Il titolo dell’album dei Dahlìa: Hybrid Essence, in uscita il 15 marzo 2019 per l’etichetta Finisterre e realizzato con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina”, è la perfetta sintesi del loro sound. Un’essenza ibrida, una sorta di viaggio al centro della loro terra sonora, contaminata da suoni perfettamente in bilico tra analogico e digitale. Una equilibrio dinamico che mette insieme passato e futuro creando un turbine musicale che spazia dall’indie al pop passando per la sperimentazione più pura lambendo anche la dance (Malinconia).
I Dahlìa sono un trio formato da Arianna Colantoni alla voce, Mario Ferro al Sound Design & Hybrid Drum e Giordano Treglia alla chitarra ed al
Piano. La loro musica si avvale dell’utilizzo di molti strumenti tradizionali che è difficile trovare in altre produzioni recenti, come ad esempio la nyckelharpa, il nak tarhu, la ghironda, etc. È un groove ibrido sostenuto da percussioni naturali e digitali e da un ordito ritmico che sostiene la voce unica di Arianna che domina ogni brano. I brani alternano il cantato in italiano con quello in inglese, vedi Amor e Diva, senza mai abbandonare la dimensione internazionale sia in termini di sound che di produzione. Un prodotto che sembra venire da molto lontano rispetto a quanto siamo abituati a sentire nel nostro paese. Una sorta di viaggio attorno al mondo, dal profondo sud allo sconfinato nord fatto col proprio computer sotto braccio, architettando melodie e tappeti musicali capaci di comprendere tutto quello che si è visto attorno al mondo. Una sorta di pesca a strascico all’interno della tradizione ma anche dell’innovazione.
L’essenza di questo tipo di musica non poteva che essere ibrida, capace cioè di andare oltre i confini che spesso ci poniamo da soli, comprendendo in questo modo quanto di misterioso e di intimamente emozionante si può trovare sia negli strumenti più antichi ed apparentemente lontani da produzioni moderne sia nel modo attuale di creare musica a tavolino. Una sintesi che pone questo lavoro al centro del proprio tempo, ma anche perfettamente collocabile in altre stagioni, come tutte le cose fatte con cura, capace di resistere al passare del tempo senza invecchiare.
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