Filo Vals : con la mia chitarra è un “matrimonio eterno”

di InsideMusic

In appena una settimana di pubblicazione il video del suo ultimo singolo, Bellissima Noia, ha totalizzato più di quarantuno mila visualizzazioni su YouTube.

Lui è Filo Vals, un cantautore romano che si sta facendo notare per la freschezza e l’orecchiabilità dei suoi pezzi.

Il suo disco di esordio con la prestigiosa etichetta Sony è ancora in lavorazione ma, a giudicare dalle premesse, sarà un irresistibile mix tra vari generi che Filo Vals mescola sapientemente, da perfetto cittadino del mondo del terzo millennio, facendo venire all’ascoltatore la voglia di cantare, ballare e soprattutto di viaggiare e conoscere nuove culture.

In un abbastanza torrido pomeriggio d’estate abbiamo fatto una piacevolissima chiacchierata sul primo singolo ma non solo…

filo vals
ph. Fabrizio Cestari

Ciao Filippo, è un piacere averti su Inside Music, inizio subito con le domande:

Bellissima noia, uscito a fine luglio, anticipa il tuo primo album, ci puoi svelare qualcosa su questo lavoro: quando uscirà, quante tracce, in quali lingue….

L’album sarà molto ricco, ci saranno almeno 12 brani. Non ho ancora una data d’uscita ma non vedo l’ora di condividere la notizia con tutti! Sicuramente nei prossimi mesi uscirà un nuovo pezzo e avrà un video curato interamente da me; ho già delle idee da sviluppare. Per il video di Bellissima noia mi sono affidato ad altri ma, di base, vorrei che diventasse una mia linea di percorso curare i miei video, esercitare la mia creatività a 360°, devo ammettere che mi affascina tutto di questo processo.

A tutti noi è capitata una situazione in cui ci siamo sentiti a disagio, magari intimiditi, esattamente come avviene nel video, ho pensato che la chitarra sia per te una fedele compagna di viaggio e un po’ il tuo scudo dato che è una costante nei video, è così?

Mi piace pensare che il mio rapporto con la chitarra sia un matrimonio eterno; è stata la mia compagna di viaggio ed uno scudo in senso terapeutico. Quando vado ad una cena mi chiedono sempre: “ma te la sei portata la chitarra?” come se dovessi averla sempre in tasca… Per me, oltre che uno strumento musicale è una terapia, quindi ti ringrazio per aver colto questo particolare!

Il video di Mr. World, che ha ottenuto un buon successo in diversi paesi europei, trasmette la tua gioia di viaggiare e di incontrare culture diverse. Ti è pesato artisticamente dover stare a casa per tre mesi o è stato proficuo per la scrittura?

Le immagini video alle quali ti riferisci sono tratte da un viaggio di venti giorni che ho fatto con degli amici, zaino in spalla, nel Centro America. Da allora purtroppo mi sono un po’ fermato…. Ma, tornando alla domanda, durante il lock-down ho avuto occasione di lavorare agli arrangiamenti del nuovo disco; mi sono dedicato a sperimentare i suoni perché a livello di testi e composizione c’era già abbastanza materiale. È stato un periodo troppo buio e non intravedevo una luce creativa: non avere stimoli esterni mi ha fatto passare l’ispirazione ma mi sono sfogato nello studio e nella ricerca musicale.

La tua però è stata una ripartenza in grande stile, con una nuova etichetta discografica, un nuovo album, tante novità…

Ultimamente riesco a intravedere un po’ di luce all’orizzonte ma ancora navigo a vista per quel che riguarda i live. Per quanto riguarda il mio nuovo percorso discografico adesso è, finalmente, partita la macchina organizzativa quindi bisogna vedere cosa succederà. Il viaggio è appena iniziato ed è tutto in salita ma io sto già pensando al nuovo singolo; lo stimolo è perpetuo, non smette mai.

Potresti intitolare così la nuova canzone, Perpetuo potrebbe essere un bel titolo!

Ma lo sai che mi hai dato un’idea, grazie per la pulce nell’orecchio! (ride)

Ti senti rappresentante della così detta Generazione Erasmus, musicalmente parlando?

È esattamente questo lo spirito del progetto: ho la fortuna di conoscere quattro lingue e di essere entrato a contatto con diverse culture. Nel mio caso, la coincidenza è stata di entrare sempre più a fondo in quella che considero la mia cultura Europea. Avendo l’occasione di rapportarmi con ragazzi inglesi, spagnoli, tedeschi, francesi, portoghesi mi divertiva l’idea di raccontare quel tipo di sentimento europeo, lontano dai trattati e dai palazzi, basato sull’amore e le storie che ho vissuto durante la mia esperienza, sentivo l’esigenza artistica di raccontare la mia realtà; con questo intento lavoro perpetuamente.

Una curiosità, ma le canzoni le pensi già in un’altra lingua o scegli quella che musicalmente è più efficacie per il testo che hai pensato in italiano?

Non c’è mai stata una traduzione applicata, almeno, ad ora, no. Avviene magicamente che il pezzo è già concepito nella lingua in cui è cantato.

Visto che le tue canzoni riscuotono un buon successo sulle varie piattaforme di distribuzione musicale, come ti sei rapportato alla tecnologia durante il lock down? Ho visto che hai fatto qualche diretta, tu sei pro o contro i live in streaming?

Come dimostra la mia, purtroppo poco blasonata attività sui social, che è anche motivo di grandi discussioni con chi mi segue nel percorso artistico, ho usato i social ma non quanto dovevo, a quanto pare… Ho fatto qualche concerto in diretta, che era il miglior compromesso a disposizione però non li trovo della stessa rilevanza dei concerti veri e propri; sento molto il bisogno dell’empatia che si crea col pubblico, che i commenti in diretta non riescono ad emulare neanche lontanamente. Per me la musica è soprattutto contatto con la gente, se togli quello preferisco farli in intimità per davvero. Diciamo che ho approfittato di quei mesi per concentrarmi sul lancio di quest’ultimo pezzo e ho preferito stare un po’ più silente.

Nel panorama del cantautorato e in particolare di quello romano, di cui dai capelli mi sembri degno rappresentante, a chi senti di essere più vicino e con chi immagineresti un duetto?

Devo ammettere che non ho mai imparato a pettinarmi e durante il lock down, dato che nessuno poteva pretendere che mi pettinassi, mi sono addirittura rasato per risolvere il problema, ma è una guerra che non vincerò mai! (ridiamo). Se dovessi scegliere con chi fare un duetto ideale sarebbe difficilissimo scegliere un cantautore ma se ti dovessi indicare qualcuno con cui divertirmi sul palco sceglierei sicuramente i re del rock&roll, i mitici Rolling Stones.

Intervitsa a cura di Alessia Andreon

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