“Pericolo Giallo” è il titolo del nuovo album di Giorgio Canali & Rossofuoco, uscito per La Tempesta Dischi il 13 ottobre scorso.
Caustico e dissacrante, “Pericolo Giallo” è il decimo LP della discografia ufficiale di Canali, il nono insieme ai Rossofuoco, e prosegue il percorso tracciato dal precedente “Venti” (2020).
Abbiamo intervistato Giorgio Canali per avere una visione più chiara di questo racconto spietato degli ultimi anni che, attraverso una scrittura schietta e spregiudicata, arriva a compiere una riflessione critica sul ruolo dell’essere umano all’interno di un occidente profondamente segnato dagli eventi recenti.
Con la franchezza espressiva che lo ha sempre contraddistinto, Giorgio ci ha detto la sua senza mezzi termini: termini che abbiamo solo “stellinato” ogni tanto, senza cambiarli o addolcirli, per non cadere anche noi in quello che lui stesso ha definito durante l’intervista “riformismo cosmetico”
Questa è la sincerità che ne è venuta fuori. Buona lettura.
INTERVISTA A GIORGIO CANALI
Giorgio, ‘Pericolo Giallo’ è il tuo decimo album ufficiale e segue il percorso tracciato da ‘Venti’. Ci puoi raccontare quali ispirazioni hanno guidato questo nuovo disco?
Semplicemente è come se fosse Venti 2.0, la continuazione logica e anche tecnica del lavoro precedente. Lo abbiamo registrato nelle stesse modalità con l’unica differenza che Venti è stato registrato durante il lockdown, in luoghi separati per DPCM, quindi obbligati a farlo così; questa volta ce lo siamo scelti noi. Perché comunque quando una cosa la voglio fare è un conto, quando mi obbligano è un altro. Diciamo che c’è un po’ di rivalsa del tipo ” ah ok mi avete fatto fare un album in questa maniera? E io lo rifaccio, così viene ancora meglio”. Le tematiche affrontate poi sono le stesse di Venti, un po’ come fare i Tre Moschettieri vent’anni dopo, solo che sono passati due anni.
L’album affronta eventi recenti e questioni sociali. ‘Pericolo Giallo’ nasce quindi come una riflessione?
Quello che ci circonda è esattamente quello che fa partire la scrittura. Infatti fino a che quello che mi circondava non mi riguardava, non sono riuscito a scrivere niente di nuovo. L’incubo della pagina bianca. Poi è ripartito tutto quanto con ” 11 canzoni di m*** con la pioggia dentro”, poi “Venti” e poi è arrivato questo. Questi 3 album li vedo un po’ come una trilogia del “ricominciamo a dire la nostra”. In un angolino, piano piano, come se fosse il logo di una TV commerciale, in basso a destra. Mi sento un po’ così.
‘Pericolo Giallo’ perché?
Pericolo giallo è semplicemente un concetto molto basilare: è la prima esperienza storica di contaminazione e manipolazione dell’informazione perché il potere potesse farsi i c*** suoi. A fine ‘800 sia in Europa che in America hanno iniziato ad aver paura che la popolazione asiatica stesse aumentando e probabilmente avrebbe superato quella dell’occidente. Quindi, c’era il timore di trovarsi con un un’invasione di “musi gialli”, come in maniera non politicamente corretta si usava dire all’epoca, sia fisica che culturale, costretti a sottostare ai loro usi e costumi. Paura fomentata nella stampa del tempo di un pericolo che in realtà non è mai stato tale. Quello è stato un po’ il primo esperimento sociale di manipolazione dell’informazione per poter distrarre la gente.
“Pulizie etiche” infatti affronta il tema del “politicamente corretto” e della cultura della cancellazione. Puoi spiegare meglio il significato della canzone e cosa pensi del “politicamente corretto” oggi?
In maniera semplice credo che sia un altro tipo di manipolazione che viene fatto per fare finta di risolvere i problemi usando parole diverse. Abbiamo risolto problemi dei diversi usando espressioni più dolci, ma in realtà non c’è parità con le minoranze. Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini ad esempio; si sta attuando un riformismo cosmetico che non risolve niente, ripulisce solo la facciata.
“‘Meteo in quattro quarti” sembra esplorare il connubio tra i mali del mondo e le preoccupazioni personali. Quale delle due sfere influenza più l’altra?
Per me l’amore è l’atto più politico che esista, quindi alla fine è normale che il tuo mondo venga invaso da quello esterno e viceversa. Quando stai male rompi il ca*** ai tuoi amici perché magari hai pene d’amore per esempio, capito? (ride)
“Come si sta (La guerra di Pierrot)” esplora invece la mancanza di pensiero critico nella società moderna. Qual è la tua opinione a riguardo?
Sinceramente mi chiedo come sia possibile che questa cosa sia successa. Tutto quello che era l’antagonismo degli anni settanta, di una certa fascia di persone di sinistra, si è ad un certo punto uniformato al pensiero corrente. Lo abbiamo visto negli ultimi frangenti con l’utilizzo della polizia e dell’esercito per la pandemia, magari perché c’era un idiota che correva da solo in spiaggia. Questo succede anche con certe prese di posizione nella situazione sulle guerre in corso: vedere la questione solo da un lato non va mai bene e vedere che la sinistra si è buttata nel calderone del pensiero unico mi crea un certo fastidio. Addirittura a volte il pensiero critico, se esiste, viene criminalizzato. Io ricordo all’epoca delle rivolte di sinistra degli anni settanta, quando chiesero a Cossiga ” come avete fatto sconfiggere la sinistra vicina al terrorismo” lui ha risposto “abbiamo iniziato a trattarli da delinquenti e la gente ci ha creduto”. Questo l’ho sentito con le mie orecchie e visto con i miei occhi in un’intervista in TV all’epoca dei fatti, non l’ho sentito riportare. Quindi: criminalizzare la dissidenza e se la gente ci casca hai vinto. Noi avevamo la maglietta Fatevi Fot*** con la stella a 5 punte ed il cerchio, ad un certo punto abbiamo detto ” con i chiari di luna che corrono, rovesciamola così sembra un pentacolo demoniaco, verremo forse indagati per satanismo però almeno non ci romperanno i maroni dal punto di vista dell’apologia di reato”
Come la mancanza di ironia che c’è in una certa fascia di gente che era abituata a scherzare ed a pensare, che viene completamente cancellata in nome del politicamente corretto. È una cosa che mi fa inca*** capisci?
Infine, “Fine del Mondo” è un brano che hai preso in prestito da Aleph Viola. Perché hai scelto questa canzone come chiusura dell’album? Rischiamo la fine del mondo?
Io sono nato con la paura del disastro atomico, negli anni sessanta, e crescere con la paura della bomba ti fa dire “beh, almeno verremmo spazzati via in un attimo, meglio di una guerra lenta e violenta”. Ma a parte questo, il fatto che lo abbiamo preso in prestito da Aleph Viola è stato un caso. Lui stava producendo il suo album e ad un certo punto voleva togliere un pezzo che non si incastrava con gli altri e registrarne un altro. Ci siamo messi lì con lui e Stewie, Marco era lì per caso a Bassano in studio ed ha messo il basso. Poi ci siamo detti: mandiamolo a Luca in Sardegna, così come abbiamo fatto per il resto del disco e lo registra lui.
E così abbiamo risolto il problema della batteria del pezzo. Quando poi è venuto fuori ci piaceva talmente tanto che abbiamo chiesto ad Aleph se potevamo usarlo anche per il nostro album. Quindi questo pezzo uscirà con lo stesso arrangiamento e la stessa registrazione nel disco di Aleph ed anche in Pericolo Giallo. L’unica differenza è che nel suo disco canterà lui e nel nostro disco canto io.
Mentre ti prepari per l’uscita dell’album, puoi darci un’anteprima del tuo tour in arrivo? Cosa possono aspettarsi i fan dalle performance live di “Pericolo Giallo”?
Abbiamo appena finito le prove, ma a me piace che le cose restino un po’ in bilico piuttosto che avere concerti perfetti ed impeccabili. Quando vado a vedere un gruppo o assisto ad un concerto e un mese dopo vedo lo stesso concerto identico non andrò mai più a vedere quel gruppo. Nel circuito del varieté o del pop, insomma della musica di m*** chiamala come ti pare, succede così. Perché dovrei fare la stessa cosa anch’io? Mi piace che ci sia un po’ di incertezza, abbiamo comunque provato i pezzi nuovi, alcune bozze di scaletta e credo che il concerto verrà fuori piano piano, data dopo data. Sarà una cosa da vedere: le nostre facce che si guardano a vicenda e dicono ” ma che c*** stiamo facendo?”
Le prossime date del tour di “Pericolo Giallo”
- 04.11 | FIRENZE – Glue
- 09.11 | ROMA – Monk
- 11.11 | PESARO – Spazio Webo – NUOVA DATA
- 17.11 | BERGAMO – Druso
- 02.12 | BRUXELLES – Piola – RossoSolo
- 16.12 | BOLOGNA – Locomotiv
- 06.01.24 | COLLE VAL D’ELSA (SI) – Bottega 26
- 16.02.24 | LIVORNO – The Cage
- 01.03.24 | MILANO – Arci Bellezza

Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)