Home Interviste Intervista a Claudym: “Tempo” è il brano più personale che ho scritto

Intervista a Claudym: “Tempo” è il brano più personale che ho scritto

by Paola Pagni

Tempo, il nuovo singolo di Claudym fuori da venerdì 07 Maggio, giunge a pochi mesi dall’uscita di “Nightmare”, pubblicato a febbraio dopo la firma con Island Records, con cui la poliedrica artista ha dato il via al suo nuovo percorso musicale.

L’atmosfera del videoclip di “Tempo” rispecchia perfettamente il messaggio che CLAUDYM esprime nel testo del brano. Le due mani che si avvicinano, esitano e si sfuggono, mentre lo scorrere dei secondi incalza inesorabilmente, simboleggiano i rapporti umani che spesso non vengono vissuti in pieno, i passi che esitiamo a compiere verso gli altri finché un giorno è troppo tardi.

Le luci colorate che illuminano il volto dell’artista ne esaltano le sensazioni e le parole, dalla rabbia alla nostalgia, fino al coraggio di sfiorare le mani dell’altro prima dello scadere del tempo.

«Con questo brano parlo alle persone con le quali metto un freno, anche se vorrei comportarmi diversamente. – racconta CLAUDYM Spesso mi addormento sapendo che me ne pentirò quando non ci sarà più tempo, e sarà il mio dolore più grande. Voglio dire che il momento giusto è solo adesso e che non si può rimandare più».

In questi anni CLAUDYM si è fatta conoscere e apprezzare per il suo talento e la sua poliedricità, tanto da essere stata nominata, a marzo 2021, “Artista del mese” da MTV.

Abbiamo scambiato qualche battuta con Claudym, per farci spiegare da lei qualcosa di più su questo suo intimo mondo, che ha deciso di non nascondere più.

Intervista a Claudym

Tu scrivi i testi e componi le tue canzoni, e i temi che affronti sono anche molto personali. Non ti spaventa parlare di te?

Ciao ragazzi, grazie dell’invito! Mi spaventa abbastanza parlare di me, infatti (senza nulla togliere agli altri pezzi) credo che “Tempo” sia il brano più personale che ho scritto. Ho sempre cercato di romanzare il mio vissuto, affidandolo ad un altro soggetto diverso da me (come se stessi parlando di un’altra persona) e questo mi ha aiutato e mi aiuta ad aprirmi. In “Tempo” ho sentito dall’inizio che la “protagonista” ero io.

“Tempo” affronta un tema molto attuale, quello dell’importanza di vivere il momento, per il rischio di pentirsi di non aver vissuto le cose. Lo hai concepito in questo periodo?

Sì, credo che il periodo che stiamo vivendo abbia fatto il suo per appesantire la situazione. In generale è però un tema che affronto in superficie da anni e ho pensato finalmente di andare più a fondo e fissare un punto di partenza per cambiare le cose.

A marzo 2021 sei stata nominata “Artista del mese” da MTV: che effetto ti ha fatto?

Mi ha fatto super piacere! É stato un traguardo per me importante perché ho avuto la fortuna di crescere negli anni ’90, gli anni d’oro dei videoclip. Ho subìto il fascino dei video di MTV, credo che siano una parte fondamentale della nostra generazione, ed essere lì qualche dopo è stato emozionante.

Tu hai l’arte nel sangue, sei anche una bravissima disegnatrice: quale di queste due passioni è nata per prima?

Mi sono fatta conoscere inizialmente per le mie illustrazioni. Quella per l’arte era una passione che gestivo con maggiore confidenza, non dovendo metterci la faccia. Pian piano poi ho cercato di portare avanti entrambe le strade e, quando possibile, di farle incrociare.

Quali sono le tue ispirazioni musicali?

Ho un sacco di artisti che mi ispirano, perché da sempre ascolto un po’ di tutto, non ho un genere preferito, e credo che questo poi si veda nella mia musica. Mi piacciono gli artisti che sperimentano e che hanno un grande carisma. Elton John, Bjork, Tyler The Creator, 21 Pilots, Blur, Benee, Upsahl, Arlo Parks, Billie Eilish, Radiohead, The XX, Rex Orange County… e molti altri. Non ci sono confini, da ognuno di loro credo di aver preso qualcosa e magari non necessariamente nel suono ma anche in ciò che sta attorno.

Collochi la tua musica in un genere di riferimento o preferisci le contaminazioni?

Penso sempre al pop come punto di partenza che voglio poi assolutamente contaminare. Vorrei che la mia musica fosse in un certo senso coraggiosa e capace di parlare al grande pubblico, quindi in modo “semplice” ma senza utilizzare gli schemi classici della musica pop. Amo sperimentare e cercare di portare il mio sound su vari mondi, sia per imparare, sia perché mi annoia ripescare suoni già usati. Vorrei che ogni occasione fosse buona per aggiungere qualcosa di nuovo e percorrere nuove strade.

Come procede la lavorazione del primo album?

Bene, ma come sempre con alti e bassi perché è un processo difficile. Ci sono volte in cui trovi subito la chiave giusta, altre in cui ci metti giorni, mesi… soprattutto quando si cerca di far dialogare mondi differenti insieme: la ricerca diventa lunga perché non sempre è immediato capire il mix giusto per far funzionare le cose.

Ci saranno altre sorprese prima dell’album?

Sì sicuramente! Vorrei prima di tutto farmi conoscere bene, portare il mio sound al pubblico piuttosto che imparare a fare la musica che funziona, e questa è per forza una strada un po’ più lunga. Penso però che sia importantissimo e necessario dare varietà all’ascoltatore e ritagliarsi la propria fetta (piccola o grande) all’interno della musica.

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