Home Recensioni Dall’altro capo: l’ultima fatica dei Levia [Recensione]

Dall’altro capo: l’ultima fatica dei Levia [Recensione]

by Elena Fioretti
levia dall'altro capo recensione
Il 5 aprile è uscito l’ultimo album dei Levia (già “Levia Gravia”), Dall’altro Capo.

I Levia, che nel 2018 “perdono il Gravia del nome, combattendone la cacofonia a favore della sintesi orale”. Già questa descrizione poetica del cambio di nome ci mostra l’essenza della band salernitana nata nel 2001 e con ben tre album all’attivo. Il nuovo arrivato si intitola “dall’altro capo” ed è composto da cinque tracce orecchiabili e piacevoli che potrebbero accompagnare un lungo viaggio in auto. Del resto, “Dall’altro capo” è proprio questo: “dall’altra parte sull’altra sponda del nostro mare. A nudo, sullo specchio dell’acqua”.

Artwork e tracklist di Dall’altro Capo dei Levia:

Risultati immagini per levia band dall'altro cpao

  • Il vento in faccia
  • Contrariamente
  • Sarebbe facile
  • Amore mio
  • L’elicottero e il silenzio

“Ne il vento in faccia” è molto forte la dimensione naturale del mare che caratterizzerà tutto l’EP, c’è l’essenza del viaggio, del gruppo che va in tour dove, con i finestrini aperti, ognuno si perde nei propri pensieri che volano lontani…

“Contrariamente” è sulla scia del primo brano, qui si parla di come la vita sia semplice e di come alcune azioni quotidiane ci stupiscano se le analizziamo attentamente: “contrariamente per cogliere una rosa mi continuo ad abbassare”.

“Sarebbe facile la vita se capissimo ogni volta qual è l’attimo perfetto per andare via” recita il terzo brano dell’EP, quello più impegnato e nostalgico che parla di libertà e di quanto sarebbe semplice distruggere tutte le sovrastrutture che ognuno di noi costruisce,  di come sarebbe bello ritornare alla mentalità semplice dei nostri nonni.

“Amore mio” è una classica ballata romantica senza sorprese dove, a far da padrone, è il mare e l’aspettare “dall’altra parte”, è la storia dell’attesa e di un abbandono che termina in un inno positivo a non chiudersi ma “ad andare fuori”.

“L’elicottero e il silenzio – confessioni di un pilota” è il brano più interessante di tutto l’album non a caso si è aggiudicato la targa Repubblica.it al Premio Fabrizio De Andrè 2019 ed è vincitore di Botteghe d’autore 2019. L’assolo musicale srotola davanti a noi paesaggi costieri visti dall’alto, macchia mediterranea e sole cocente. Il testamento nostalgico di un pilota che vola solo verso la propria notte. Il brano è sicuramente il più significativo dell’intero EP e gli altri non riescono ad essere alla sua altezza.

Un prodotto sicuramente di qualità che, in alcuni punti può avere dei richiami a Niccolò Fabi o ai Negrita di “Rotolando verso sud” (anche se con contaminazioni completamente diverse e con meno coraggio). Molto forte è la dimensione naturale e di appartenenza ad un sud che è insito nella band, nei ritmi e nelle parole. Purtroppo manca un po’ di originalità sia nella scelta del messaggio da trasmettere all’ascoltatore che nella voce di Alfonso de Chiara che non ha quel giusto carisma per trasportarci in un mondo “altro”.

 

Potrebbe piacerti anche