Nell’800, in pieno Romanticismo, il naufragio era la chiave della disperazione, delle aspirazioni umane; cercare di migliorare le potenzialità artistiche, si partiva con l’idea di una barca alla ricerca di un naufragio. Mentre andando ancora più indietro nel tempo, troviamo chi per mare ci ha passato 10 anni, chi ha costruito una barca per tornare dalla sua Penelope anche dopo mille peripezie. (Sì, sto parlando di Ulisse!)
Ora, nel 2018, un cantautore irlandese ha deciso di attraversare il suo Wood Water Wind Tour con Kilena.
Chi sarà mai questo cantautore? E chi sarà Kilena?
Si tratta di Damien Rice e della sua barca, o meglio della sua boat-tour.
Proprio così, il cantante irlandese ha deciso di viaggiare per le sue tappe del tour con una barca a vela. Un po’ Into The Wild di Jon Krakauer, un po’ Mondoviaterra di Eddy Cattaneo.
Ecco, Damien Rice potrebbe essere un artista romantico del XXI secolo, magari non con un vero e proprio naufragio (noi non glielo auguriamo!).
Nella magica odissea di concerti, dopo la volta di Catania e Caserta si attracca al porto di Ostia. Esibendosi in una delle più suggestive location di Roma: il teatro romano di Ostia Antica.
Un tramonto alle nostre spalle ma comunque sempre suggestivo giunge al termine: è arrivato il momento dell’inizio della performance. Con un pubblico in visibilio l’irlandese si fa avanti con disinvoltura sotto i riflettori.
Dalla chitarra, compagna fedelissima per tutta la durata del concerto, escono le prime note di Trusty and True, la platea subito resa partecipe, intona una piccola strofa; un gioco di voci perfetto quello che viene a crearsi. Damien, soddisfatto conclude con un “Molto bene”.
Spettatori completamente rapiti dall’esibizione; e come non esserlo, mi verrebbe da puntualizzare.
Ottenere il silenzio di 4.000 persone è la giusta dimostrazione di come una sola voce possa far emozionare un intero pubblico.
Anche questa sera sembra arrivato il momento di parlare d’amore. Un po’ in imbarazzo tra un “Sei bellissimo” e un “I love you!” urlati a gran voce dai gradoni, l’artista ci spiega cos’è per lui l’amore:
“L’amore è come la cioccolata, la mangi ma poi esce da un’altra parte. Le relazioni, a volte, sono simili.”
Perciò è la volta di I Don’t Want To Change You, che diversamente dalle precedenti verrà interpretata in modo più originale. Siamo in un teatro romano, e giustamente troviamo un’acustica ottima grazie a una sonorità secca, senza riverbero. Damien Rice si libera di microfono e amplificatore e ci delizia con una versione a cappella. Con lui il coro dei fan che lo accompagna ancora una volta con estrema delicatezza nel ritornello.
Di certo non poteva mancare una voce femminile, dal palco in un abito rosso si presenta la cantautrice napoletana Greta Zuccoli, una bellissima scoperta!
Nell’interpretazione di Volcano ha convinto subito l’intero teatro con la sua suggestionante voce, da far concorrenza ai grandi nomi femminili della musica italiana.
Dopo un piccolo break, Damien Rice torna sul palco, questa volta beato tra le donne. Con lui, Gyda Valtysdattir, bravissima violoncellista islandese dalla voce calda e avvolgente; Mariam The Believer insieme alla polistrumentista Josefin Runsteen.
Lo show prende ritmo fino a stupirci con l’interpretazione della struggente 9 Crimes; le ragazze riescono perfettamente a ricoprire il ruolo di Lisa Hannigan.
Si arriva alla fine con The Blower’s Daughter; un live pieno di emozioni, passando dalle lunghe chiacchierate di Damien fino ai quei brani dai suoni buckleyani.
Lasciato il teatro, i fan più fedeli ma soprattutto i più resistenti, hanno atteso il cantautore fuori la location. Oramai è risaputo: dopo un concerto di Damien Rice c’è sempre l’aftershow di Damien Rice.
Nell’attesa le persone non sembrano annoiarsi; tre chitarre, un flauto traverso e grandi voci danno inizio ad un vero e proprio spettacolo interpretando le canzoni dell’artista. Nel clou dell’ “After arrangiato” ecco scendere da una macchina il cantante, giustificandosi di aver poco tempo, comincia con la sua chitarra Volcano seguito dalla voce di Greta Zuccari per poi sparire in mare insieme alla sua Kilena alla volta di Barcellona e alla ricerca di chissà cos’altro.
Beatrice Sacco
Ph. Giusy Chiumenti
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