Ci siamo, a sole ventiquattr’ore dallo sfiorato sold out di Coez,  è di nuovo il momento headliner internazionale, dopo i britannici Bonobo e Noel “The Chief” Gallagher, stasera  tocca alla Germania con Paul Kalkbrenner e il suo techno power, quì all’Etes Arena Flegrea.

Una terza edizione del Noisy Naples Fest quella di quest’anno che davvero non lascia margine a nessun tipo di errore o malcontento, soprattutto nell’eterogeneità della cartellonistica. Una scelta meno mainstream e più da clubber quella del dj e producer tedesco, presente sulla scena da oltre quindici anni, con all’attivo sei album interamente autoprodotti e un settimo (“7” per l’appunto) a brand Sony Music International. Diventato noto ai più per la sua partecipazione cinematografica – e per aver curato la colonna sonora  insieme a suo fratello Fritz, “Sky and Sand” – nel film “Berlin Calling”, una vera e propria dichiarazione d’amore per la sua città, stile “London Calling” dei The Clash. Dichiarazione d’amore bilaterale considerando che nel 2014 – in occasione dei venticinque anni anni dalla caduta del muro di Berlino – si è esibito davanti a 500000 persone.

Preceduto da altri due dj, Adiel e Max Cooper, quello di Paul è stato uno show in cui la vera protagonista è stata la musica. In un panorama attuale in cui i live durano al più 90 minuti, Kalkbrenner ci ha deliziati per ben due ore e quindici, accompagnando i suoi mush up con un visual sempre appropriato.
Reduce dal tour europeo “Back To The Future”, con la scelta di location grezze, questa tappa italiana ha visto come protagonista una pista tutt’altro che grezza, ma che durante la prima edizione è stata calcata dai Massive Attack, quindi abbondantemente sperimentata e reputata efficace per l’impatto sonoro, prima che emotivo. Ma – location a parte- il set è rimasto lo stesso, semplificato, il setup con due laptop ed un mixer rotary.  Un ingresso avvolto dal fumo e dalle luci, “The Flute Song” apre il suo set. Una scenografia che sembra muoversi con lui e seguirne ogni suo movimento.
La setlist scorre fra i brani che hanno caratterizzato i suoi quindici anni di carriera, ma è soltato al momento di “Sky and Sand” e degli altri brani che fanno parte di Berlin Calling (film del 2008) che il pubblico apprezza di più.

Una selezione musicale a cavallo fra techno, UK rave e progressive, con  la classica (e tipica) divisione in blocchi musicali, tipica dei fratelli Kalkbrenner, con la musica che si ferma e riprende con una sterzata nello stile, come se si fosse su una montagna russa che ingrana la sua ascesa e  impenna nella discesa per effetto della gravità. Tutto ciò ha condotto ad un sostanziale effetto domino nel pubblico, una danza che parte dalla prima fila della Cavea Bassa per raggiungere l’ulltimo gradino di marmo della Cavea Alta, in un misto di sudori e liquidi interstiziali provenienti dall’eccitazione tipica di quattro ore di ballo scatenato. Chissà se quando l’Arena Flegrea nasceva come succursale del Teatro San Carlo d’estate si era già previsto che potesse diventare – e sarebbe risultata appropriata – anche come sede di rave party.

Setlist:

The Flute Song (Remix)
Part Three (Parts of Life)
Sky and Sand (Berlin Calling)
Bright Roller (7)
Part Eight (Parts of Life)
Bengang (Berlin Calling)
Mad World (Remix)
Part Twelve (Parts Of Life)
Te Quiero (Remix)
Gebrunn Gebrunn (Berlin Calling)
Gigahertz (Maximalive)
Part One (Parts Of Life)
Altes Kamuffel (Berlin Calling)
Feed Your Head (7)
Part Fourteen (Parts Of Life)
Battery Park (7)
Since 77 (Self)
Part Two (Parts Of Life)
Aaron (Berlin Calling)

A cura di Fabiana Criscuolo.

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