Gli Spaghetti Wrestlers ci presentano “Tururarap Turap”

di Alessia Andreon

Gli Spaghetti Wrestlers hanno da poco pubblicato il loro secondo EP “Tururarap Turap” per l’etichetta indipendente Vina Records e distribuito da Believe Digital.

Il loro genere è un mix tra sonorità garage, attitudine punk della domenica e linee melodiche power pop e prima di salire sul palco indossano un costume di scena, maschera e calzamaglia, proprio come succede sul ring di wrestling.

Davide Diomede, chitarrista ma anche tour manager ci racconta, in questa intervista, un mondo a metà tra la finzione e la realtà che si cela nei loro brani.

Spaghetti Wrestlers

Raccontaci un po’ come sono nati gli Spaghetti Wrestlers…

Siamo tre: io sono Davide Diomede, chitarra e cori dalla band, Marco Barberis, voce e basso e poi c’è Mirko Losito alla batteria. Il progetto Spaghetti Wrestlers nasce qualche annetto fa, un po’ in sordina; ai tempi (nel 2013/2014) facevo il tour manager per Vina Records e Marco e Mirko suonavano in una band che seguivo per conto dell’etichetta.

Nei lunghi trasferimenti in furgone, tra una data e l’altra, ci siamo messi a suonare per ingannare il tempo, con l’idea di mettere su un progetto parallelo di puro divertimento, quindi molto diretto, poche elucubrazioni e tanta voglia di fare del rock’n’roll.

Successivamente la band dove militavano Marco e Mirko si è sciolta e, di conseguenza, hanno preso corpo gli Spaghetti Wrestlers che possiamo dire che sono nati in furgone, durante le trasferte.

Il nuovo Ep ha un titolo quasi impronunciabile, vi piacciono gli scioglilingua?

Ormai il nostro obiettivo è vedere chi riesce a pronunciarlo giusto!

Il titolo è una cosa simpatica che era, originariamente, un coretto che avevamo messo, durante la pre-produzione del disco, sul primo pezzo dell’EP che è Cobe.

Sono quei coretti abbozzati all’inizio e che poi, quando siamo andati in studio a registrare tutto il disco, abbiamo sostituito con un altro coro, un po’ più facilmente pronunciabile, perché sono io quello che deve fare i cori!

Devo ammettere che quel “Tururarap Turap” era difficoltoso anche per me…. però era rimasto nelle nostre teste e alla fine lo abbiamo trovato perfetto come titolo, un po’ di rottura. Da “Tururarap Turap” ha origine anche la copertina, perché Marco lo trovava simile al verso di un velociraptor.

L’EP si compone di cinque brani, ti va di raccontarceli?

Il primo nasce da un documentario che avevamo visto qualche anno fa, in cui la NASA aveva mandato in orbita un satellite scientifico che si chiamava “Cobe” Questo nome era già simpatico, poi ci abbiamo aggiunto la nostra passione per i film di fantascienza e serie animate, tipo Futurama. Abbiamo immaginato un satellite vivente che rincorre nello spazio il suo amore, attraverso lo spazio/tempo, tra aliene procaci, cocktail a base di antigelo, stripper bar al di là del sole e amici senza faccia.

Il secondo brano è il primo singolo che è stato estratto “Stand by me”. È un grido di aiuto disperato del nostro pianeta, al quale dobbiamo prestare ascolto; una sorta di richiamo alla relazione d’amore tra noi e la Terra che, a livello ecologico, è una relazione che non sta funzionando bene, visto come ci approcciamo al nostro pianeta.

Poi, ovviamente, c’è un piccolo omaggio alla più famosa “Stand by me”. Abbiamo preso alcune parole del brano omonimo, riferendole ad una storia d’amore, per riferirle al nostro pianeta.

Il terzo brano “Battle Royal” ci riconduce sui sentieri del wrestling perché la Battle Royale è un incontro dove tutti i lottatori sono sul ring e combattono contro tutti. Finisci fuori dalle corde e sei eliminato! Alla fine ne rimane solo uno, il vincitore. Abbiamo ribaltato questa idea, facendola diventare una canzone sul conflitto interiore tra i nostri io e le nostre tante maschere.

La traccia numero quattro è “Don’t Wanna Know The Way I’ll Die” e racconta le fake news e il bombardamento multimediale al quale siamo sottoposti, la traduzione del titolo infatti è: “non voglio sapere il modo esatto in cui morirò”; è un elogio all’ignoranza che si cela dietro all’apparenza, all’ipocrisia e all’inutilità della società odierna.

L’ultimo è “Outro”, un brano strumentale ed è quello con cui di solito chiudiamo i live. Ha uno stampo psichedelico miscelato a tanta follia. Basso e batteria come un treno ad alta velocità e gli effetti della chitarra usati come ultima arma a disposizione. Lo abbiamo scelto per chiudere il cerchio di questo periodo.

Il primo singolo, Cobe, sembrerebbe addirittura una canzone romantica, un po’ futuristica, ci devo credere?

No, è assolutamente una canzone romantica! Abbiamo immaginato un satellite che si ispira a Futurama, che viaggia nello spazio all’inseguimento del suo amore non corrisposto e manifesta il suo amore chiedendo all’innamorata di “non rendere tristi i suoi circuiti”. In realtà la nostra volontà era dare un nuovo senso a una storia d’amore.

La vostra è musica che ti fa venire voglia di saltare! Avete già qualche data in programma per l’estate?

Era proprio quella l’idea! Battle Royale è il pezzo un po’ più simile a una “ballad”, anche se non lo è effettivamente.

Per noi è inconcepibile un qualcosa che non sia bello tirato, perché comunque arriviamo dal punk, dal garage, dal power pop, quindi sempre con una linea top ma con una base punk.

Mi ricordo che una volta al concerto di Pino Scotto e Steve Volta, il chitarrista, dopo l’esibizione è venuto a dirci: “Ma voi sembrate i Ramones che suonano i Beatles o i Beatles che suonano i Ramones”;

Sicuramente faremo molti showcase acustici soprattutto sui social, all’interno di programmi e su Instagram. Stiamo inoltre definendo alcune date estive; la prima che abbiamo chiuso è il 29 giugno ad un Festival a Vigliano Biellese, vicino Biella.

Nella copertina del precedente Ep c’era un gallo ruspante, in questa il velociraptor … come mai queste scelte?

Sono maschere di silicone tipiche del Wrestling. Noi vorremmo essere un po’ dei wrestler di provincia, che non si prendono troppo sul serio, che lo fanno per passione e giocano a mascherarsi. Probabilmente nel terzo EP che uscirà tra qualche mese ci sarà una terza maschera.

La mia impressione è che vogliate divertirvi e divertire chi vi ascolta, anche se toccate anche temi seri….

È proprio quello che vogliamo fare: siamo arrivati tutti da esperienze diverse.

Non ci piaceva più l’auto proclamazione dell’artista, ci piace rimanere sull’attualità, toccare i temi che ci interessano e quelli che viviamo tutti i giorni, però con il giusto distacco, senza prenderci troppo sul serio e mettendoci sempre una grande dose d’ironia per prenderci noi, per primi, in giro.

Prendersi troppo sul serio non funziona né a livello di salute della band, nè a livello di immagine, quindi cerchiamo di stare con i piedi ben piantati per terra, divertenti, solari e ironici.

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