Il Movimento Jazz is Back ha presentato le proprie proposte alla Camera

di Leslie Fadlon

Se non si aumentano i finanziamenti il mondo del jazz rischia l’estinzione”. E’ l’allarme lanciato oggi da Eugenio Rubei durante la presentazione alla Camera della piattaforma ‘Jazz is back’ con la quale il figlio di Giampiero Rubei, storico promotore della cultura jazz in Italia, insieme a Lino Patruno, chiede “una distribuzione più equa dei fondi dello spettacolo”. Il deputato di Fratelli d’Italia e responsabile Cultura del partito, Federico Mollicone, ha definito il lancio della piattaforma “un segnale importante per un settore come quello della musica jazz troppo spesso dimenticato dalle istituzioni”. E ha manifestato l’intenzione di “appoggiare in ogni sede le rivendicazioni portate avanti da Rubei e Patruno: è necessario l’aumento dei fondi destinati al settore e la destinazione di quota parte degli stanziamenti del Fondo emergenze spettacolo dal vivo anche al jazz”. Un genere musicale, ha ricordato Patruno che se ne occupa dal 1955, “nato dagli italiani. Il primo disco inciso risale a 103 anni fa, al 1917, ed è di Nick La Rocca, figlio di Girolamo La Rocca che emigrò a New Orleans dalla sua Salaparuta, in Sicilia. ma in tv non ne parla nessuno, si invitano trecento volte al giorno solo Al Bano e Romina…”.

Maggiori aiuti al jazz, forma musicale dalle origini italiane, sostenuto in maniera inadeguata dal Mibact. Questa la richiesta avanzata oggi, in una conferenza stampa alla Camera, da esponenti di diverse forze politiche nel corso della presentazione della piattaforma “Jazz is back”. “Raccogliamo l’allarme lanciato dal mondo jazzistico italiano e chiediamo al ministero dei Beni culturali un ampliamento dell’attuale sostegno”, ha detto il capogruppo Fdi in Commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone, che ha spiegato: “Esiste per il jazz un fondo extra Fus di 500mila euro, ma sono risorse inadeguate soprattutto in epoca di Covid-19 dove i locali e gli spettacoli patiscono forte restrizioni. Con i colleghi di commissione agiremo in maniera congiunta per far sentire la voce di questo settore in sofferenza”. “Presenterò un question time in commissione diretto al ministro Franceschini per la necessità dell’aumento complessivo dei fondi destinati al jazz e, al dl Rilancio, presenteremo un ordine del giorno, trasversale con colleghi di maggioranza e opposizione, per garantire che nei decreti attuativi del Fondo Emergenze parte dei fondi sia destinata al jazz, istituendo anche un tavolo con la categoria – ha aggiunto Mollicone –. Condividiamo, infine, la proposta del collega Mariani per coniugare ambiente e musica, in connubio che, date le restrizioni Covid, possa garantire la fruizione musicale ma all’aria aperta, in parchi, e incentivare il turismo a bassa intensità”.

Anche il deputato Nicola Acunzo (Misto) ha sposato la proposta di “portare la musica jazz nei parchi, magari attraverso iniziative coordinate con il ministero dell’Ambiente”. Stefano Fassina (Leu) ha invece suggerito “di utilizzare il decreto Rilancio, all’esame in questi giorni della Camera, per far passare in maniera congiunta qualche emendamento che possa portare contributi al jazz”.
La conferenza stampa, alla quale era presente anche la deputata Flora Frate (Misto) è stata chiusa da Luigi Casciello (FI) il quale ha affermato: “Il problema principale sono i costi e la carenza di pubblico dovuti alle norme sul distanziamento. Quella di fare pressione sul Mibact, indicata da Mollicone, è la strada maestra”.

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