Il terzo Sanremo dell’ “era Amadeus” si apre in maniera molto classica, con il sipario che si alza e il conduttore che scende le scale accompagnato dall’orchestra, andando incontro al pubblico presente in sala, che con i suoi applausi lo commuove, riportandolo con la mente allo scorso Festival, quando l’assenza degli spettatori creava un vuoto, non solo sonoro, pesante e difficilissimo da riempire.
Prende così il via una prima serata non certo scoppiettante, -fatta eccezione per la presenza dei Måneskin, la performance di Mahmood & Blanco e la verve di Fiorello-, della quale andremo a vedere, nel dettaglio, quali sono stati i momenti “migliori” e quelli “peggiori”.
I momenti Top
L’inizio della gara
Non sono nemmeno le 21.00, quando Amadeus annuncia il primo cantante pronto ad esibirsi, tenendo fede a quanto promesso: finalmente ci si ricorda che Sanremo è, prima di tutto, una gara, e le si dà subito spazio, come è giusto che sia. Speriamo che accada anche le sere successive.
La presenza del pubblico in sala
Sanremo senza gli spettatori, senza gli applausi, senza i commenti fuori campo della gente, senza le persone che si affannano a toccare o a fotografare il vip che, per esigenze di spettacolo, passeggia in sala, metteva una tristezza infinita. Ai primi applausi il conduttore si commuove, e c’è da capirlo.
La scenografia
Gaetano e Maria Chiara Castelli ci regalano una scenografia d’impatto, maestosa ed accogliente, capace di valorizzare la presenza dell’orchestra e quella degli artisti sul palco.
I Måneskin
Certamente il momento più elevato dello spettacolo: offrono due performance di alto livello, sia in termini musicali sia in termini di presenza scenica (peccato solo per il “siparietto”, certamente non deciso da loro, con Amadeus sulla Golf cart), che cancellano, di colpo, quanto visto fino ad allora e rendono “scialbo” tutto quello che verrà dopo. Hanno qualcosa in più, e ormai questo è chiaro a tutti a livello internazionale; quello che non ti aspetti, è che uno sfrontato come Damiano, dopo tutte le esperienze pazzesche fatte in giro per il mondo, possa sinceramente commuoversi dopo avere cantato -peraltro divinamente- un pezzo molto intenso nella sua lingua madre. È un momento toccante, per lui ma anche per chi è a casa, ed è una delle poche emozioni vere che ci regala questa prima serata.
Mahmood & Blanco
Li davano per favoriti, e a ragion veduta. L’altra forte emozione che ci offre la serata arriva da questo duo di ragazzi bravi, belli, eleganti e che cantano di sentimenti all’unisono, abbracciandosi sul finale. Un piacere per le orecchie e per gli occhi.
I momenti Flop
La durata della gara
Perché far terminare il programma intorno all’una, quando la gara era già finita da un pezzo? Misteri di Sanremo.
Il battesimo di Achille Lauro
Achille Lauro piace così com’è…tuttavia, il pezzo che porta in gara quest’anno suona di già sentito e risentito (da lui) e l’esibizione con la quale apre la kermesse, che oscilla tra il sensuale e il mistico, con tanto di battesimo finale, non risulta del tutto convincente. Strafare non sempre è la scelta migliore.
Ornella Muti
Una magnifica presenza: arrivarci così, a 66 anni. Bella, bellissima, sofisticata ma, con tutto il massimo rispetto…sembra sentirsi fuori posto. Più che una co-conduttrice, sembra una presenza secondaria relegata a fare poco più che abbellire. Peccato.
Certi outfit
Orietta Berti è divertente, simpatica, giocherellona, ma vestirsi da rosa con le spine è un po’ troppo anche per lei. Il rosa è il colore con cui sceglie di vestirsi anche Dargen D’amico, ma è un colpo nell’occhio troppo forte: il rosa non è per tutti e bisogna farsene una ragione. Ana Mena canta un pezzo improponibile ma è molto carina, non fosse per quegli stivaloni rossi al ginocchio che, insomma, le conferiscono eleganza. Rkomi opta per una mise in pelle nera con tanto di maschera di cui, per fortuna, si libera subito, alleggerendo l’inquietudine del tutto: un po’ troppo anche per un artista che porta in scena un pezzo con sonorità alla Depeche Mode.
Berrettini & gli attori delle fiction Rai
Comprensibili le ragioni per le quali fanno la loro comparsata in un programma che fa 11 milioni di spettatori…tuttavia, non si ravvisa tanto la necessità di queste “apparizioni” all’interno di un programma che ospita una gara musicale. Ovviamente senza nulla togliere alla bravura, nei loro rispettivi ambiti, degli attori e degli sportivi che presenziano.
L’omaggio a Battiato
Davvero non si può liquidare così sbrigativamente il Maestro. Per fare un omaggio del genere, tanto vale non farlo.
Appassionata di musica, giornalismo, scrittura e danza, ama vivere nella sua riservata Torino, ma adora il Sud Italia, nel quale affondano le sue origini.