Intervista a Bracco di Graci: in studio si è riacceso qualcosa

di Paola Pagni

Dal 17 febbraio 2023 è disponibile su tutte le piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica “L’UOMO CHE VEDI”, nuovo singolo di Bracco di Graci.

“L’Uomo che vedi” è un brano che racconta la storia di un uomo che ha preso coscienza, che cerca la radice delle cose e non si sofferma all’apparenza. Quest’uomo guarda in faccia la realtà senza ipocrisie, la sua fede è un punto fermo, non influenzabile, ed è alla continua ricerca della verità, vorrebbe un mondo migliore. lo cerca, ci spera, non vuole arrendersi all’idea “che siamo solo ciccia da contare e che la vita non cambi più” come cantava Lucio Dalla in una canzone del 1983.

Abbiamo scambiato qualche battuta con Bracco di Graci, in una piacevole conversazione sul suo ritorno alla musica.

Intervista a Bracco di Graci

”l’uomo che vedi” è un uomo uscito dal disincanto che ha capito che nella vita spesso nulla accade per caso. Uscire dal disincanto è liberatorio o al contrario, porta dubbi?

Uscire dal disincanto provoca entrambe le cose. Ci sono delle porte particolari che in un certo senso gestiscono la tua vita e quindi ti portano una sorta di trauma; dall’altra parte però è una cosa buona uscire dal disincanto perché almeno prendi le misure con tutto ciò che è circostante a te.

Dal mio punto di vista in questo momento storico molte persone non hanno ancora capito che ci sono cambiamenti epocali in atto. Quindi la questione è molto preoccupante, perché c’è da capire cosa può accadere a quelli piccolini come noi.

Questa ricerca di verità e di semplicità, che traspare anche dal video, credi sia tipica di un’età più adulta? O invece è dovuta a fattori esterni?

Sicuramente l’età, l’esperienza, ovviamente contano nella vita. I ragazzi di oggi sono con giusta ragione spensierati, ed in certo senso vengono anche rapiti da tante cose effimere che gli danno una felicità veloce.

Noi che abbiamo una certa età, ed abbiamo visto tanta acqua passare sotto i ponti, magari ci interroghiamo di più. Quindi sicuramente siamo un po’ più preoccupati. Io anche in passato ho sempre cercato di scrivere la contemporaneità, mi viene difficile scrivere di cose che non hanno un fondamento. Poi ovviamente l’album non è tutto così, ci sono anche delle canzoni più leggere. Io già dal primo album comunque, ho sempre cercato in un certo senso di capire cosa mi stava succedendo intorno.

In realtà tu sei rimasto un autore anche in questi anni lontano dalle scene: ma com’è ritornare a cantare in prima persona? Trovi che qualcosa sia cambiato?

Per me è stato come da una parte rinascere e da una parte morire. Mi sono sentito anche fuori contesto, ho trovato un mondo completamente cambiato a livello musicale. Dall’altra parte però sono molto contento che mi sia tornata la voglia di scrivere, e mi è tornata grazie a questo grandissimo produttore che si chiama Giordano Mazzi, con cui ci siamo incontrati per caso. Lui ha voluto che questi brani non rimanessero nel cassetto. Li abbiamo registrati quando avevamo tempo libero. Poi quando li abbiamo ascoltati ci siamo detti: perché non gli diamo una chance. Ed è andata così. Direi comunque che la mia volontà è semplicemente esserci per testimoniare ciò che mi piace testimoniare.

Mantenendo lidentità di Bracco di Graci

Io credo che un artista non possa adeguarsi al mercato, altrimenti segue solo lo show business. Io, almeno nel mio piccolo, cercando di non peccare di presunzione, cerco di fare musica. Lavoro nel piccolo però credo e spero che mi venga riconosciuta la mia sincerità artistica. La verità che ci metto. Non voglio farmi contaminare dalle correnti.

Immagini quindi tu sia stato costretto ad aprire un profilo social (ehehe)

Assolutamente sì. Per promozione. E poi devo ringraziare molte radio che comunque mi stanno passando. Sono arrivato comunque al 30esimo posto nella classifica indipendenti.

Hai deciso comunque di tornare in grande stile, con un album di 11 tracce inedite: in che arco di tempo sono state scritte?

Ci sono due brani che io avevo già nel cassetto. Quando ci siamo incontrati per caso con Giordano Mazzi, ad una festa di compleanno, e mi chiese cosa stessi facendo, dissi che la musica era per me qualcosa di molto lontano. Lui invece si ricordava dei miei vecchi brani e mi ha anche trascinato in un certo senso. Mi ha chiesto se avevo qualcosa da fargli ascoltare, e c’erano questi due pezzi lì da diversi anni. A lui sono piaciuti e mi ha chiesto di lavorarci. Quando poi sono entrato in studio ho sentito riaccendersi qualcosa, da lì ho ripreso chitarra e piano forte rimettendo le mani su strumenti ormai pieni di polvere. Così un po’ alla volta è nato questo album.

Stai pensando di tornare live?

Non ti nascondo che a me non dispiacerebbe, anche se devo fare un po’ di ginnastica e rimettermi in sesto perché sono un po’ arrugginito. Io ho molto rispetto nei confronti del pubblico quindi non partirei mai a fare dei live “raffazzonati”.

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