Dopo le prime due date nelle Marche, il tour dei BowLand ha fatto tappa ieri – 22 marzo – presso la Casa della Musica a Napoli.
BowLand è un progetto musicale nato a Firenze da tre amici che si sono incontrati a Teheran ma che trova le sue radici in uno spazio dove sonorità fluttuanti si fondono con voci eteree e ritmi groovy.
L’evento, organizzato da BPM Concerti, sarebbe inizialmente dovuto svolgersi al meno capiente Common Ground prima di essere traslocato nella più ampia venue situata nel quartiere Fuorigrotta. Ad accogliere il trio un pubblico piuttosto eterogeneo, peccato soltanto che la sala principale presenti qualche vuoto di troppo.
Nel 2017 esce il loro primo album Floating Trip, mix di tutte le influenze artistiche del loro percorso maturato negli anni – dai Gorillaz ai Portishead, passando per le Cocorosie e Nicolas Jaar. I testi costituiscono la diretta conseguenza della musica, che rappresenta l’elemento centrale.
Ma è nel 2018 che i BowLand sconvolgono e rapiscono l’Italia giungendo, con la stessa personalità e con i propri colori, sino alla finale del talent show XFactor Italia presso il Mediolanum Forum di Milano, conquistando il quarto posto. Intanto il trio pubblica l’Ep Bubble of Dreams, ideale seguito del disco d’esordio.
Lei Low, Saeed Aman e Pejman Fani si sono fatti conoscere al grande pubblico soprattutto per le numerose cover proposte durante la piuttosto fortunata partecipazione al programma televisivo ed è proprio attorno a queste che ruota la scaletta del loro primo vero e proprio tour.
Il live si apre poco dopo le 21:30, quando i tre artisti fanno il loro ingresso in scena ed attaccano a suonare l’Intro. A contraddistinguere il primo blocco dello show sono le atmosfere tipicamente mediorientali, come quelle di Boof, enfatizzate dall’utilizzo di strumenti non convenzionali da parte di Pejman, quali il didgeridoo digitalizzato in It’s all grey oppure il beatboxing umano, passando per le classiche pentole da cucina fino ad arrivare allo scacciapensieri di Accidents.
Il connubio con un sound più occidentale è contrassegnato dall’elettronica e le chitarre di Saeed: Don’t stop me è la parentesi più pop del loro repertorio, la nuova versione del singolo possiede un bel ritmo e una melodia evocativa, rispecchiando abbastanza bene quelle che sono le peculiarità della band. Ma ecco (finalmente) le cover, il pubblico si accende sulle note della hit No Roots (Alice Merton): la vera protagonista è proprio la cantante Lei, la sua voce suadente e allo stesso tempo incantevole arricchisce notevolmente il contenuto dei brani.
Decisamente riuscita anche la rivisitazione del successo degli Eurythmics, Sweet Dreams. Per dare una definizione al genere del trio, lo si potrebbe considerare una ramificazione del Trip Hop con tante contaminazioni acustiche. Il vero punto di svolta nel percorso a X Factor coincide con la prima volta in assoluto in lingua italiana: Senza un perché (Nada) viene cantata a squarciagola da tutti i fan, vuoi anche perché il brano è stato “riscoperto” molti anni dopo la pubblicazione grazie al suo inserimento nella colonna sonora della fortunata serie tv The Young Pope.
BowLand è un pianeta ancora tutto da scoprire, che vive e si alimenta grazie a fonti artistiche diverse: le note, la voce, la grafica. La sua immagine si crea e si sviluppa nel tempo attraverso le illustrazioni e le animazioni realizzate dalla cantante.
