Uno squalo in copertina e già la mia attenzione, surrogato di un’adolescenza segnata da cult come i film di Steven Spielberg, è calamitata verso questo nuovo progetto discografico della band milanese.
A conferma delle mie supposizioni arriva feroce come un tuono il primo singolo, la title track Fidatevi, accompagnata da un videoclip altrettanto crudo ed urbano. “Scriviamo le canzoni sui piatti pronti”, in questo caso gli articoli di musica, ma la frase mi sembra sarcasticamente calzare a pennello con la situazione. Un brano che vale un disco. Quante volte vi è capitato di preordinare un album già soltanto sedotti dal singolo? A me capita spesso e di conseguenza, quando arriva a casa e lo fai girare a volume esagerato in macchina, hai tutte le conferme del caso.
Una bella scossa elettrica a tutto il panorama del cosiddetto It-pop, negli ultimi anni saturo di melodie e sintetizzatori, che riporta l’attenzione su quelle sonorità anni ‘90 che non dispiacciono al pubblico cresciuto a pane ed Afterhours.
A lasciarci intravedere un barlume di romanticismo e malinconia è invece il secondo singolo, Tra le vite degli altri, un testo personale urlato in faccia all’ascoltatore, che a differenza del primo singolo si lascia trasportare dal tema del brano, sicuramente meno rock ma allo stesso tempo calzante con le sonorità dell’album.
Dunque, nonostante due singoli agli antipodi che riassumono perfettamente le diverse dinamiche di Fidatevi, mi sento di citare i brani che più mi hanno colpito durante l’ascolto del nuovo disco: un lato A sicuramente ricco di perle. Infatti passati i due singoli inseriti nella tracklist come primo e secondo brano, l’album prosegue con Spettri e Crateri, due canzoni altrettanto violente nella musica e nei contenuti, se non vi hanno sedotto i primi due pezzi, arrivati a questo punto abbiamo chiare le intenzioni e le sonorità della band.
Non posso non lasciarmi coinvolgere dal forte impatto live di questo nuovo lavoro che mi sta facendo pian piano bramare il loro concerto a Roma, al quale non mancherò decisamente. Se il disco suona così potente, figuriamoci il live. Tra l’altro i concerti dei Ministri, insieme a quelli di band come i FASK o gli Afterhours, si sono sempre posti nell’Olimpo degli spettacoli dal vivo nel panorama musicale indipendente italiano, dando tutto al loro pubblico, in ogni data, sempre al massimo.
Bisogna attendere il quinto pezzo per cadere in un brano struggente che già dal titolo, Tienimi che ci perdiamo, lascia intendere tutta la malinconia e la poesia di una storia d’amore probabilmente al capolinea o comunque non all’apice dell’innamoramento. Un terzo singolo volendo azzardare una previsione, che arriva dritto allo stomaco ed al cervello senza bisogno di scream questa volta.
Arriviamo alla gola ormai secca ed alla pancia che brontola, altrimenti finiamo Mentre fa giorno ed abbiamo ancora fame.
La Signorina V stavolta ci stupisce con un piatto di selvaggina, carne nera caratterizzata da un gusto potente, come il disco in questione. La lepre in salmì, pietanza lombarda come i nostri artisti, è un piatto dal carattere deciso e con colorazione scura, ottenuta aggiungendo a fine cottura del cioccolato fondente (per sostituire il sangue, che caratterizza invece la lepre al civet), sapore dolce-amaro che ci piace assimilare al velatissimo lato romantico citato sopra. Un piatto, ed un disco, non per i deboli di stomaco, poiché l’animale viene preparato intero con cuore e fegato.
Anche Memoria breve calamita la mia attenzione, “Ognuno ha visto una stella cadere e ha pensato: e se funziona davvero?”, lo ammetto l’ho fatto anche io, nonostante il mio ateismo mi sono sempre lasciato uno spiraglio aperto per dialogare con la spiritualità, con la superstizione, con l’anima. Da musicista, più in generale da artista, non posso ignorare del tutto l’anima e la spiritualità, riducendo la musica ad un’accozzaglia di numeri, tempi e frequenze.
“Ci sono troppe anime per avere un solo dio da scegliere”, ce lo confermano anche i Ministri nella bellissima Un dio da scegliere; filosoficamente condivido la posizione e tutte le riflessioni che ne conseguono. Va bene, basta con la teologia e la filosofia che altrimenti ci perdiamo ed io ho sete. “Cogito ergo bibo” volendo parafrasare Cartesio, schernendolo anche un pochino, la rock band milanese avrebbe urlato: “Bevo, bevo, bevo!”.
Stappiamo allora un buon Barolo, del nord Italia anch’esso, perfetto per il piatto scelto e la nostra band. Vino dal sapore robusto con caratteristiche particolari, terroso al palato, con note di liquirizia e caffè, al naso intenso e persistente.
Rimane in testa il ritornello-filastrocca di Due desideri su tre, avviandoci verso gli ultimi brani dell’album, che si chiude magistralmente con un arpeggio di chitarra, quello dell’intro di Dimmi che cosa e di nuovo ci ritroviamo a porci quesiti esistenziali sulla felicità e sulla fragilità dell’uomo moderno, attaccato a tutto ma costantemente sospeso nel vuoto di un futuro sbiadito. Una vera e propria ricerca di un credo quella dei Ministri che al termine del disco ci abbandonano con una serie di domande, dopo che ci siamo fidati, persi e ci siamo aggrappati alle nostre anime, graffiandole con le distorsioni elettriche e le ritmiche aguzze, come i denti di uno squalo, quello in copertina se volete.
Queste tutte le date del “Fidatevi Tour”:
05/04/2018 – BOLOGNA – ESTRAGON
06/04/2018 – PADOVA – GRAN TEATRO GEOX
09/04/2018 – MILANO – ALCATRAZ
12/04/2018 – TRENTO – SANBA’POLIS
14/04/2018 – ROMA – ATLANTICO LIVE
19/04/2018 – VENARIA REALE (TO) – TEATRO DELLA CONCORDIA
20/04/2018 – NONANTOLA (MO) – VOX CLUB
24/04/2018 – FIRENZE – OBIHALL
27/04/2018 – MOLFETTA (BA) – EREMO CLUB
28/04/2018 – NAPOLI – CASA DELLA MUSICA
30/04/2018 – PERUGIA – AFTERLIFE LIVE CLUB
Leonardo Angelucci
