Francesco Di Bella @ Magazzini Fermi (CE) [Live Report]

di InsideMusic

Scrivere canzoni è un mestiere, farle vivere è un altro. Nella storia della musica ci sono molti maestri di scrittura, tantissimi interpreti prodigiosi, ma il numero di persone che riesce a riassumere entrambi i mondi in una persona sola è nettamente inferiore. Francesco Di Bella è una di quelle persone che non si limita a parlare, scrivere o cantare. Di Bella comunica, in ogni suo movimento, espressione, parola o verso.

Nisciun me po’ capì canta in “Stella nera” presente in scaletta ad un certo punto, ma a ben guardare non è così perché negli anni a dispetto di dischi più o meno riusciti le persone hanno sempre avuto l’impressione che nei suoi dischi e soprattutto ai suoi concerti ci fosse qualcosa di più. In ballo durante un suo live c’è sicuramente qualcosa in più. Qualcosa che rompe la quarta parete che separa uno scrittore da un comunicatore, una parete che Francesco ha frantumato tantissimo tempo fa e da allora ha sempre lasciato aperto un canale di scambio con chi lo segue fin dalle prime canzoni.

La data del 31 Novembre ai Magazzini Fermi di Aversa inaugura il suo tour invernale che insieme a Fofò Bruno e Marco Innaro, tra gli altri, lo vedrà portare in giro il suo ultimo e fortunato album “O Diavolo”. Proprio la title-track dà il via al suo concerto dopo l’apertura sempre pregevole di Joseph Martone, cantautore italo americano che a Caserta e provincia è un vero punto di riferimento per la musica dal vivo e non solo. Francesco scende con la sua maschera infernale e si lancia in una danza primordiale fatta di musica e movimenti ipnotici. Dalla prima canzone appare subito chiaro che la band ha lavorato parecchio sugli arrangiamenti, il sound è convincente e spazia dal dub al blues classico, passando per strade più accessibili fatte di un cantautorato leggero.

Il nuovo album viene suonato quasi per intero, poi c’è spazio per Nuova Gianturco del disco precedente e per tanti classici del repertorio dei 24 Grana riarrangiati tutti come in Ballads, il primo disco che aprì la seconda vita del cardillo napoletano.

La sala è piena, molti fan storici e tanti ragazzi più giovani arrivati dopo gli anni arrembanti dei 24 Grana. Francesco Di Bella è uno di quei  cantautori che in qualche modo hanno segnato la musica in Campania e in Italia del nuovo millennio, quando essere un artista indipendente aveva un valore diverso, quando i concerti si facevano negli spazi occupati, nelle associazioni culturali, quando la musica aveva ancora la prerogativa di e la presunzione di cambiare qualcosa, partendo in primis dalla vita di chi la scriveva. E la vita di Francesco Di Bella è cambiata insieme alla sua musica, ascoltando i suoi brani un po’ alla volta le storie sono mutate e con questo ultimo disco il percorso appare più chiaro.

M’è pigliat p’ò core canta in Rub-a-dub style e quando il pezzo parte tra il pubblico ci si guarda come a dire che è vero che ci ha presi ancora una volta per il cuore, quello stesso cuore che viene fatto a pezzi durante i grandi classici, da Carcere a Kevlar, da La Costanza ad Accireme. Cantiamo per non soffrire, alziamo la voce per non sentire il dolore e la musica è sempre la stessa, quella di Francesco di Bella.

Il tour proseguirà con una data a Roma al Largo Venue, poi il teatro Sannazzaro di Napoli e Milano al Serraglio prima di definirne altre ancora, ma una cosa è certa a giudicare da chi è venuto a sentirlo per la prima data: la strada non finirà qui, il percorso non si esaurisce così, la parete resta abbattuta e le comunicazioni non si interromperanno.

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