Intervista a Pos-Dok, fra scienza e musica

di InsideMusic

Bentornati a Gioved-indie, la nostra rubrica dedicata al mondo indie della musica italiana. Quest’oggi è il turno di Paolo Roberto Saraceni, noto come POS-DOK, cantautore presente nell’underground laziale, e che ha una particolarità: è un ricercatore scientifico.

Ciao Paolo, benvenuto nella nostra rubrica del giovedì più indipendente  del web, Gioved-INDIE, domanda introduttiva generale: cos’è per te l’INDIE e cosa si mantiene ancora INDIPENDENTE?

L’ Indie è quella musica che viene prodotta cosi’ come l’artista la concepisce ed e’ estranea ad ogni strategia di marketing discografico o per lo meno cosi’ dovrebbe essere…  Mah, indipendenti credo che siano le produzioni delle piccole etichette e quelle home made, come le mie, in cui in pratica si ha la libertà di poter far uscire il proprio pezzo come si vuole. Quali sono gli artisti indipendenti oggi? Non saprei, sicuramente lo sono quelli che non vengono mandati in radio.

Dimmi un po’: cosa bolle in pentola per POS-DOK? Continuerai a  pubblicare singoli – formula vincente attualmente nell’underground – o  presenterai un progetto compiuto, un LP?

Intanto Spero che la mia canzone “Profumo di Te” che mi sta dando tantissime soddisfazioni cresca ancora negli ascolti,  poi a breve uscira’ il mio nuovo singolo “Una Base che Spacca”, un brano dall’ anima rap, incrociamo le dita! Fare un LP per un artista che non ha nessuno dietro che lo sostenga e’ davvero difficile ma comunque io preferisco pubblicare singoli perche’ in questo modo così si ha la possibilità di far uscire una canzone solo quando se ne sente realmente la necessità.

Stando ai tuoi precedenti singoli, proponi un synth pop catchy e romantico allo stesso tempo. Quali sono le tue principali influenze?

Per quanto riguarda i testi tutto il cantautorato italiano per il quale fino a qualche anno fa ci stimavano in tutto il mondo. Invece per tutto il resto è la musica da tutto il Mondo, in particolare quella elettronica.

Tu sei un Ph.D., ricercatore nel campo della biologia e musicista. Da dove ti è venuta l’idea per  il tuo personaggio in musica?

Fin da quando ero molto piccolo avevo sempre sognato di fare canzoni, poi casualmente dopo una vacanza in Spagna ho scritto la prima e da allora non mi sono piu’ fermato. Naturalmente poi la passione per la scienza mi ha portato alla laurea e , dopo aver preso anche il dottorato, ho pensato di fare il post-dottorato nella musica e da qui’ il mio nome POS-DOK.

Questione più filosofica. Vi sono parecchi musicisti che, in realtà,  sono o sono stati scienziati: Bryan May dei Queen è un astrofisico, Art  Garfunkel un matematico… Come credi che possano coniugarsi creazione  artistica e mentalità scientifica?

Be’ nelle produzioni artistiche c’è bisogno di molta fantasia ed immaginazione che sono due delle caratteristiche principali della ricerca scientifica. Inoltre la mentalità scientifica ti porta a fare le cose in maniera ordinata secondo una struttura logica che anche nelle composizioni musicale è fondamentale.

Infine, cosa ne pensi del mondo dei talent? Credi che possa ancora essere una fucina di talenti?

Eccezioni a parte, io credo che non lo siano mai stati. I talent sono semplicemente dei programmi televisivi ed in quanto tali, i canoni televisivi come ad esempio quello estetico, prevalgono su quelli artistici. Hai mai visto vincere una persona brutta, non telegenica o grassa?Io no. Vengono riproposti ogni anno perche’ le Major mandando i propri artisti in televisione non devono spendere poi troppi soldi per la promozione e la pubblicita.’ In piu’ hanno dei guadagni sicuri, tanto piu’ alti quanto piu’ alto e’ lo Share del programma a cui partecipano i loro artisti. Sigh!

ph: Claudia Cavallo

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