Circensi è il secondo lavoro discografico di Dileo, al secolo Carmine Di Leo, che dopo il minimalismo del primo album, La nuova stagione, ci immerge in un mondo ricco di fascinazioni sonore, pur mantenendo vivo il suo approccio essenziale e mai barocco, come fosse un manifesto, un modo di osservare la vita e fotografarne gli episodi più significativi.
Da Appesi a un filo alle evoluzioni di Pelle, passando per l’elettronica di Immobili, l’album scorre tra aperture sonore ai limiti del folk sperimentale d’oltreoceano, ritmiche nervose e ossessive, sezioni di fiati che si inseguono e rincorrono tra echi e riverberi fino a ritornare ai minimalismi pianistici sfocati e sfuggenti, focus di brani come Isole o Sete.
L’ispirazione chiave da ricercare nei testi è nel concetto di ricordo, da intendersi nel senso più proprio del termine: l’album si sviluppa come una raccolta di immagini, dove i ricordi stessi vengono sfogliati, quasi fossero foto, e ridisegnati traccia per traccia, scoprendo e poi evidenziando come il tempo ne abbia levigato l’essenza fino a dare loro una nuova connotazione, una nuova identità da cui ripartire.
Nasce così Circensi, un racconto fatto di canzoni sui luoghi in cui siamo cresciuti, con le facce che non abbiamo più, tra i ricordi sfalsati in cui dentro ci siamo sbiaditi.
Secondo capitolo della vita musicale di Dileo, l’album si compone di 7 tracce registrate nell’arco del 2019 da Maurizio Sarnicola e prodotte da Daniele Amoresano, arricchite dalla preziosa collaborazione in studio di Bruno Tomasello ai fiati e di Carlo Maria Graziano alle batterie.
Circensi, la title track, disponibile dal 24 gennaio su tutte le piattaforme digitali, è una ballad struggente e delicata che riassume tutto l’universo di Dileo. Nel brano, prodotto da Daniele Amoresano, Bruno Tomasello e lo stesso Dileo, l’incedere acustico di chitarra e pianoforte si alterna tra momenti intensi quasi sussurrati e crescendo strumentali sempre essenziali e mai barocchi.
Il videoclip, scritto e diretto da Antonio Venditti, vede la protagonista come espressione di questa essenzialità, sospesa tra un non-luogo, dov’è in compagnia di un manichino, simbolo dell’assenza dell’altro, e il mare, che funge da sfondo emozionale e dal quale riemergere per riscoprirsi.
Il video insiste nel sovrapporre l’immagine del cuore – che batte o da abbattere – a tempo con l’incedere del pianoforte, quasi a voler rimarcare l’intima unione tra musica, parole e immagini.
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