Il cantautore torinese Alberto Bianco firma il sesto disco “CERTO CHE STO BENE” , uscito il 10 novembre, per Virgin Music / Universal Music. Prima data del tour il 24 novembre nella sua Torino dall’Hiroshima.
Alberto Bianco in Tour
- 24-11-2023 Hiroshima – Torino
- 01-12-2023 Latteria Molloy – Brescia
- 02-12-2023 Bellezza – Milano
- 09-12-2023 Locomotiv – Bologna
- 14-12-2023 Monk – Roma
- 22-12-2023 Druso – Bergamo
- 13-01-2024 Glue – Firenze
- 27-01-2024 Piola – Bruxelles
- 03-02-2024 Lumière – Pisa
- 10-02-2024 The Factory – Verona
- 17-02-2024 Cinema Teatro Magda Olivero – Saluzzo
- 24-02-2024 Modena Off – Modena
È il tempo di fermarsi, il momento giusto per essere sé stessi. È il tempo di poter dire che si può stare bene ed è ora di condividerlo.
Bianco aggiunge il nome e nuova linfa alla sua identità: oggi è Alberto Bianco e il suo nuovo disco è “Certo che sto bene”, anticipato dall’omonimo singolo.
Il cantautore torinese firma il suo sesto album in studio e torna due anni dopo l’ultimo lavoro, a 12 anni di distanza da quel “Nostalgina” che fin dal suo esordio lo ha consacrato tra le migliori penne della musica indipendente.
Nel mezzo, le collaborazioni con Giorgia, Max Gazzè, Levante (ha prodotto i suoi primi due dischi), l’attuale sodalizio con Niccolò Fabi (suona il basso con lui).
Registrato in una settimana a Formentera, in presa diretta, dell’isola spagnola il disco ha catturato il sole e il profumo del mare, respirato i sorrisi riuniti in una tavola di amici.
Prodotto da Taketo Gohara, partecipano al progetto Dente e Margherita Vicario, che canta Il tempo del mare, scritta a sei mani con Alberto Bianco; mentre Federico Dragogna è la voce che non ti aspetti in Fuochi d’Artificio, di cui firma il testo.
“Certo che sto bene” è forse il disco più autobiografico di Alberto Bianco e allo stesso tempo il più universale.
È l’album dove lo riconosci e senti la differenza. È il disco di un uomo e di un artista adulto.
Beh, certo che sto bene. Amo tutte quelle cose che sono diventato e di cui sono diventato. Sono diventato padre di Ettore e sono diventato un po’ Ettore, sono compagno di Elena e sono diventato anche un po’ Elena ma con più sopracciglia, sono amico di Luca e ora sono un po’ Luca, sono diventato un cantautore e sono fatto di parole e di musica, sono diventato forte e ora sono fatto di montagne e di mari impetuosi. Un sacco di lettere, di note, di ingredienti e profumi per farmi diventare Alberto.
10 tracce, ognuna dal ritmo e dal cuore diverso, che si incastrano perfettamente l’una nell’altra e sussurrano con sempre maggiore convinzione che si può stare bene.
Una dichiarazione coraggiosa, di questi tempi, che nasce dalla consapevolezza di dover accettare anche i cieli neri e le tempeste interiori. Perché quel “certo” che anticipa il titolo sottintende un’oscurità che non può essere negata.
Uno stare bene che – come l’artista chiarisce fin da subito nella prima traccia che dà il titolo al disco – arriva dal fare quello che piace, nel non rinunciare ad essere sé stessi, nel sapersi fermare e dare il giusto tempo alle cose, come prendersi una settimana per registrare un disco a Formentera.
Sono canzoni nate due anni fa in grande solitudine e sono esplose in una casa sulla spiaggia attrezzata come uno studio con i miei amici che tifavano e suonavano per me. Sento questo album come fosse il primo, come qualcosa da proteggere.
Alberto Bianco libera in questo disco uno stormo di pensieri buoni, come canta ne Il momento che preferisco, alleggerendo il peso di sentirsi nessuno tra tanti che arriva da Maremoto. Lo fa a suo modo: con un sound leggero e mai banale, che tiene per mano chi ascolta tra un intro fischiettante, un folk scanzonato e un blues nostalgico.
Per dirla con le parole di Margherita Vicario:
c’è il Battisti di Umanamente Uomo, il Sogno e la sgroova degli Alabama Shakes, l’ironia di Wilco e la sintesi spiazzante di Sixto Rodriguez. Bianco se torni da lui è sempre lì ed è bello.
“Certo che sto bene” inizia con lo strumentale leggero e ritmicamente spensierato dell’omonima prima traccia, e prosegue con l’arrangiamento minimale di Maremoto, dove l’intreccio tra sax e flauto alleggeriscono il peso di una forza distruttiva.
Si cambia ritmo con Il tempo del mare, un solare inno alla condivisione impossibile da non cantare a squarciagola con le mani (e forse anche i piedi) fuori dai finestrini di una macchina che corre verso la spiaggia.
Il blues nostalgico di fine estate di Cartolina anticipa Rido Seriamente, il ritratto dolce e amaro della vita dietro le quinte, musicalmente il frutto di anni di ascolto di Fink e Feist; mentre Fuochi d’artificio è probabilmente la più sognante ed eterea, la voce di Federico Dragogna irrompe a metà disco per raccontare con dolcezza il suono di una bella giornata, l’odore dei fuochi d’artificio, l’inverno che ti rapisce prima del tempo.
Il momento che preferisco è la prima canzone che Alberto Bianco dedica al figlio, l’arrangiamento e il suono sono giocosi ma il testo va in profondità e le emozioni riescono a dissolvere quel fastidio di esistere così complesso a volte da superare.
Il folk scanzonato di Pianura padana sconfigge la metaforica nebbia del posto più inquinato d’Europa grazie ai sorrisi che sprigionano un falò, mentre Le abitudini della Domenica descrive gli istanti di un tempo che non finirà, la dichiarazione d’amore di un rapporto duraturo suonata su una chitarra acustica e distorta.
Fatta bella è la buona notte che chiude il disco, una ninna nanna dedicata al figlio Ettore.
Per registrare la voce di questa canzone c’è voluto parecchio tempo perché ogni take veniva interrotta dalla commozione che mi stringeva la gola. Si sente, Taketo ha scelto la take dove si sente di più.
Biografia
Alberto Bianco ha registrato cinque dischi in studio, ha prodotto i primi due di Levante, suona il basso con Niccolò Fabi e, come autore, ha partecipato alla settantatreesima edizione del Festival di Sanremo con il brano interpretato da Giorgia “Parole dette male”.
Ha collaborato con Margherita Vicario, Dente, Colapesce, Roberto Angelini, i Selton e molti atri musicisti della scena indipendente italiana arricchendo e definendo sempre più un suono e una lirica originali e riconoscibili.
Il 10 novembre è uscito il suo nuovo disco “Certo che sto bene”, presentato in tour nelle principali città italiane.

Per ogni cosa c’è un posto
ma quello della meraviglia
è solo un po’ più nascosto
(Niccolò Fabi)