Il 4 luglio, noto anche come Independence Day, è una delle feste più importanti negli Stati Uniti. La tradizione delle celebrazioni del Giorno dell’Indipendenza risale al XVIII secolo e alla rivoluzione americana. Dal 1776 ad oggi, il 4 luglio è celebrato come la nascita dell’indipendenza americana, con festeggiamenti che vanno dai fuochi d’artificio, sfilate e concerti a riunioni di famiglia, fino a eventi sportivi di grande portata
Come per noi il 25 aprile – anche se ultimamente vogliono farci perdere il senso e l’importanza storica di questa festività – e il 2 giugno, per gli statunitensi il 4 luglio non è mai stato un giorno come un altro. Perché l’Indipendence Day è il giorno dedicato allo spirito indomito di una nazione che ha gettato le sue fondamenta della sua mitologia proprio sulle seconde opportunità e sulla forza di creare la propria strada da sé, in totale autonomia dai poteri forti centrali.
In sostanza, il famigerato “sogno Americano” è proprio questo, quell’individualismo necessario che si fa collaborazione per forgiare un destino comune di democrazia. Un patriottismo di cui le arti, il cinema su tutte, si sono fatte, e si fanno tutt’ora, portavoce. Tra i film memorabili ne annovero solo tre: Nato il quattro luglio, pellicola con Tom Cruise del 1989 firmata Oliver Stone; il capolavoro assoluto di Roland Emmerich, Independence Day, datato al 1996 e premiato con l’Oscar per i Migliori effetti speciali; e l’emozionante Il Patriota, datata 2000 e interpretata, tra gli altri, da Mel Gibson e Heath Ledger.
Cenni storici
Quando le battaglie iniziali scoppiarono nella guerra rivoluzionaria nell’aprile del 1775, pochi coloni desideravano realmente la completa indipendenza dalla Gran Bretagna, e quelli che lo facevano erano considerati dei radicali. Verso la metà dell’anno successivo, tuttavia, molti altri coloni volevano l’indipendenza, grazie alla crescente ostilità contro la Gran Bretagna e alla diffusione di sentimenti rivoluzionari come quelli espressi nell’opuscolo “Common Sense”, pubblicato da Thomas Paine all’inizio 1776.
Il 7 giugno, quando il Congresso continentale si riunì alla Pennsylvania State House – in seguito Independence Hall – a Philadelphia, il delegato della Virginia Richard Henry Lee introdusse una mozione che chiedeva l’indipendenza delle colonie. In mezzo ad un acceso dibattito, il Congresso rinviò il voto sulla risoluzione di Lee e nominò un comitato di cinque uomini – tra cui Thomas Jefferson della Virginia, John Adams del Massachusetts, Roger Sherman del Connecticut, Benjamin Franklin della Pennsylvania e Robert Livingston di New York – per redigere una dichiarazione formale che giustificasse la rottura con la Gran Bretagna.
Il 2 luglio, il Congresso continentale votò a favore della risoluzione dell’indipendenza di Lee in un voto quasi unanime. Il 4 luglio il Congresso continentale adottò formalmente la Dichiarazione di Indipendenza, che era stata scritta in gran parte da Jefferson. Anche se il voto per l’indipendenza reale avvenne il 2 luglio, da allora il 4 diventò il giorno di celebrazione della nascita dell’indipendenza americana.
In pochi sanno che John Adams riteneva che il 2 luglio fosse la data corretta in cui celebrare la nascita dell’indipendenza americana e, secondo quanto riferito, avrebbe rifiutato gli inviti ad apparire agli eventi del 4 luglio in segno di protesta. Inoltre, il caso volle che Adams e Jefferson morirono entrambi il 4 luglio 1826, il 50° anniversario dell’adozione della Dichiarazione di Indipendenza.
Negli anni pre-rivoluzionari, i coloni celebrarono annualmente il compleanno del Re, che tradizionalmente includevano il suono delle campane, i falò, le processioni e vari eventi. Le cosa cambiarono drasticamente durante l’estate del 1776 quando alcuni coloni celebrarono la nascita dell’indipendenza tenendo per il re Giorgio III funerali funebri, come modo per simboleggiare la fine della presa della monarchia sull’America e il trionfo della libertà. Feste, tra cui concerti, falò, sfilate e sparatorie di cannoni e moschetti di solito accompagnavano le prime letture pubbliche della Dichiarazione di Indipendenza, iniziando subito dopo la sua adozione. Philadelphia tenne la prima commemorazione annuale dell’indipendenza il 4 luglio 1777, mentre il Congresso era ancora occupato dalla guerra in corso. George Washington emise doppie razioni di rum a tutti i suoi soldati per celebrare l’anniversario dell’indipendenza nel 1778 e nel 1781, molti mesi prima della vittoria americana, il Massachusetts divenne il primo stato a rendere il 4 luglio una festa ufficiale di stato.
Dopo la guerra rivoluzionaria, gli americani continuarono a commemorare l’Independence Day ogni anno, in celebrazioni che permisero ai leader politici emergenti della nuova nazione di rivolgersi ai cittadini e creare un sentimento di unità. Nell’ultimo decennio del XVIII secolo, i due principali partiti politici – il Partito federalista e democratico-repubblicano – iniziarono a tenere celebrazioni separate del 4 di luglio in molte grandi città.
La tradizione della celebrazione patriottica divenne ancora più diffusa dopo la guerra del 1812, in cui gli Stati Uniti affrontarono nuovamente la Gran Bretagna. Nel 1870, il Congresso degli Stati Uniti rese il 4 luglio una festa federale; nel 1941, la disposizione fu estesa per garantire una vacanza retribuita a tutti i dipendenti federali. Nel corso degli anni, l’importanza politica della vacanza sarebbe diminuita, ma il Giorno dell’Indipendenza è rimasto un’importante festa nazionale e un simbolo di patriottismo.
A partire dalla metà dell’estate, il 4 luglio è diventato un punto focale delle attività per il tempo libero e un’occasione comune per le riunioni familiari, spesso con fuochi d’artificio e barbecue all’aperto. Il simbolo più comune della festa è la bandiera americana, e un accompagnamento musicale comune è The Star-Spangled Banner, l’inno nazionale degli Stati Uniti.
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