Home Live Report 10 anni di “Amen”: Baustelle in concerto alle Officine Grandi Riparazioni Torino.

10 anni di “Amen”: Baustelle in concerto alle Officine Grandi Riparazioni Torino.

by InsideMusic

Amen.
Dopo due anni trascorsi tra live, la pubblicazione di due album “L’amore e la violenza” e “L’amore e la violenza – Vol.2”, e tanti km macinati per tutta l’Italia, la band, originaria di Montepulciano, aveva annunciato, attraverso la propria pagina Facebook, agli inizi di settembre, al photofinish del tour, una special date celebrativa per il decennale di “Amen”, 4° album della band, che nel 2008 li aveva portati alla definitiva conferma tra i big.

E noi, alle Officine Grandi Riparazioni Torino, ieri sera, c’eravamo.

Arrivo.
C’è già una lunga fila.
La location è molto suggestiva.
La gente parla, eccitata per il live.
Penso ad “Amen” è subito liceo, quando si andava a casa di Salvatore e si faceva incetta di canzoni sul fidato lettore Mp3.
A casa c’era già l’album, comprato da papà, ma volevi mettere la comodità di quel piccolo jukebox portatile?
Cuffiette e si andava in giro (“Non ce la faccio troppi ricordi!“).

Il pubblico acclama impaziente, poi…
Ore 22:22.
La prima ad apparire è Rachele. Si accomoda alle tastiere.
Il suo occhio ceruleo illumina il palco.
Le ombre della band si stagliano sull’azzurro dell’iride riprodotto dai led retrostanti.
Il concerto è iniziato.

C’è “INTRO”, nel disco suonata da Mulatu Astake.
Segue “COLOMBO”, come secondo i piani, già svelati dal leader della band, Francesco Bianconi nel comunicato che aveva annunciato la data (“Eseguiremo tutto Amen, riarrangiato, espanso, letto attraverso le lenti dei nostri occhiali di oggi, dall’inizio alla fine, non un pezzo in più, senza bis, senza extra.”).
Poi il delirio: “CHARLIE FA SURF”, e il pubblico impazzisce. Si salta, le voci dei paganti si uniscono in un unico grande coro. Sembra essere ritornato al 2008. Le prime uscite neopatentati in auto, con lo stereo a palla, il cantare a squarciagola.

Bianconi ringrazia il pubblico e si lascia andare ai ricordi: “Sembrano passate 2 o 3 vite da quelle giornate passate qui a Torino a registrare questo disco così importante per noi. Eppure, la prossima canzone ci appare molto più attuale adesso di quando la scrivemmo: “IL LIBERISMO HA I GIORNI CONTATI”.
Il concerto scorre, veloce, come “L’AEROPLANO”.
Su “BAUDELAIRE” si balla.
Quando comincia “L.” cade un religioso silenzio.

In giro per il grande fabbricato (un ex stabilimento di manutenzione di veicoli ferroviari) spettatori di ogni età. Qualche bimbo dorme tra le braccia della madre fan che sussurra a memoria i testi delle canzoni.
Seguono tutte le altre tracce, fino alle 23:30, quando, su “ANDARSENE COSÌ”, la band esce.

Urla, richiesta di bis, applausi.
Si rientra.
Bianconi riprende la parola: “Per fare i fighi, seguendo un artista straniero che stimavamo molto, facemmo una ghost track, che probabilmente non ha mai sentito un c***o di nessuno. Una volta, però, io l’ho sentita! Questo è l’ultimo live prima di un piccolo letargo, che segna la fine “dell’amore”, la fine “della violenza”.”

E dopo la presentazione della band, i ringraziamenti e un commosso saluto al ricordo di Carlo Rossi, tassello fondamentale per la creazione dell’album, parte la musica.

La voce di Rachele e i synth, imponenti, accompagnano l’ancheggiare cadenzato dei paganti verso la fine della performance.

La musica s’interrompe, ma Charlie continua a fare surf.

AMEN.

 

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