Il Go Gianni Go tour di Gianni Morandi ha fatto tappa ieri al Mandela Forum di Firenze, e come previsto ha coinvolto almeno 4 generazioni nella sua dimensione senza tempo. Un vero stargate temporale, ma senza nessun amarcord: assistere ad un live di Gianni Morandi è proprio come vivere per una sera nella primavera nazionale che è stata l’Italia degli anni ’60.
Ma Gianni ha fatto anche di più. Non ha solo riproposto uno spettacolo in un mood che gli appartiene da sempre, quello dell’eterno ragazzo: ha saputo attualizzare lo show con un sapiente mix di elementi che non ha fatto sentire nessuno, ma proprio nessuno, fuori contesto.
Spesso infatti, il rischio che si corre in concerti di artisti “intramontabili” , è quello di cadere in un walzer di nostalgie, di sospiri e di “ si stava meglio quando si stava peggio”.
Ecco, dimenticatevi questa sensazione, perché il tour di “Go Gianni Go” rivela la sua essenza già dall’intro grafico: una TV Vintage su megaschermo che sovrappone spezzoni d’epoca e colori vivaci. Una sintesi perfetta dell’ispirazione di tutto lo show, che nemmeno per un attimo ha deluso le aspettative.
Lo show di Gianni Morandi
28 pezzi (28!), e forse qualcuno in più, se si considera il medley voce e chitarra, che partono dall’immediato presente con “L’ Allegria” appunto: emozione che ha presenziato per tutta la serata.
Arriva poi il primo tuffo indietro nel tempo con “Se perdo anche te”, con un sound ancora così bello da farti immaginare tutto il pubblico in minigonna, pantaloni a zampa e colletti inamidati e lunghissimi alle camice.
La scaletta non segue ordini cronologici, tutt’altro, ed è proprio per questo che funziona così bene: un’altalena tra pezzi storici e brani più recenti che ancora una volta rompe qualsiasi barriera tra presente e passato.
Sfilano così in un attimo Una vita che ti sogno, Varietà, Occhi di ragazza, In amore, Bella signora (dove Gianni fa il giro della platea entusiasta), Se non avessi più te e Anna della porta accanto.
Si giunge quindi a quello che forse è il momento più intenso di tutto lo show. Introdotto da una splendida Vita, infatti, arriva l’omaggio a Lucio Dalla, a cui Gianni è stato legato da profonda amicizia, oltre che da un fortunato sodalizio artistico.
Impossibile non emozionarsi all’ascolto di Futura e Caruso, cantate con un’intensità che solo un artista vero può trasmettere. Un momento da brividi, da standing ovation.
Il Medley
Attraverso Un Mondo d’amore si passa poi al medley chitarra e voce, che riporta subito alla memoria spezzoni di trasmissioni in bianco e nero, con la voglia fortissima di tuffarcisi dentro: Canzoni stonate, Chimera ,Il giocattolo, Non son degno di te, La fisarmonica , Il mondo cambierà, passano un ritornello dopo l’altro, ritrovando la voce della platea che non si ferma più fino alla fine.
Dopo C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, Un milione di piccole tempeste, Apri tutte le porte, La ola, Grazie perché, ecco che arriva un rush finale da svenimento.
Come si fa resistere a pezzi come Se puoi uscire una domenica sola con me, Andavo a 100 all’ora, e la più famosa di tutte: Fatti rimandare dalla mamma a prendere il latte.
Aiuto, ormai il coinvolgimento è totale e su In ginocchio da te l’istinto di cantarla davvero in ginocchio è incontrollabile.
Uno su mille, potente e diretta come il suo significato, chiude prima dei bis, che si aprono invece con i dovuti ringraziamenti di Gianni a tutti gli eccellenti musicisti che lo accompagnano, ed alle strepitose voci, sia maschili che femminili, che il ragazzo di Monghidoro si porta sul palco.
Il finale
Gran finale con Scende la pioggia, Si può dare di più, Banane e lampone, Evviva.
La simpatia di Morandi, la sua classe e la sua bravura si vedono tutte sul palco e soprattutto si vede la differenza tra chi canta “per la gloria” e chi invece è nato per farlo.
L’energia che si irradia in questo suo tour raddrizzerebbe la giornata storta di chiunque.
Gianni Morandi, lui che si è rimesso in gioco sempre, dovrebbe essere patrimonio Unesco e forse anche di più.
Go Gianni Go, che noi ne abbiamo proprio bisogno.
Sono una toscana semplice : un po’ d’arte, vino buono & rock ‘n roll.
“Non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai”
(Frida Khalo)