15 anni di BULL BRIGADE: lo street-punk e la Torino post-olimpica

di Marianna Grechi

Per celebrare i 15 anni di carriera discografica, venerdì 7 aprile, i BULL BRIGADE hanno pubblicato la ristampa in vinile in edizione limitata del primo disco “Strade smarrite”.

Ad accompagnare la speciale release, sarà disponibile sugli store digitali la versione acustica di “Sulla collina”, uno dei brani più amati della band torinese che da diversi anni viene trasmesso allo stadio Olimpico di Torino durante le partite in casa della squadra granata. Con le loro sonorità punk rock dalle influenze street e hardcore e con quasi vent’anni di carriera, i Bull Brigade sono una tra le band più conosciute nel panorama punk italiano grazie alla poetica dei testi di Eugenio Borra e alla ricca attività live che li ha portati a calcare importanti palchi in tutta Europa, arrivando anche in Sud America e condividendo la scena con artisti come Ska-P, 99 Posse, Punkreas, Cock Sparrer, Cockney Reject, Booze & Glory, The Exploited.

Per l’occasione abbiamo incontrato Eugenio Borra, voce dei Bull Brigade, e abbiamo riflettuto sull’attitudine punk e sul rapporto della band con Torino.

L’intervista a Eugenio dei Bull Brigade

Ciao Eugenio! Benvenuto qui ad Inside Music, so che siete reduci dalla prima data del tour a Londra, com’è andata?

Sì devo dire che al Fox and Firkin è andata benissimo. Eravamo stati a Londra solo due volte, l’ultima 10 anni fa ma eravamo collocati in palinsesti molto ampi, in un contesto di festival. Questa volta ci siamo presentati come gruppo headliner facendoci carico di una serata importante, ma il risultato è stato sorprendente.

I BULL BRIGADE festeggiano 15 anni di carriera, ma so che tu sei l’unico membro della formazione originale, come ti fa sentire questo?

Sì tutti i brani portano la mia firma, ma i Bull Brigade si fondano su un equilibrio mantenuto in questi anni. Siamo sempre stati comunque un entità omogenea. Allo stesso tempo, ogni formazione a livello chimico ha saputo trasmettere qualcosa di diverso in ogni album nonostante la componente costante rappresentata da me.

E come si cambia in 15 anni di carriera? Com’è è essere punk 15 anni dopo un esordio?

Tocchi un tema che penso di aver ampiamente chiarito nel brano QUARANTA da “Il Fuoco non si è spento” il nostro ultimo album. Nonostante si perda “smalto” e la rabbia si assopisca, comunque l’attitudine tende a rimane.

Si parla molto di questa nuova ondata punk, in diverse sfumature, per esempio quest’anno si fanno molto notare i ragazzi de LA SAD e il loro emo punk. Cosa ne ‘pensi? Ti fa piacere che il genere riesca a prendersi uno spazio nel panorama mainstream?

In realtà noi stessi Bull Brigade nell’ultimo album abbiamo cercato di dare una volta un po’ più melodica, proprio per aprirci un po’ a un pubblico un po’ più vasto. Io personalmente non vedo nulla di male in nessuno dei due estremi. Mi spiego: se persone pagano il biglietto per ascoltare LA SAD, ben venga, significa che se non conoscono già il genere molto probabilmente lo esploreranno usciti da lì. Ugualmente non ho nulla da criticare a chi è più “fondamentalista” punk hardcore e non vuole cedere alle “derive” commerciali.
Inoltre credo che le critiche possano essere mosse da chi se lo può permettere. Spesso ci si nasconde dietro a un “fondamentalismo” per non riconoscere che in pochi pagherebbero per la propria musica.

I BULL BRIGADE hanno un legame fortissimo con Torino, la vostra città. Questo rapporto intensifica il vostro prodotto o a volte limita nel farvi conoscere dal pubblico?

Direi che non è limitante. Abbiamo usato questa connotazione perchè proveniamo da un periodo particolare di ondate studentesche. Nascere e vivere a Torino in quel periodo significava spesso essere figli di operai, e noi ostentavamo questa cosa. Ma non ci ha mai precluso nulla.

Mario Spesso nel documentario “Strade Smarrite” dice che tu hai avuto fortuna – in realtà testualmente dice un’altra parola- di saper comporre e scrivere testi per un dono che hai. E’ così?

Mario SPesso è un personaggio molto controverso (ride) e sente il peso del punk sulle spalle. Ma noi lo difenderemo sempre, è lui che mi ha messo il microfono in mano. E comunque non è assolutamente così, io lavoro molto, ore di tentativi e sacrifici. Certo un po’ di dono ci sarà ma è la forza di volontà che fa la differenza.

Per i vostri 15 anni avete rieditato in versione acustica SULLA COLLINA, so che è una canzone molto intima ma che come dice tua sorella Daria nel documentario è diventata un punto di riferimento fortissimo per il vostro pubblico. Cosa si prova a condividere con degli sconosciuti una parte così intima di sè stessi?

Sulla Collina viene da un periodo molto forte, forse è il primo scritto per i Bull Brigade. Parla appunto di quando mio nonno mi porto sulla collina per farmi diventare tifoso del toro. Quando ho iniziato notare che il testo incontrava i gusti di molte persone in tutta Italia mi colpiva soprattutto il fatto che in ogni città si vivesse però in modo diverso.

LE DATE

  • 15/04 Londra–Foxand Firkin
  • 29/04 Berlino–Urban Spree
  • 05/05 Torino-Hiroshima Mon Amour-TICKET:https://bit.ly/3EIs5WM
  • 13/05 Roma–Largo Venue-TICKET:https://bit.ly/3SI0RFt20/05 Bologna–Covo Club-SOLD OUT
  • 26/05 Milano–Santeria Toscana 31
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