Per iniziare il nostro viaggio su Inside Music, inauguriamo la nuova rubrica News of the World!
Ed è proprio con il sesto album dei Queen “News of the world” che diamo inizio alle danze. Cos’ha di particolare? Innanzitutto la copertina, opera di un americano illustratore di fantascienza, Frank Kelly Freas. Il batterista della band, Roger Taylor, si fece catturare dall’immagine di copertina della rivista “Analog”, in cui compariva un robot enorme con il mano il corpo di un uomo senza vita. Il gruppo chiese quindi a Freas di ideare un’illustrazione simile per la copertina del loro album. L’artista accettò e riprodusse l’enorme robot con in mano non più l’uomo morto ma i quattro componenti della band.
Era il 1977 e i Queen dovevano puntare su qualcosa di assolutamente innovativo, per farsi largo tra i vari album punk che imperversavano da qualche anno e andavano ormai per la maggiore. In soli tre mesi scarsi, la rock band britannica scelse di abbandonare sinfonie e ricercatezza in favore di una maggiore immediatezza, dando così vita a uno degli album più particolari e controversi della sua storia musicale.
All’interno infatti si trovano alcuni pezzi di enorme successo, come “We Will Rock You” e “We Are The Champions” (che diventeranno veri e proprio cavalli di battaglia), alternati da ballad e canzoni che, per quanto di pregiata fattura, passano in secondo piano rispetto ai due colossi appena citati.
Ci troviamo quindi davanti a un ibrido, privo di una linea musicale precisa che colleghi ogni pezzo, come invece avevano abituato negli album precedenti. La sperimentazione, in ogni modo, si è rivelata quanto mai necessaria per farsi largo nel difficile periodo musicale del periodo. In molti sarebbero caduti lanciandosi in una simile impresa Don Chisciottesca, ma i Queen riescono ancora una volta a palesare la loro bravura: l’album fu quattro volte disco di platino negli USA e in cima alle classifiche per svariati mesi.
Dicevamo che, oltre alle canzoni diventate famose in tutto il globo, “News of the world” ha anche altri brani di pregio che sono stati, però, oscurati dai due brani sopra citati. Non dimentichiamo “Spread your wings“, scritta da Deacon, un piccolo gioiello in puro Queen Style, che racconta i sogni di un giovane lavoratore che il suo datore di lavoro tenta di affossare, ribadendogli di tornare alla realtà. Ma nonostante questo lui continua a sognare di spiegare le ali, perché l’uomo deve avere il coraggio di essere libero.
Da citare assolutamente “My Melancholy Blues”, meravigliosa ballad suonata al pianoforte che chiude le danze dell’album, in cui ritroviamo un po’ lo stile di una volta con Freddie Mercury che dimostra eleganza e potenza vocale come solo lui sa. Un pezzo per sognatori che accompagna lentamente al finale “Quindi entra nel mio mondo vieni a incontrare il mio malinconico blues”.
Carla Marras