I Brugnano ed i loro Contrasti: intervista al duo napoletano

di Paola Pagni

Dopo aver conquistato il pubblico e la critica di Musicultura 2021, arrivando tra i vincitori del prestigioso concorso, il duo napoletano BRUGNANO, formato dai fratelli Gianluca e Antonio, esordisce sulle scene discografiche con il nuovo Ep “CONTRASTI” (Smilaxpublishing) realizzato insieme a VALERIO NAZO (producer e dj chevanta la collaborazione con artisti del calibro di Rocco Hunt, Luchè, Guè, Carl Brave, Fabri Fibra, Geolier, Madman, Clementino, ‘Ntò, Nicola Siciliano e tanti altri).

L’Ep contiene il feat. di CARL BRAVE nel brano “Scintille” e il feat. del rapper ‘NTÒ in “Mal di te“, singolo attualmente in rotazione radiofonica (link qui).

“Contrasti” (link qui) si compone di 7 brani nati dalla combustione di tre visioni artistiche e musicali differenti (quelle di Antonio, Gianluca e Valerio) unite dall’esigenza di coniugare la scrittura cantautorale, la musica suonata ed i codici attuali, intesi come sonorità, linguaggio e strutture.

Brani diversi fra loro che risentono di varie contaminazioni musicali che spaziano tra il pop, l’indie e il rap di ‘Ntò, nel brano “Mal di te“, di Carl Brave in “Scintille“. Il particolare sound mostra l’importanza del tappeto sonoro costruito dai synth, dal basso elettrico e dal sax di Luigi di Nunzio in “Mal di te“, dall’utilizzo di una stridente tromba di Gianfranco Campagnoli in “Scintille“, alla ritmica incalzante di “Milano” e agli archi morbidi e romantici di “Pioveva”, entrambi con l’aggiunta delle tastiere di Alessio Busanca.

Tutte le tracce sono state scritte, prodotte e registrate dai fratelli Brugnano e Valerio Nazo. Mix e master a cura di Valerio Nazo e Gianni “Blob” Roma.

Non ci siamo fatti sfuggire l’occasione di scambiare qualche battuta con i fratelli Brugnano, che ci hanno raccontato com’è nata la loro realtà artistica.

Intervista ai Brugnano

Da quanto tempo lavorate alla realizzazione di questo EP?

Abbiamo iniziato la lavorazione ad ottobre 2021 ed il tutto è finito a febbraio 2022. Ci siamo dedicati molto alla musica ed al suono, ai featuring ,che sono stati realizzati proprio come li avevamo pensati. Alla fine sono stati circa 5/6 mesi…ma di follia musicale: chiusi in studio dal tramonto all’alba. Ed è così infatti che è avvenuto l’incontro con Nazo. Questi mesi sono serviti anche ad allineare i nostri background, che fondamentalmente sono tutti e tre diversi, ma tra i quali poi abbiamo trovato i giusti punti in comune.

Come avete conosciuto Nazo?

Ci siamo conosciuti quasi 11 anni fa per una collaborazione. Poi successivamente, visto che Valerio (Nazo) è sempre stato innamorato del modo di scrittura di mio fratello Antonio, non ha mai nascosto che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa con noi. In tutte le fasi abbiamo sempre lavorato tutti e tre in sintonia. Forse anche perché stavamo vivendo una situazione comune che era il devasto sentimentale!  (detto ridendo per fortuna n.d.r.)

Tra le collaborazioni di questo disco, oltra a Carl Brave, c’è NTo’, ed è proprio il brano con lui quello scelto come primo singolo: come nesce la collaborazione?

Mal di te è un riferimento a Pino Daniele, ed è nato sicuramente prima il brano rispetto al pensiero di una collaborazione. Poi per il metodo di scrittura e di raccontare le cose, Nto’ ci sembrava perfetto. Tanto che ad un certo punto abbiamo detto è lui: o lui o nessuno. Soprattutto perché lui è molto attento ad ogni particolare ed abbiamo pensato che potesse essere l’unico, col suo modo di vedere, ad interagire col brano nel modo giusto.

E comunque è stato bello collaborare con tutte le persone che abbiamo incrociato per questo progetto: ci siamo scambiati idee ed energie senza pensare al dopo, ma solo con il gusto di fare musica insieme.

Artisticamente nascete come duo nel 2019: come avete deciso di intraprendere questa strada? Facevate musica separatamente prima?

Sì, nonostante siamo fratelli, ci abbiamo messo un po’ ad iniziare insieme. Poi una sera, la ricordiamo ancora molto bene perché pioveva tantissimo, lavorando ad un pezzo insieme, ci rendemmo conto che cantare e produrre cose nostre ci piaceva anche di più che suonare o scrivere per altri.

Sembrerà strano ma il suono proprio ci sembrava più bello. Così nacque il primo brano, Le Aiuole, e ce ne innamorammo. Poi abbiamo fatto il brano successivo, Acqua Gelida, e piano piano da eccezione questa cosa è diventata una realtà. La cosa che più ci premeva era che la nostra musica fosse vera, e per fare musica vera bisogna farla in totale libertà, senza il vincolo di scrivere cose per altri.

Per fortuna poi anno dopo anno sono accadute cose che hanno sempre più confermato questa nostra scelta. Ciò che facciamo non c’entra niente con le mode o con le tendenze, noi non facciamo musica “per svoltare”, ma perché sentiamo l’urgenza di farla. Non vogliamo di certo fare come quegli artisti che fanno grandi numeri e poi dentro di loro si vergognano di quello che fanno.

Siete tra i vincitori di Musicultura 2021: come ha influito questa esperienza sul vostro percorso artistico?

È stata un’esperienza veramente meravigliosa. Noi mandammo un brano che era un provino, semplicemente piano e voce. Da lì ci chiamarono al teatro Rossi a Macerata, entrammo tra i 16 e poi siamo arrivati tra gli 8 vincitori. Fu molto bello suonare lì, ed anche viaggiare in quel periodo in cui praticamente tutta l’Italia era in zona rossa. E poi soprattutto poter suonare live, mentre tutto il resto era fermo. Il nostro primo live in assoluto fu davanti a 2500 persone, quindi un’emozione indescrivibile. E poi la cosa buona della musica è che è sempre un incontro: noi lì abbiamo conosciuto un sacco di altri artisti, alcuni dei quali hanno collaborato con noi per il nostro EP.

Quali sono i prossimi passi? State programmando dei live?

Beh noi abbiamo proprio una gran voglia di suonare. Stiamo pensando ad una data zero a Napoli per la presentazione del disco e poi cercheremo sicuramente di capire come fare altri eventi dal vivo. L’idea della nostra musica è imprescindibile dai live, anzi si concentra principalmente su quello. Adesso l’importante è far sentire i brani per capire la percezione che ha la gente di questo lavoro, e poi via verso i concerti.

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