N.A.I.P., acronimo che sta per Nessun Artista In Particolare, è ,a dispetto del nome, uno degli artisti più particolari che abbiano calcato il palco di X-Factor , non solo dell’edizione 2020 , ma dalla messa in onda del programma.
Con un lodevole atto di coraggio, N.A.I.P., al secolo Michelangelo Mercuri, si è presentato ad X-Factor in una veste improbabile, con un pezzo lontanissimo da quelle che erano state , almeno fino a quel momento , le linee guida musicali del programma.
Un outsider quindi, che è riuscito a stregare i giudici proprio con la sua strana poetica , nel rischioso equilibrio tra un genio ed un freak.
Entrambi , alla fine, non solo l’hanno spuntata, ma sono arrivati con lo stesso equilibrio fino alla fine , meravigliando pubblico e giudici per la profondità del freak e la stranezza del genio.
Ed oggi N.A.I.P. , con il suo Nessun Album In Particolare , è una delle novità più apprezzate del 2020.
Non potevamo farci scappare l’occasione di fare quattro chiacchiere con lui, per nessuna intervista in particolare, forse, ma molto più divertente del previsto.
Ciao Michelangelo, benvenuto su insidemusic.
Ciao mi senti? Perché c’è un poco di vento qui sul mare…
Ah, quindi sei uscito a prendere una boccata d’aria?
Si sai, sto facendo un po’ di passeggiate qui a casa mia in Calabria, nella desolazione della pandemia calabrese. Mi mancava molto il mio habitat, dopo 2 mesi e mezzo nella nebbia di Rho.
Quindi stai riuscendo a non farti travolgere dall’uragano X-Factor?
Beh sai un po’ di impegni ci sono, sto programmando già le cose da fare nel 2021, sperando che il mondo vada nel verso giusto. Sto preparando musica nuova e pensando già all’estate, intervallando con qualche intervista. Però ecco, mi sono immediatamente distaccato perché ne avevo bisogno.
Per cui ti sei fatto prendere ma con moderazione…
Si il distacco è fondamentale, poi certo, quando è il momento di buttarsi nella mischia lo faccio, ma dopo due mesi così, un paio di settimane servono.
Eh come minimo! Intanto oltre a ringraziarti per l’intervista ti ringrazio anche per averci tenuti attaccati alla tv per vederti
Grazie, sono contento quando mi dicono che ho anche divertito, soprattutto in questo momento.
Ti confesso che quando sei arrivato ad X-Factor pensavamo fossi lì per provocazione, per fare “quello strano”, invece poi ti sei rivelato un vero artista: qual era la tua intenzione?
Io sono andato lì conoscendo quello che sono ed anche conoscendo il rischio: se fossi uscito subito sarei rimasto solo il freak di Attenti al Loop. Attenti al loop è una sintesi massima ed estrema di molte cose che fanno parte della mia poetica, che spazia anche su altri lidi musicali, visto che di base sono musicista ; quindi io ero conscio di quello che era il potenziale, ed allo stesso modo lo ero del fatto che sarebbe potuto rimanere inespresso
Te la sei giocata insomma
Sì. Poi per fortuna è andata anche meglio di quanto mi immaginassi, e mi rendo conto che si è notato un cambiamento durante il programma, che è stata forse la cosa più forte.
Noi ci siamo stupiti vedendoti ogni volta, ma c’è stato un momento in cui sei stato tu a sorprenderti?
La mia grande sorpresa è stata aver passato il secondo live: Bla bla bla è stata una scelta improvvisata da Mika all’ultimo secondo, ed io ho proprio pensato “Mo che ca*** faccio?”. E così ho inventato un mondo in tempi strettissimi, un mondo musicale e concettuale, mi sono fatto veramente due giorni di lavoro serratissimo.
Per questo sono andato lì con una bozza d’idea pensando che forse avrebbe potuto essere per me il colpo di grazia. Per fortuna mi sbagliavo.
Poi c’è da dire che conoscendo la mia sensibilità, insieme al fatto di avere davanti dei giudici intenditori di musica, avevo in realtà immaginato che un pezzo come Amandoti ad esempio, avrebbe sorpreso positivamente. Proprio perché mi conosco molto bene, sapevo che avrei cacciato fuori l’asso nella manica.
Spesso fa paura essere sinceri, ma quando accade sul palco è la cosa più bella che possa capitare, ed io alla fine ho fatto vedere quello che ero davvero.
Dicevamo che tu sei arrivato con Attenti al Loop, però il ritornello di Oh Oh Oh ,“Più lo dico più ci credo più sbaglio” è il vero loop secondo me: cosa sbaglia N.A.I.P.?
Diciamo che questa cosa si muove su più livelli. Non esiste un giorno in cui arrivando a fine giornata non abbia contato qualche sbaglio. Quel brano in particolare lo scrissi perché ero entrato in una specie di vortice di errori di carattere sentimentale /amoroso, quindi quando lo scrivevo pensavo a quelle suggestioni li. Però credo che in realtà si estenda a tutti i tipi di errori che uno si ripromette di non fare più, e puntualmente si ritrova quasi come un malato che ha bisogno di qualcuno dall’esterno che gli dica NO. Ma finche non siamo noi a dire quel NO, le cose non cambiano un ca***.
In realtà la cosa bella è che io oggi, rispetto ad un paio d’anni fa quando ho scritto il brano, ci posso ridere sopra, perché riconosco che non sono più quella roba li. Direi che sono migliorato proprio a livello umano. Che c’è una via d’uscita dal loop dell’errore.
Ok c’è una luce infondo al tunnel quindi (rido)
SI- PUÒ – FARE ! (ridiamo tanto per questa citazione di Gene Wilder)
Alla fine comunque sei arrivato in finale, quindi hai avuto modo di vivere tutta l’esperienza fino in fondo: come collochi X-Factor all’interno del tuo percorso musicale?
Io ho affrontato X-Factor all’inizio con ostilità, perché vengo dal mondo dei club come tutti gli emergenti: serate che iniziano all’una di notte davanti al fonico e l’incasso invece di 250 euro diventa 150, con tutti i disagi del caso.
X Factor per me è sempre stato storicamente un nemico, perché l’ho sempre visto come il posto dove viene promossa la “patina”.
In realtà mi è stato proposto dal loro scouting, ed ho accettato dopo due anni di mail a cui non rispondevo mai ,perché pensavo proprio di non entrarci niente. Quando sono arrivati alla mia etichetta, con cui hanno avuto modo di interloquire, mi hanno spiegato che quest’anno puntavano su inediti e innovazioni. Questo, insieme alla presenza di Manuel Agnelli, che è più vicino al mio mondo, mi ha molto tranquillizzato.
E poi per me un palco è un palco: è televisivo ok, però è un palco.
Quindi l’ho affrontato come lo step di un percorso artistico, ed ho preso tutto ciò che di umano e professionale potesse darmi.
Quindi che bagaglio ti porterai, anche nei live?
Inevitabilmente qualcosa cambierà. Da ogni esperienza si deve prendere quello che serve e filtrarlo con la propria idea. Io per due mesi ho fatto del lavoro forzato con me stesso, ho cercato di assorbire tutto: dal giudice, dal tecnico, dal cameraman, dal parrucchiere e tutto questo è entrato a far parte del bagaglio di ciò che porterò anche nei miei spettacoli.
Sicuramente ci sarà molto degli insegnamenti imparati in questa esperienza, anche se il linguaggio di un live è diverso da quello televisivo. Il risultate sarà scioccante, divertente piacevole e umano.
Così hai fatto pace con X-Factor. Ma temi qualcosa di questa cassa di risonanza?
Guarda, io oggi ho fatto uscire un video del brano meno “xfactoriano” del mio EP. L’operazione che ho iniziato a fare è andare avanti, senza cancellare l’esperienza, che è stata molto bella: alla fine avevo quasi la lacrimuccia perché comunque conosci tanti addetti ai lavori che sono professionisti e che diventano famiglia. Adesso però devo riprendere il discorso mio artistico, con una visione forse un po’ diversa ma non stravolta. Lentamente mi riavvicinerò ad un qualcosa che a che fare col mio percorso; ma io, anche all’interno di X-Factor, ho fatto esattamente quello che facevo prima, quindi non ho deviazioni da correggere.
Non c’è pericolo di sbandare dunque
No no, sono anche fin troppo lucido! (ride) ogni tanto vorrei rincoglionirmi 10 minuti, farmi prendere da una gioia insensata così, invece sono sempre così lucido che è un cac****** di c**** (ridiamo)
Beh va bene anche così: alla fine un piede per terra per tenere l’equilibrio serve sempre no?
Certamente, soprattutto in certi contesti dove non tenere i piedi per terra è facilissimo, perché hai tutte le luci e le attenzioni rivolte verso di te, ed è un attimo sbilanciarsi. Ed invece no, a me non piace proprio, penso che un po’ della mia forza sia anche questo, il tenere la misura di quello che sono umanamente.
Per cui i progetti per il 2021 sono di continuare così?
Sono in programma già un paio di pezzi nuovi, vediamo che succederà appena riattaccherò per bene la spina, mi rimetterò a lavorare nel mio stanzino segreto in cui stacco dal tempo e dalle cose. Ma in generale ho una grande fame di palco, sia di starci che di andare ai concerti; quest’anno avevo già preso i biglietti per il Primavera sound, per l’Ypsigrock Festival che purtroppo sono rimasti in tasca. Ma vediamo come va il mondo, siamo ottimisti…non positivi, non usiamo per ora questo termine che è meglio!
Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)