“LIMITE” è il nuovo singolo di ESDRA, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 15 novembre. Il brano nasce come una pagina del diario dell’artista, un testo così intimo e segreto che non è mai stato modificato.
La canzone è un dialogo rassicurante che invita l’ascoltatore a trovare la capacità di affrontare ostacoli e a riconoscere che la soluzione, talvolta, risiede proprio dentro di noi. “LIMITE” diventa un mantra personale, un’ancora che incoraggia a rivedere la prospettiva sulle difficoltà, invitando a riflettere sulle sfide già superate e sulla tenacia che ci accompagna. Esdra ha una conversazione gentile con quella parte di sé che la invita a riscoprire la propria forza. Le ombre di cui parla rappresentano le nostre insicurezze, la parte critica di noi, che però non deve diventare un ostacolo. Accoglierle e capirle ci aiuta a superare i nostri limiti.
Incuriositi dalla sensibilità artistica, e non solo, di ESDRA abbiamo voluto scambiare qualche chiacchiera con lei sul nuovo singolo.
Ciao Esdra! Come va e come sta andando LIMITE, ormai fuori da settimane?
LIMITE sta andando bene: gli ascolti salgono in modo eterogeneo, il brano è un ottimo “termometro dell’interesse”. Perché se ogni giorno un tot di persone lo ascoltano e scoprono il progetto, significa che si sta raggiungendo una nuova audience e rafforzando il legame con quella che già c’era. Quindi sono molto contenta! Anche perché, tralasciando il fattore quantitativo, sto ricevendo tanti feedback positivi ed entusiasmo da parte di tutt*.
Com’è nato il testo di LIMITE? È autobiografico?
Questo testo lo scrissi nel 2021, in primavera. Io scrivo molti appunti, diari, note etc. e inizialmente LIMITE era proprio questo: le parole che avevo scritto sulla pagina di uno dei miei diari personali. Non nasce come testo-canzone, ma lo diventa.
Credo che in parte sia autobiografico e in parte invece rappresenti l’opposto, ossia quello che ancora non ero ma avrei voluto essere, quello che ancora non facevo ma che sarebbe stato giusto che io facessi.
E’ un po’ come se la canzone facesse da tramite fra la me in potenza e la me reale di quel momento, che non stava attraversando un momento semplice.
LIMITE ha delle sonorità molto particolari, quali sono le tue influenze musicali?
E’ un bel melting pot. Sicuramente quando ho cominciato ad arrangiare LIMITE avevo in mente i Disclosure con “You&Me”. Un altro brano che mi ha fatto capire a quale sensazione di liberazione ambivo è “Pincio” di Margherita Vicario, con la produzione di Dade. Di certo ci sarà stato anche lo zampino delle atmosfere che ho assorbito ascoltando i Muse, Soko, i MGMT. Importantissima è stata l’ispirazione tratta dall’ascolto di Cosmo.
Aggiungo, però, che c’è stata anche una grande dose di istinto e intuito sia di Fabrizio Fortunato, il producer di LIMITE, che mia.
Come ti sei trovata con questo sound più elettronico rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Benone! Prima di lavorare con Fabrizio questo “cambio” di rotta mi spaventava abbastanza.
Anche se i 2 brani precedenti a LIMITE bazzicavano nel mondo elettronico, io mi chiedevo “e se non dovesse piacere? e se risultasse poco autentico?.
Poi più lavoravamo al brano, più prendeva forma, e più si rafforzava in me la voglia e la convinzione che LIMITE dovesse suonare esattamente in quel modo.
In questo processo di slancio artistico è stato fondamentale il supporto del mio produttore e amico Fabrizio, che ha creduto in me e in questo brano più di quanto non facessi io.
C’è qualche tuo LIMITE che sei riuscita a trasformare in risorsa per arrivare a fare quello che fai come artista?
La tua domanda me ne fa sorgere un’altra: cosa faccio come artista?
Io più che un’artista che fa cose da artista, mi sento una persona sensibile e creativa che cerca e trova modi per esprimersi e per costruire e nutrire un filo che possa connetterci e farci avvicinare tutt*. La musica, le canzoni, mi permettono di farlo.
Ma probabilmente se nella vita non mi fossi appassionata alla musica, avrei comunque cercato e trovato un modo per arrivare al medesimo obiettivo di cui sopra.
Quindi quello che faccio, credo di farlo come essere umano sensibile e creativo.
E la risposta a questo punto è: sì, ho trasformato, ridimensionato, superato e affrontato tanti limiti; personali e non, tangibili e intangibili; per farli diventare risorsa della mia espressione nella modalità che più mi permette di entrare in connessione con le altre persone.
Ma sono stata spesso aiutata e facilitata, dalla voglia che anche le altre persone avevano e hanno di trovare i propri simili in questo “wild, wild world”.
Quali sono i tuoi progetti futuri come artista per il 2025?
Vorrei suonare e spostarmi il più possibile, uscire dall’isola. Girare, cambiare aria, conoscere nuovi colleghi e colleghe, addett* ai lavori, ascoltare altr* musicist*, fare esperienza, portare le mie canzoni dove non sono mai state e da chi non le ha mai ascoltate.
Però questo più che un progetto è un desiderio.
Il vero progetto è portare avanti la produzione dei brani inediti e prendere delle decisioni in merito al come pubblicarli. Essendo un’artista indipendente devo valutare e pianificare da sola tutto quello che riguarda un’uscita e il percorso del progetto in generale.
Ovviamente porterò avanti anche gli arrangiamenti con i miei musicisti per preparare dei live set che si possano adattare in base alle esigenze.
Finally dandy with the me inside