Joan Thiele è un raggio di sole, in questo momento di caos, paure ed incertezze. “Operazione Oro” invece è il titolo del suo nuovo EP, dal 20 marzo su tutte le piattaforme digitali su etichetta Polydor/Universal Music/Undamento. Primo lavoro in italiano della cantante, oltre ai singoli già editi (“Le Vacanze” “Puta” e “Bambina“) il disco contiene altre 3 tracce (“Sempre la stessa, “Viso Blu” e “Medicine”, scritte da Joan Thiele e prodotte sempre da Joan e Zef) e 2 skit (“L’Attesa” e “La Rivelazione”, entrambi composti da Joan).
Inside Music ha fatto una bellissima chiaccherata con Joan Thiele per parlare del suo nuovo progetto discografico, di cosa significhi essere una musicista nel 2020 e dei suoi sogni per il futuro.
Da dove nasce l’idea di cantare un EP interamente in italiano dopo aver cantanto principalmente in inglese?
“L’idea di creare, produrre ed in interpretare un EP in italiano, è legata alla volontà di cambiamento e alla ricerca della propria identità. “Operazione Oro” fa parte di un percorso di evoluzione che sto vivendo in prima persona. Si tratta solo di un assaggio, della prima parte di un lavoro che ho portato avanti negli ultimi due anni e che ho deciso di realizzare interamente in italiano per dargli una propria identità. Volevo che fosse un racconto. Ciò non significa che non canterò più in inglese”.
Con quale lingua ti senti più a tuo agio, quando si tratta di scrivere e comporre musica?
“Sia l’inglese, sia l’italiano. Anche se in realtà non c’è una lingua nella quale non riesca ad esprimimermi, mi piacciono moltissimo tutte e tre. Scrivendo e componendo in italiano cambia sicuramente il rapporto, diretto, con il mio pubblico, essendo l’italiano la mia lingua madre. Non ci sono barriere comunicative“.
Hai detto che “Operazione Oro” è “la missione che ognuno di noi ha nei confronti di sé stesso”. Qual è la tua missione attualmente?
“Non è una missione tangibile, bensì il discorso della ricerca personale e quindi della propria identità come esseri umani. Non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti di chi scrivo. Siamo in un momento storico in cui ci rendiamo conto di avere un’identità mutante, non definita, e per questo ricerchiamo la bellezza in quello che finisce per essere spesso e volentieri un falso modello in cui non ci ritroviamo per niente. Con questo EP parlo dell’accettazione di sé stessi, del sapersi lasciar guidare dall’istinto senza fregarsene di quello che pensano gli altri.
Questo EP quindi può essere considerato una parte del viaggio che stai compiendo alla ricerca di te stessa.
“Sì, ci sono tante altre cose che vengono toccate, affrontate e raccontate all’interno di un percorso. “Operazione Oro” può essere definita la partenza“.
C’è un brano contenuto in “Operazione Oro” al quale ti senti particolarmente legata?
“Sono molto legata alle due canzoni che ho scritto, composto e prodotto personalmente insieme al mio produttore Zef: “Viso Blu” e “Medicine”, perchè raccontano un lato importante di me e della mia vita“.
Com’è stato il processo di creazione in studio per questo progetto discografico?
“Il progetto nasce letteralmente tra le quattro mura di casa mia. Ho iniziato a scrivere e comprore i primi pezzi e ho ultimato il lavoro in studio con Zef, un bravissimo producer con il quale mi sono trovata molto in sintonia nella fase di creazione dell’EP. Penso che essere un team e fare squadra anche sul lavoro, sia fondamentale“.
L’8 marzo è stata la Giornata Mondiale della Donna. Cosa significa per te essere una donna che fa musica 2020?
“Mi sento molto fortunata, perchè nessuno mi ha mai ostacolato nel corso della mia carriera. Con Spotify Italia stiamo facendo moltissimi incontri sul ruolo della donna nell’industria musicale. Si tratta di un discorso di carattere sociale, oltre che musicale. Detto questo, sono molto felice di fare musica e non penso al fatto che mi possano ostacolare in quanto donna: faccio quello che voglio , che devo fare, e lo faccio soprattutto al massimo. Credo che quando una persona, uomo o donna, lavori tanto e con dedizione, possa raccogliere tutti i frutti del suo impegno. Voglio sperare che nessuno arrivi, ad oggi, ad ostacolarci per quello che vogliamo fare nel quotidiano. Dobbiamo essere tutti più reattivi, pur essendo un pochino più in difficoltà noi donne, e dobbiamo sostenerci tra di noi, cosa per niente scontata.
Quali sono i progetti e i deesideri per il futuro di Joan Thiele?
“Adesso che sono in quarantena, un desiderio di Joan è quello di andare a fare una passeggiata al parco. La figata di questo momento storico è che siamo nella merda, e pur essendo nella merda, dobbiamo organizzare il nostro tempo senza aver l’ansia e l’angoscia di dover fare tutto e subito. Cose che davamo per scontate, come uscire a prendersi un caffè con un’amica oppure andare ad un concerto, sono un privilegio. Dare importanza alle cose più piccole e più semplici è un desiderio è un mio progetto per il futuro“.
Redattrice web, milanese doc, scrivo e racconto la musica attraverso i miei occhi.