C’mon Tigre, con la pubblicazione del nuovo album “Instrumental Ensemble – Soundtrack For Imaginary Movie Vol 1”, disponibile da venerdì 6 dicembre 2024, cambia pelle ma non essenza.
“Soundtrack For Imaginary Movie Vol 1” è, infatti, un lavoro di ricerca intensa e inarrestabile che vede il duo allargarsi ed adottare un nuovo nome, C’mon Tigre – Instrumental Ensemble.
L’album è una raccolta di 23 tracce musicali che vanno a comporre la colonna sonora di un film inesistente: un progetto di musica strumentale che propone un approccio innovativo alla produzione cinematografica, rovesciando il paradigma produttivo, mettendo al centro lo sviluppo dell’aspetto emotivo di un film a partire dalla musica, senza nessuna componente visiva.
Un’evoluzione naturale che nasce da anni di sperimentazione in cui il duo C’mon Tigre ha collaborato con alcuni dei più talentuosi artisti nel campo della musica e delle arti visive, e che ora vengono inglobati in questo nuovo progetto imperdibile per chi è alla ricerca di esperienze sonore uniche e all’avanguardia, con l’utilizzo anche dell’intelligenza artificiale per la scrittura della sceneggiatura.
Abbiamo scambiato qualche impressione sul nuovo disco con i C’Mon Tigre.
INTERVISTA
C’mon Tigre – Instrumental Ensemble ci offre un cambio di prospettiva che nasce da una sceneggiatura descrittiva, anziché dalla parte visiva di un lavoro cinematografico. Come è nata questa idea?
Principalmente nasce da una sorta di provocazione, abbiamo cercato di ribaltare i piani di produzione: solitamente si pensa in prima battuta ad una musica che viene composta, o comunque adattata a delle immagini, di pari passo, invece noi abbiamo provato a ragionare in modo diverso e far diventare la musica il soggetto di una sceneggiatura e, quindi, abbiamo lasciato che tutto il resto venisse ispirato da essa.
Abbiamo assecondato una nostra tendenza che abbiamo fin dall’inizio del progetto C’Mon Tigre, di scrivere musica per immagini, infatti, anche negli altri dischi abbiamo sempre attinto da un immaginario di fondo.
Questa volta, abbiamo voluto concretizzarlo partendo da una sceneggiatura descrittiva: comporre le musiche e arrivare al pensiero che queste poi potessero essere il punto di partenza per la produzione di contenuti visivi.
Le 23 tracce di “Soundtrack For Imaginary Movie Vol 1” dipingono altrettante scene ambientate nelle città di Tokyo, New York, Lagos, Rio de Janeiro, raccontando le emozioni di quattro personaggi in bilico tra sfide personali e l’incontro con l’intelligenza artificiale. Che opportunità offre alla musica questo strumento?
L’intelligenza artificiale è stata utilizzata per la scrittura della sceneggiatura, non per la parte musicale.
Sicuramente è uno strumento che ha e avrà molto da offrire a livello musicale. È una novità e avrà sicuramente un impatto molto molto forte nel futuro prossimo.
La cosa che penso possa essere interessante è utilizzarla come fonte di ispirazione, come aiuto, e sono convinto che sia molto importante conoscerla e prendere le misure per poter utilizzarla nel migliore dei modi.
La cosa più bella di questo album è che puoi creare qualsiasi tipo di immagine durante l’ascolto; ogni traccia può essere un mondo a sé o parte del tutto, lasciando alla componente emotiva piena libertà. Anche per voi è stato così, durante la scrittura?
L’obiettivo è quello. Non essendoci un film girato la provocazione è lasciare molto spazio all’immaginazione.
Essendo un disco che racconta un film immaginario ma con una sceneggiatura, ci piaceva la possibilità di avere stili diversi seppur sotto un’unica direzione e coesione sonora.
Questo è solo il primo di una serie di album dedicati a film immaginari. Significa che credete talmente tanto in questa “evoluzione” da avere già la certezza di continuare a esplorare. Una scelta interessante e controcorrente, in un mondo in cui sembra che solo i progetti che rendono vengano portati avanti.
Sì, perché è una cosa che ci interessa molto e ci piacerebbe approfondire; è un esperimento che abbiamo voluto cominciare e che avrà sicuramente un seguito.
Abbiamo trovato anche un metodo di lavoro abbastanza veloce, essendo una composizione allargata; se si imposta bene il lavoro è anche un processo che scorre abbastanza liscio.
Per “Soundtrack For Imaginary Movie Vol 1” il duo si è trasformato in collettivo, con la partecipazione di diversi musicisti. Com’è stato cambiare ruoli e cercare nuovi equilibri nella scrittura?
La nostra idea è di una formazione ad elastico, cioè la possibilità di allargare e stringere in un ensemble in base alla ai progetti.
C’Mon Tigre, di fatto, nasce come collettivo perché i ragazzi hanno partecipato a questo album sono gli stessi che ci accompagnano quando suoniamo dal vivo e con cui collaboriamo fin dal dall’inizio, che ormai risale a 10 anni fa.
In questo lavoro c’è una veste diversa, infatti, molti delle composizioni originali che sono state inserite nel disco sono di Mirko Cisilino, Marco Frattini, Pasquale Mirra e Beppe Scardino, e per questo motivo consideriamo l’Instrumental Ensemble un side project in cui cambiano i piani di scrittura e di composizione, allargandoli ai musicisti che solitamente ci accompagnano.
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Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)