Un inizio novembre molto promettente quello della cantautrice viterbese Arianna Silveri, in arte Olivia XX, che il 5 novembre renderà disponibile su tutte le piattaforme digitali e su YouTube il suo terzo singolo, Leggera, che anticipa l’uscita del disco nel 2021.
Nell’intervistata ci racconta la grande soddisfazione per Solo una figlia, brano incluso nel disco Padroni di niente di Fiorella Mannoia e che la stessa Mannoia ha voluto fortemente cantare in duetto con l’autrice.
Ciao Olivia, posso chiederti il significato di XX?
XX sta per il cromosoma femminile ed inoltre, essendo nata nel 1990, sono una donna dell’ultimo decennio del ventesimo secolo e mi piaceva ricordarlo in qualche modo nel mio nome d’arte. Per quanto riguarda lo pseudonimo Olivia, la verità è che un motivo non c’è….
Sentivo l’esigenza di avere un altro nome per quello che facevo; Arianna mi piace molto però, quando scrivo, penso sempre di avere un alter-ego.
Mi succede una cosa strana: per scrivere esco fuori da me e poi torno, quindi dovevo dare un nome a questa entità e Olivia mi piaceva.
Ascoltando Leggera mi sembra che avessi l’esigenza di scrivere questa canzone, è così?
Si è così, Leggera è una canzone che è nata in circa mezz’oretta di piano e voce. Sono proprio tornata a casa, mi sono messa a suonare ed eccola.
Proprio come dicevamo prima a proposito dello pseudonimo, io non lo so chi ha scritto Leggera. È venuta così spontanea che è come se io fossi stata messa da parte; sono stata trasportata in una realtà parallela, scriverla è stata come una terapia.
Il mio insegnante, Giuseppe Anastasi, dice sempre che scrivo canzoni per non andare dallo psicologo; non a caso esiste la musicoterapia.
Le tue canzoni sono autobiografiche?
In parte sì e in parte no. Anche in quelle non strettamente autobiografiche racconto di cose che mi sono passate davanti, anche se non le ho vissute esattamente in prima persona.
Tutto quello che entra nella tua vita, anche tramite terzi, fa parte della tua vita, quindi in maniera molto allargata sono autobiografiche, ma non tutte.
In Sottovoce e Leggera è ricorrente il tema della libertà. Sei per il rimanere o per scappare in un rapporto?
Dipende dal rapporto: a volte bisogna avere la lucidità e l’amor proprio di capire se vale la pena rimanere o scappare.
Generalmente rimango, ma solo se sono innamorata e dipendente, cosa che mi è successa in passato. Sono rimasta quando non sarei dovuta rimanere.
Fondamentalmente non dipende dal rapporto ma da quanto io sono coinvolta nel rapporto.
Sei stata protagonista del Mei dello scorso anno, è difficile per una donna essere cantautrice e, per giunta, da indipendente?
Da indipendente relativamente bene, perché ho un’etichetta discografica che mi segue molto. Non potevo proprio desiderare di meglio e li ringrazio ogni giorno per come si rapportano con me.
Da donna la cosa è un po’ diversa, perché c’è ancora un po’ di maschilismo in questo settore.
Mi sembra che la donna, nella musica, sia ancora vista esclusivamente come interprete; dalla cantante ci si aspetta che sia bella e che canti le parole scritte per lei da qualcun altro.
Nel momento in cui una donna ha qualcosa da dire c’è un pregiudizio di sottofondo.
Si gioca sul falso complimento: nonostante sia donna riesci a fare bene. Un po’ come quando la Cristoforetti è andata in missione nello spazio e tutti dicevano: una donna nello spazio!
Com’è arrivata alle orecchie di Fiorella Mannoia il brano Solo una figlia, scritto da te e interpretato da entrambe nel suo disco in uscita il prossimo 6 novembre?
Devo capire ancora se l’ho sognato o sta accadendo davvero…La canzone è arrivata alle orecchie della Mannoia perché Carlo di Francesco, produttore musicale che è anche il suo compagno, collabora col mio arrangiatore.
Per questa circostanza, casualmente, ha ascoltato la canzone e poi l’ha fatta sentire anche a Fiorella. Non c’è stato nessun tipo di contatto ufficiale.
Io non credo molto al caso, son convinta che quella canzone dovesse arrivare a lei.
Il mio produttore mi ha chiamato di domenica dicendomi: Fiorella Mannoia vuole la canzone ad una condizione, che la cantiate insieme.
Ricordo che ero al mare su una spiaggia piena di sassi nelle Marche, il 16 agosto, mi sono inginocchiata e ho iniziato a piangere, è stata un’emozione totalmente inaspettata….
Tra l’altro io stavo vivendo un momento in cui mi sentivo inutile, perché questa estate è stata dominata dall’incertezza totale sul cosa avremmo fatto, musicalmente parlando, e proprio mentre riflettevo in riva al mare, è arrivata la telefonata!
Il disco, anche se in uscita a primavera 2021, è pronto?
Il quadro è pronto, manca solo la cornice, cioè la copertina. Doveva uscire a maggio e poi abbiamo deciso di aspettare il 2021.
L’unica indecisione riguarda una canzone che ho scritto subito dopo il lockdown, che si intitola appunto: 27 Aprile.
Il disco sarà composto da otto brani, compresi quelli già usciti, ai quali si aggiunge Leggera. I temi chiave sono l’introspezione e lo sguardo dal punto di vista femminile, per questo abbiamo messo la XX vicino a Olivia.
Il filo conduttore è la donna, in tutte le sue varie sfaccettature: la canzone con la Mannoia tocca il tema dei diritti delle donne e delle bambine; poi ci sarà Leggera che è nata in un momento di confusione sui sentimenti e tanti altri racconti…
Come funziona il processo creativo per te, parte da un’immagine, da una parola?
Di solito parto da un’idea in generale: mi siedo al piano e mi accompagno con gli accordi e le parole vengono subito, non aspetto mai che la canzone sia finita totalmente per aggiungerle. Spesso mi accorgo di quello che scrivo solo quando ho finito.
Tra le tue prime esperienze come cantante hai frequentato il CET, la scuola di Mogol, giusto?
Un po’ come tutte le cose nella mia vita, anche questa è successa per caso, grazie a un bando della Provincia di Viterbo.
A vent’anni volevo fare la ballerina, avevo iniziato a studiare canto da poco più di un anno e ho fatto la selezione non pensando che mi avrebbero scelta.
Invece mi hanno preso per il Corso Interpreti. Mentre stavo lì ho iniziato a suonare il piano per accompagnarmi, a scrivere e cantare;
i miei insegnanti hanno apprezzato e quindi ho continuato a seguire degli altri corsi… Il CET è un posto dal quale non andresti mai via!
Il video di Leggera, lo trovate anche qui sotto:
A cura di Alessia Andreon
