Torna Gioved-INDIE, la rubrica del giovedì più indipendente del web: ospite della settimana è Edwige, fresco progetto che porta la firma di Emanuela Mereu. Dopo “Limonamore“, la giovane artista ha pubblicato di recente il nuovo singolo “Dejasempre“, composto insieme a Vittorio Belvisi e prodotto da Giovanni Carnazza.
Ciao Emanuela, benvenuta nella nostra rubrica del giovedì più indipendente del web, Gioved-INDIE, domanda introduttiva generale: cos’è per te l’INDIE e cosa si mantiene ancora INDIPENDENTE?
Ciao a tutti i lettori di Inside Music! L’indie attualmente non esiste più, ciò che adesso è considerato ancora indie a mio avviso non lo è affatto. Per me indie significa essere completamente indipendenti, dal punto di vista della produzione fregarsene di voler fare il botto come invece sta accadendo di qualche tempo a questa parte. Ricordo quando ai concerti degli artisti emergenti eravamo in venti o poco più, oppure quando Calcutta o Gazzelle si esibivano stabilmente a Spaghetti Unplugged, format che negli ultimi mesi è diventato mainstream. Ciò che si mantiene ancora indipendente in musica è l’autoproduzione, mentre al di fuori della musica potrebbe essere una particolare tipologia di cinema, penso alla festa del cinema indipendente in Brasile, oppure al film “Asteroidi” con la sigla dello Stato Sociale.
Inside Music è la webzine che ti porta nel cuore della musica e, dunque, ti chiedo subito di parlarmi del nuovo singolo: qual è il significato di “Dejasempre”?
“Dejasempre” è una canzone molto intima, completamente diversa da “Limonamore”, l’ho scritta insieme a Vittorio Belvisi, io mi sono occupata del testo, lui ci ha costruito attorno la componente strumentale, mentre la produzione è stata affidata a Giovanni Carnazza. Il brano nasce nei ricordi di questo deja-vu che ebbi in un determinato momento, parla di un incontro e del mio primo periodo a Milano in cui non conoscevo ancora nessuno. È un pezzo complesso nelle strofe, caratterizzate dai miei pensieri più intimi, ma allo stesso tempo spensierato nel ritornello.
In che modo ti sei avvicinata alla musica? Quali sono gli artisti che hanno segnato la tua infanzia e la tua adolescenza?
Alla musica mi ci sono avvicinata quando avevo circa cinque anni, quando iniziai a cantare a suonare il flauto in camera con mia sorella. Ad undici anni, invece, presi lezioni di tamburo, mentre attualmente sto imparando a suonare la chitarra. In realtà, solo quando ho incontrato Vittorio sono venuta a contatto con il vero mondo della musica per poi ampliare ulteriormente le mie conoscenze iniziando a scrivere con la webzine TuttigiùParterre. In passato avevo già scritto diversi testi, ma non avevo mai pensato che potessero diventare canzoni. Attualmente sto imparando a suonare la chitarra. Le mie influenze artistiche sono piuttosto variegate, vanno dal cantautorato italiano, vedi Franco Battiato oppure Nada, fino ad arrivare a Mac DeMarco e The XX. La mia canzone preferita, però, è “Io non esisto” dei Thegiornalisti.
Ti va di raccontarci come ha avuto origine il progetto Edwige? In che cosa si differenzia tale personaggio rispetto ad Emanuela?
Edwige è sempre esistita dentro di me, lei ha possibilità di esprimere ciò che Emanuela non riesce a fare, dalle cose più intime a quelle più ironiche che restano nascoste nell’inconscio, parlando anche in termini psicologici. Edwige rappresenta il mio lato artistico, ciò che Emanuela non può esprimere nell’ambito molto tecnico della psicologia del marketing e della comunicazione. L’incontro con Vittorio ha generato la scintilla che ha reso possibile la nascita di questo progetto, grazie a lui ho approfondito l’ascolto di musica internazionale, come può essere quella francese oppure quella spagnola. Il sound che ricerchiamo, infatti, non è molto utilizzato nel mondo indipendente.
Al giorno d’oggi la comunicazione è molto importante nel mondo musicale, preferisci Instagram o Facebook per interagire con i tuoi fan?
Hai detto benissimo, ormai la comunicazione è fondamentale in questo mondo! Facebook ed Instagram utilizzano due modi diversi per far interagire gli artisti con i propri followers. Instagram è sicuramente il social più immediato, Facebook invece è meno istantaneo, non devi seguire un determinato iter per pubblicare qualcosa. Sono indecisa su quale di questi due social far ricadere la mia preferenza: a Facebook ci sono legata affettivamente perché ci sono cresciuta, ma alla fine scelgo Instagram perché ha una risonanza maggiore.
Qualora dovessi partecipare ad un concorso, saresti più propensa a scegliere il Festival di Sanremo oppure un talent come X Factor o Amici?
Sicuramente il Festival di Sanremo, i migliori artisti sono usciti tutti da lì! Ultimamente la kermesse sta aprendo le porte alla nuove leve, mentre per i talent non è un buon momento, in particolar modo per Amici. Per quanto riguarda X Factor, a mio parare è troppo mainstream per il tipo di proposta che voglio esportare.
È un momento particolarmente florido per la musica italiana, a tuo parere a che cosa è dovuta l’esplosione della cosiddetta scena indipendente?
Anzitutto partirei dal presupposto che grazie allo sviluppo delle tecnologie oggigiorno è molto più semplice fare musica e soprattutto distribuirla. Nel libro “Come funziona la musica” di David Byrne si afferma che una tempo per produrre un disco occorrevano minimo 15mila euro, quindi a cambiare è stato il sistema nella sua interezza, chiunque ha la possibilità di produrre canzoni, persino i youtubers con le loro parodie. L’esplosione di questa scena, dunque, è stata in parte favorita anche dallo sviluppo di piattaforme digitali come YouTube e Spotify.
Dopo questi due brani cosa dobbiamo aspettarci? Hai già in cantina altri pezzi o magari un Ep oppure bolle in pentola un album vero e proprio?
Uscirà certamente un altro brano, spero venga percepito come un pezzo estivo, non posso dire ancora quando uscirà ma non manca molto. Ho una decina di canzoni e stiamo ancora valutando quale strategia adottare, molto probabilmente l’album prima o poi arriverà, anche se attualmente la maggior parte degli artisti preferisce pubblicare un singolo per volta. Ad ogni modo restate sintonizzati!
Ti saluto con un gioco: scegli un tuo collega indipendente a cui inviare un messaggio, una nota di stima, un vaffanculo, chiedere un featuring, io proverò a sentirlo ed aprirò la sua intervista con il tuo appello. Chi scegli e cosa senti di dirgli?
La testa mi dice Achille Lauro, ma con il cuore scelgo Myss Keta e le propongo un featuring pazzesko!
