“Le Parole” è il titolo del nuovo singolo di SAVMA, musicista di origini siciliane, trapiantato a Roma per realizzare il suo grande sogno: scrivere canzoni.
La canzone nasce dalla penna dallo stesso Savma, affiancato alla produzione artistica da Gentile, e vuole mandare un messaggio forte a chi ascolta: si può costruire insieme un mondo migliore e inclusivo, basta dare il giusto peso a “Le Parole”.
Quello che mi ha incuriosito è l’accostamento di un testo così cantautorale a un sound che non ti aspetti, pop elettronico.
Questo è il suo singolo è targato Maionese Project di Matilde Dischi, etichetta con la quale sta lavorando all’uscita di un Ep per il 2022.
Nella tua canzone sottolinei l’importanza delle parole: mi viene in mente la canzone di Samuele Bersani/Pacifico “Le mie parole”. Quanto pesano per te?
È un gran complimento se il mio brano ti fa venire in mente un cantautore meraviglioso come Samuele Bersani che ho sempre stimato artisticamente e, soprattutto, un capolavoro come “Le mie parole”, un testo che conosco molto bene. “Le Parole” per me contano e pesano più di uno schiaffo.
L’importanza di ogni singola parola che viene detta può fare la differenza, nel bene ma anche nel male e ognuno di noi dovrebbe capire che, a volte, sono lame che ti tagliano di netto.
Ognuno ha la sua storia, la sua vita, nessuno può sapere cosa c’è dentro una persona o tra le pieghe di un volto ed è per questo che dobbiamo dosare e soprattutto pensare prima di esprimere concetti. Abbiamo la fortuna di avere avuto un grande regalo, l’intelletto: usiamolo.

Dici che “il mondo è da rifare”: pensi si possa tornare indietro ora che, attraverso i social, si può comunicare qualsiasi cosa, anche in modo violento o comunque errato?
Non è affatto facile, ma non dobbiamo credere e pensare che tutto deve necessariamente andare come vuole il periodo storico che stiamo attraversando, siamo comunque noi a scegliere che messaggio dobbiamo dare attraverso i social e la nostra capacità sta nel saper distinguere.
Spesso sento che la gente evita di commentare quel qualcosa che non è arrivato come doveva e poi invece si lamentano, magari chiacchierando con l’amico o il collega o in famiglia: se tutti avessero il coraggio di scegliere, forse – anzi ne sono sicuro- questo nostro grande meraviglioso mondo con tutte le sue diversità si potrebbe rifare.
Altro tema che tratti in questo singolo sono le diversità, viste come ricchezza. La musica è sempre stata un veicolo per superare qualsiasi tipo di ostacolo, è anche per questo che hai scelto un sound così elettronico?
Tutte le diversità in generale sono una ricchezza, ci insegnano alla tolleranza e alla nostra personale crescita, la diversità è libertà di espressione.
La musica fa parte della nostra vita da sempre, ci accompagna nei momenti tristi ma anche in quelli gioiosi.
Con questo mio brano volevo arrivare indistintamente a tutti e per farlo dovevo trovare la giusta unione tra un testo forte e importante e un sound giovane e fresco. Per questo motivo abbiamo deciso di usare un linguaggio musicale pop/elettronico.
Da cosa nasce il tuo pseudonimo?
Non volevo stravolgere completamente la mia identità, perché sono e resto quello che sono da sempre.
Ti dico che è stata davvero dura capire come arrivare diretto alla gente con un solo nome che poteva identificarmi, finalmente è arrivato Savma.
Sono le iniziali del mio nome e cognome. Per dirla tutta, sono stati i miei nipoti che mi hanno ispirato: un giorno a tavola il più piccolino, di tre anni, mi chiamò “zio Savma” perché non riusciva a dire tutto il mio nome e quindi “eureka”! Savma.
Questo singolo è preludio di un Ep per il 2022?
Siamo già lavorando con la mia etichetta su nuovi brani e molto presto, anzi prestissimo, uscirà il secondo singolo.
Quello che ci siamo prefissati è proprio questo, che nel 2022, finalmente dopo tanto lavoro, arriveremo al progetto finito con un Ep che spero davvero possa piacere a tutti perché sarà pieno di tante emozioni, storie ed esperienze biografiche.

Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)