Intervista a CANARIE: IMMAGINARI è un album con la salsedine addosso

di Paola Pagni

Immaginari è il secondo disco di CANARIE, la band fondata da Paola Mirabella e Andrea Pulcini, che torna a due anni di distanza da Tristi Tropici, album d’esordio.

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore? Di un solletico universale da provare prima o poi, della noia nel dover sorseggiare sempre lo stesso brodo, delle stagioni che passano inesorabilmente, della pelle che cambia il suo aspetto trasformando gli amanti in licantropi, ciclopi o cannibali di loro stessi.

Immaginari parla di questo, ma soprattutto di quelli che possiamo riassumere come “possibili finali”.

Abbiamo approfondito questi temi, spinti dalla curiosità per un disco dal sound sorprendente, proprio con Andrea Pulcini.

Questa è la nostra intervista a Canarie.

L’atmosfera di questo album è sognante rilassata quando è stato concepito questo lavoro?

A dire il vero durante in questo periodo di lockdown. Ci siamo immersi in tante letture, abbiamo avuto tanto tempo personale, e da tutto questo tempo passato ad accumulare informazioni, a seminare idee sono venute fuori 16 canzoni che abbiamo poi deciso di dividere in due parti. Però sì, sono figlie di questo periodo di clausura. Forse anche per contrasto, i pezzi hanno questa salsedine addosso, un desiderio di essere vicino al mare come elemento purificatore. Hanno un aspetto arioso come una brezza marina.

È stato un modo per evadere?

Beh, non a caso il disco si intitola immaginari, che vuol dire tante cose ma che è anche il frutto di un’immaginazione, quando sei fermo a livello fisico, con la mente puoi viaggiare liberamente

Ogni canzone è una storia, ma a cos’è che dà forma alle vostre storie?

Noi siamo amanti dei melodrammi, con i loro funambolici conflitti sentimentali, perché ci sembra interessante riassumere all’interno di una canzone più possibili finali di una storia sentimentale. Tutte le canzoni parlano di storie sentimentali. Ci sono varie sfumature, una mappa molto ampia di possibilità in cui queste relazione possono evolversi, Sono tentativi. Gli elementi autobiografici sono più presenti nella seconda parte, ma comunque diluiti all’interno delle storie che abbiamo trattato.

Il leit motiv è sempre la relazione sentimentale vista come possibilità, trattata nei vari modi e soprattutto nel suo finale, quando iniziano e vedersi delle crepe perché è il momento più interessante da analizzare.

Ci sono quindi più livelli di lettura di queste canzoni?

A noi piace sempre citare una frase di Morales, che parlando del Samba dice che ha bisogno sempre di una dose di tristezza altrimenti non potrebbe esistere. Però è una tristezza che ha la speranza di non esserlo più prima o poi.

C’è sempre la forza di alzare lo sguardo, guardare avanti e deglutire un altro sorso.

Quindi al di là dell’aspettto musicale leggero, senza dubbio ci sono livelli di lettura più profondi.

 Perché quindi l’idea di dividere il lavoro in due parti?

In realtà ci piaceva l’idea di fare un canzoniere liquido che coprisse un intero anno solare. Volevamo pubblicare 4 ep, uno per stagione, da 4 canzoni l’uno. Poi abbiamo deciso per la divisione in 2 parti. Ci piaceva che le canzoni non si esaurissero tutte in un ascolto, che fossero un po’ decantate e digerite, dare insomma il tempo di assimilarle sui vari livelli di lettura appunto.

Avere una gestazione un po’ più lunga.

 Il vostro sound deriva da una ricerca mirata?

Sia io che Paola veniamo da percorsi artistici differenti, che negli anni si sono pian piano levigati. Il nostro primo disco forse aveva un sound più omogeneo; qui abbiamo voluto omaggiare tutti i tipi di influenze, cose che abbiamo ascoltato nell’ultimo anno. Dalla ballad acustica, al pop, all’elettronico. Non volevamo restare su un unico genere ma rendere omaggio a tutti i generi che ascoltiamo. A noi piace andare a cercare musiche antiche, anche di chi ha pubblicato un solo disco: ci piace andare a cercare le radici.

Abbiamo messo un po’ tutto questo e quindi sicuramente c’è stata una ricerca data dalla curiosità e dalla voglia di non fossilizzarsi su un unico genere.

Già di per sé il nostro è un pop molto ampio.

Se dovessi consigliarmi un brano da cui partire, che faccia da incipit a tutto l’album, quale sarebbe?

Ti direi la canzone che da inizio all’album che si chiama Quadri Ribelli. È una canzone programmatica a livello tematico perché c’è una sorta di sunto di tutti i temi di cui si parla del disco.

C’è questo personaggio che fa una sorta di bilancio finale della propria esistenza, e nell’ultimo istante c’è quel pizzico di voglia di fuggire da questa fine, come un quadro ribelle che si rifiuta di essere fissato su una tela.

 Avete già pensato a portare questo lavoro live, tra l’uscita della prima e la seconda parte?

Ovviamente noi lo speriamo vivamente come tutti i lavoratori dello spettacolo. Qualcosa si sta muovendo, siamo tutti ai blocchi di partenza ad aspettare il via per i live.Prima dovremo capire tutte le direttive, comunque noi ci siamo e ci faremo trovare pronti.

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