contenente un EP con nove tracce bonus e una bonus track in featuring con J-Ax.
Dalle sonorità anni settanta dei due album precedenti la band si stanca subito, un nuovo sconvolgimento avvienne con “48:13”, l’album che ha tacciato i Kasabian di essere il gruppo che da adito agli sfottò sul mondo del rock del film “Spinal Tap”. In questo album confluiscono infatti sonorità hip- hop in mezzo a chitarre dissonanti.
È BOW il quarto brano, singolo che esce il 10 ottobre 2014, come estratto, in esclusiva per l’italia.


Insomma Pizzorno e band cercavano un porta secondaria per entrare nel belpaese, e sferrare questi colpi in maniera anche abbastanza ruffiana. Ma come mai tutto questo attaccamento e questa premura verso l’Italia? Lo avevo anticipato e scritto tra le righe, Sergio Pizzorno – chitarra e testi – è di origine italiane, il nonno paterno infatti è un emigrato genovese a Leicester. Un amore per la città d’origine di cui Sergio non ha mai fatto mistero. Dopo l’alluvione del 2014, il membro dei Kasabian ha regalato la sua chitarra – cofirmata dall’intero gruppo – ad una associazione che l’ha venduta ricavando 1200 euro, totalmente devoluti in favore della ricostruzione della città. Ma l’amore per questa terra va ben oltre, lo zio Gianni, grande tifoso del Genoa calcio, ha trasmesso a suo nipote anche questo tifo, rendendolo un grande sostenitore della squadra del capoluogo ligure. Passione per il calcio condivisa anche dai suoi colleghi della band grandi tifosi della squadra della loro città. Sarà una prerogativa delle band d’oltremanica questo attaccamento al calcio della propria patria. Dopo le coppie Liverpool- Beatles; Manchester- Oasis; si aggiunge una nuova combo al tridente d’attacco della Premier League: Lecesteir – Kasabian. For Crying Out Loud, ultimo album del gruppo, contiene il quinto ed ultimo brano di questa biosong: Put Your Life On It, suonato già nel maggio precedente in occasione dei due concerti organizzati dalla band per celebrare la vittoria del campionato da parte del Leicester.


Calcio ed Italia sembrano una vera combo vincente per la band, così come per noi lo sono musica e spettacolo in queste serate di Festival. Che poi può sembrare casuale che Pizzorno tifi Genoa e che suoni proprio nella città calcisticamente gemellata con la sua squadra, sin dal famoso 16 maggio 1982 quando “il ciuccio ed il grifone s’affratellarono sul 2-2 del Genoa al  San Paolo”, permettendo alla squadra ligure di restare  in Serie A e al Milan di retrocedere. Un sodalizio di cui Pizzorno si renderà stendardo nella stessa città, trentasei anni dopo. Chissà se la maglietta del Napoli calcio, divenuta sicuro cadeau della direzione artistica del Noisy prevederà qualche sorpresa in più rispetto a quella consegnata ai precedenti ospiti internazionali. Staremo a vedere, oltre che a sentire.

A cura di Fabiana Criscuolo.

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