Home Interviste Hema presenta il nuovo singolo Murales – INTERVISTA-

Hema presenta il nuovo singolo Murales – INTERVISTA-

by Paola Pagni

Hema racconta la percezione di sé come bersagli facili di fronte alle difficoltà della vita, in un percorso di consapevolezza del proprio valore: così come siamo non siamo affatto male e possiamo lasciare un segno in questa vita proprio come fa un murales dentro la città.  

Attuale, creativo ma soprattutto talentuoso, con la sua determinazione, sensibilità vocale e musicale Hema ha conquistato la commissione artistica del Tour Music Fest – The European Music Contest, presieduto da Mogol e Kiara Dioguardi, e si è aggiudicato un posto per le fasi finali della manifestazione che quest’anno giunge alla XIII edizione.

Da poco è uscito il nuovo singolo “Murales”, in radio e su tutte le piattaforme digitali da oggi. Il brano, scritto da Hema e prodotto da Mario Tortoriello & Giuseppe Panza (Torthos & Alone), anticipa il secondo album dell’artista, in uscita nel 2022.

I suoi murales rappresentano un po’ tutti noi, ce lo ha spiegato durante la nostra intervista.

Intervista a Hema

Sono incuriosita da questo titolo e da questa similitudine che fai: in che cosa siamo simili a murales?

Credo che gli esseri umani, come i murales, siano una forma d’arte. Noi viviamo cercando di fare qualcosa che resti, in qualche modo cerchiamo quindi di lasciare la nostra firma nel mondo. Esattamente come un murales, che resta lì per mostrarsi a chi passa, dopo che è stato realizzato. Ognuno nella propria vita si dà uno scopo, un obbiettivo e fa un determinato percorso, ognuno con le proprie armi, per combattere situazioni difficili. Tutto ciò che ci segna lo affrontiamo come possiamo, io ad esempio lo faccio con la musica: facendo questo, noi lasciamo delle tracce di noi, come murales sui muri. Ognuno di noi lo fa a suo modo. L’arte, in ogni sua forma, è senza dubbio un modo per mostrare la propria anima, e quindi lasciare la propria firma nel mondo.

Tu in Murales racconti della percezione di sé come bersagli facili davanti alla vita: quand’è secondo te che siamo bersagli facili? Tu lo sei stato?

Premetto che io sono una persona che pratica ansia in maniera agonistica (ridiamo), e per questo motivo mi ritengo un bersaglio facile ogni volta che vivo un periodo difficile. Siamo bersagli facili ogni volta che ci facciamo sopraffare dall’insicurezza, dalla paura di non essere all’altezza, in qualsiasi ambito. Per questo nella copertina ho voluto una candela sotto un temporale, a significare qualcosa che si può spegnere con estrema facilità. Però è anche vero che quella fiamma, se vedi bene, in realtà non si spegne, e l’ho voluta così proprio perché in realtà, se si vuole, ci si rialza sempre. Proprio a significare che anche se stiamo vivendo un periodo brutto, questo è limitato nel tempo. Sta anche noi ad un certo punto farlo finire lì, e non farlo diventare lungo tutta una vita. Ho aggiunto anche l’immagine di una cornice vuota infatti, proprio perché ognuno la può riempire con le proprie scelte.

Il Lockdown ha influenzato la tua scrittura musicale? Come?

Come tutti gli artisti, prima del lockdown suonavo un sacco, e poi siamo stati improvvisamente tagliati fuori. Mentre registravo il primo disco già ascoltavo cose nuove, e già avevo iniziato a scrivere in italiano. Poi con il lockdown ho avuto il tempo di lavorare su di me, ed ho scritto tanto. Diciamo che più che influenzarmi, mi ha dato la possibilità di dedicarmi alla scrittura e quindi di definire quello che poi sarebbe diventato il mio secondo disco.

Murales appena uscito e contemporaneamente Dejà vu va fortissimo su Spotify: che effetto ti fa?

Almeno musicalmente parlando sento di stare sulla strada giusta. Da tempo volevo fare una produzione più digitale, perché adesso, con tutti i mezzi che ci sono, si può creare una musica molto interessante. Così c’è stato il passaggio al progetto Hema, ed ho lanciato i primi due singoli Ti direi e Coffee Shop quasi come una prova. Poi c’è stato Déjà-vu come a dire “guardate che adesso faccio questo ” e poi Murales, perché fosse chiaro che nonostante il cambiamento, non avevo abbandonato lo stile precedente.

E devo dire la verità: vedere che Dejà Vu ha questo riscontro positivo, che mi ha portato anche alla finale di Dj on stage, mi fa sentire come ho già detto, davvero sulla strada giusta

Chi o cosa ti ha fatto avvicinare alla musica? Quali sono i tuoi punti di riferimento?

In realtà a questa domanda rispondo sempre in maniera diversa perché ci sono più motivi. Io ho scoperto che mi interessava la musica intorno agli 11/12 anni, perché un’amica portò la chitarra a scuola. Quell’estate sembrava fosse l’anno della chitarra: a tutti i bambini del quartiere ne veniva regalata una, e così la volli anch’io. Poi col tempo tutti hanno abbandonato ed io invece ho continuato. Come tanti ho anche suonato in chiesa, la tastiera. Poi con la prima band ho imparato a suonare la batteria. Sempre da autodidatta. Canto invece ho iniziato a studiarlo.

Se devo dirti la verità non ho iniziato a suonare perché c’era un cantante che mi piaceva, ma più per lo sfizio di imitare mio fratello che aveva la chitarra ed allora la volevo suonare pure io (ride).

Murales è un anticipo del secondo album: cosa ci puoi dire a riguardo?

Sicuramente che ci saranno produzioni più digitali che “da band”, anche se ci saranno comunque degli strumenti che suonano, e poi che questo disco sarà in Italiano. Sicuramente nel nuovo disco ci saranno Murales e Déjà-vu e poi voglio riprendere un brano dal primo disco, perché a causa del lockdown ho avuto poca possibilità di suonarlo: ci sono molto legato e vorrei farlo ascoltare di più. Non sono sicuro di dire il titolo perché se magari poi per qualche motivo non verrà aggiunto…insomma meglio di no. Sai io cambio idea ogni secondo (ride). In tutto saranno 7-8 brani

Ad un live hai già pensato?

Andrò live con i musicisti e compagni storici che hanno già suonato con me in precedenza. A dire il vero sto già andando in giro a suonare nei locali, con varie formazioni, anche se non si tratta di un tour ufficiale. Pianoforte, chitarra acustica, voce e batteria. Ma per portare live il disco ho bisogno della band al completo.

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