Home Interviste Braschi al Concertone: “Io scrivo canzoni con tutta l’onestà possibile, il tempo vedremo se mi darà ragione!”

Braschi al Concertone: “Io scrivo canzoni con tutta l’onestà possibile, il tempo vedremo se mi darà ragione!”

by InsideMusic

È Federico Braschi il vincitore del “Contest – iLiveMusic ti fa suonare sul palco del 1Maggio”, il concorso di iLiveMusic, che permette ai musicisti e ai cantanti di tutta Italia di partecipare ad uno degli eventi più amati e seguiti del panorama musicale nazionale, promosso da CGIL, CISL e UIL e organizzato da iCompanyiLiveMusic è la nuova e unica App gratuita per iPhone e Android che mette in contatto artisti e organizzatori, senza nessuna intermediazione. Ve lo annunciavamo così in una news fresca di momento, il suo nome. Ed oggi si è presentato sul palco di San Giovanni in Roma, introdotto dal suo conterraneo romagnolo Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale), con un cartello a tema lavoro, che recita così: “Sono un musicista disoccupato, cerco concerti!”. Non sappiamo se il suo appello sia stato accolto da qualche vertice della discografia o delle agenzie di booking, intanto parliamo un po’ con lui in chiosa alla sua esibizione.

Ti sei annunciato come un musicista disoccupato. È vero che cerchi un impiego o è solamente una provocazione?
Entrambe le cose. Ho fatto il festival di Sanremo un anno fa, e ci siamo trovati nella posizione dopo un anno a dover dire “ok, abbiamo fatto questa cosa, siamo arrivati a questo punto. Come possiamo proseguire, far viaggiare la macchina alla stessa velocità?” In questo senso ci siamo trovati in difficoltà, come suonare, a chi doversi proporre, senza una vera rotta ed una guida, dal punto di vista tecnico, discografico e mentale: perché innanzitutto io non ero pronto a questo saliscendi che Sanremo comporta.

Quindi, nonostante la partecipazione all’edizione 2017 del Festival, ti sei trovato con meno occasioni e possibilità di quelle che avresti desiderato?
Da un certo punto di vista sì. Il Festival è una delle cose più belle che ho mai fatto nella mia vita, ma è un’arma a doppio taglio, perché se non sei mentalmente pronto a quel saliscendi è difficile reggerlo. Sì, per rispondere alla tua domanda.

Cosa diresti a coloro che considerano la musica soltanto un hobby e i musicisti dei fenomeni da baraccone su cui alzare ingenti quantità di denaro? Te lo chiedo perché è una mentalità molto diffusa nel nostro Paese.
Io non scinderei le due cose. Affrontare la musica come un hobby può essere anche una cosa buona, senza alcuna fissazione. Sono stato però messo, a suo tempo, nelle mani di una persona che voleva soltanto lucrare su ciò che ho fatto in questi anni, senza un reale interesse ed una reale progressione nel lavoro. È decisamente una cosa deprecabile ed è un cancro di questo lavoro.

Qual è l’impatto che vorresti avere nella scena italiana musicale, sia ideologicamente che praticamente?
Non ne ho assolutamente idea, ti dico la verità. Io scrivo canzoni con tutta l’onestà possibile,e  non ho idea di dove possa arrivare quello che faccio, se sia destinato a pochi o se posso aspirare ad un pubblico più vasto. Credo che solo il tempo e gli anni daranno una risposta.

A cura di Lorenzo Natali

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