Home Recensioni MezzoSangue – dove il cuore incontra il cervello: la filosofia di Tree – Roots&Crown

MezzoSangue – dove il cuore incontra il cervello: la filosofia di Tree – Roots&Crown

by InsideMusic

Tree – Roots & Crown è l’ultima, monumentale, opera di Mezzosangue che, per maestosità di tracklist e contenuti, si fa largo tra i migliori album rap italiani da molto tempo a questa parte.

D’altronde non potevamo che aspettarci un capolavoro del genere una volta riconosciuta la firma che porta, il nome di uno dei pochi le cui grida riecheggiano nella desolazione di una scena musicale diretta sempre più verso un drammatico impoverimento della sostanza.

Il nuovo album segna un checkpoint fondamentale all’interno del percorso di un artista che ha saputo raccogliere le riflessioni esistenziali di un’anima forse troppo sensibile per riversarle in dei veri e propri trattati, dove con cinica razionalità schiaffeggia in faccia all’ascoltatore le angosce del mezzosangue, l’anti-eroe contro tutto e tutti nel quale, però, ognuno rivede il lato oscuro di sé – il più autentico -, tenuto nascosto sotto la superficie. Tree, dunque, si divide in Roots e Crown, ovvero Radici e Chioma (rispettivamente la vera essenza e la sua manifestazione apparente), congiunte in un’ ”indivisa interezza” nonostante le prime rimangano nascoste ai più, ombre che “guardano la chioma ma non sanno le radici quanto vanno giù”.

Sebbene questa divisione appaia netta in termini di composizione (Roots è formato da beats elettronici mentre Crown da arrangiamenti suonati in studio), il percorso che MezzoSangue segue è un alternarsi di interrogativi e meditazioni che attraversano continuamente il confine tra i due dischi. Di seguito analizzeremo uno per uno i pezzi, vedendone, principalmente, il carico concettuale che, ancora meglio di qualunque altra cosa, può essere utile a spiegare l’opera cui ci ritroviamo di fronte.

 

Destro, Sinistro, Montante: cosa combatto? La lotta contro la vita è fatta di tante piccole sconfitte: è il lento e inesorabile scorrere del tempo, che scava poco per volta, continuamente. È un avanzare a perdere, ma occorre sapersi rialzare, sempre.

Io Sono MezzoSangue: me stesso. Supertramp è tornato. Ancora più indomabile, ancora più tenace contro ansie e paranoie. Il sentiero che percorre, però, è lontano da tutti gli altri.

God Bless Ignorance: cosa cerco? Cos’è vero e cos’è falso? Benvenuti nel miscuglio, “c’è di tutto e sa di niente con un retrogusto amaro”; Dio benedica l’ignoranza, ultima difesa contro i veri problemi che la realtà ci pone difronte.

System Error: 404 (not found). Il futuro si staglia in tutta la sua incertezza e oscurità all’orizzonte: inutile invocare la fortuna, MezzoSangue non è un uomo. È un errore del sistema.

Mi Accompagni: con chi cammino? Mi Accompagni Mentre Mi Allontano, Che Hai Imparato A Rimanermi Accanto”. Una dolce nenia fa da sottofondo alla dedica verso il guerriero che il rapper ammira maggiormente: la mamma.

La Mia Famiglia: mai da solo. La famiglia porta un unico nome, nonostante i mille volti diversi a comporla: un mezzosangue sa di non avanzare da solo non per una ragione di sangue o di nome, ma per quello che fa ed è.

Wonderland: dove mi trovo? Una foresta di simboli circonda la strada: “il gatto fra le ombre ne ride e dice «Benvenuto in Wonderland»”, dove il mondo è mera apparenza, e il suo significato è nascosto dietro vuoti nomi e vuote parole.

Upside Down (feat. Rancore): nel Sottosopra. La realtà si contorce su se stessa per trasformarsi sistematicamente nel proprio opposto, non lascia riferimenti mentre ognuno è intrappolato all’interno della propria soggettività -risucchiato dagli specchi e risputato fuori dagli schermi.

Verità Pt. II: cos’è reale? Per ottenere verità occorre seminare dubbi, ma non è mai abbastanza. La conoscenza del mondo passa attraverso il mutamento di sé in un processo di continua crescita, decadimento e trasformazione. Nella danza caotica del fato, chi avanza sa che ne uscirà diverso.

Umanista: il sogno. Scacco matto. Spalle al muro, circondato dal silenzio assordante della società nei confronti dei problemi concreti del mondo, MezzoSangue non smette di abbaiare al vuoto. E lo fa continuando a sognare un mondo in cui “ogni uomo può contare sull’umanità”.

Winter: cos’è la fine? Il fardello di cui si carica trasforma presto la vittima in carnefice: la metamorfosi imperversa in questa valle di lacrime, mentre egli ride e sprofonda.

Ologramma: ciclicità. Il genere umano è al tracollo, “cellule impazzite in un tumore fulmineo”. Prendere coscienza del fatto che l’uomo è indissolubilmente legato alla Natura in un’unica entità, che la separazione fisica è mera illusione, è il primo passo verso la salvezza.

Tree: chi sono? Le radici tengono in piedi l’albero così da non temere la forza del vento, perché possa resistere alla violenza del mare di superficialità che lo attornia.

Backdoor: l’evoluzione. Una breccia nel sistema apre la via per nuovi versi in codice, estranei alla logica del consumo, capaci di penetrare fino in fondo in quest’impianto marcio fin nelle fondamenta.

Io e Te: cosa posso fare? L’uomo nello specchio rievoca il tempo passato e con esso tutto quello che ha perso per stare a sei passi dal suolo: “sei unico, spesso sei solo, è il compromesso del volo”. Un soliloquio straziante tra l’uomo che era e l’uomo che è diventato.

Ned Kelly: ri[e]voluzione. Mr. Mezzo è imputato ingiustamente per crimini mai commessi, causa il non volersi omologare alla folla. Meglio morire come Edward Kelly.

Crown: dove sono diretto? L’amplesso affannoso tra ragione e sentimento genera MezzoSangue, un burattino capace di tagliare i fili che lo guidano. “Tu inizi con la musica e la musica ti inizia”.

Fuck Them Fuck Rap: qui. La via dell’eremita (intellettuale) rimane l’unica strada da percorrere per chi non vuole subire l’annichilimento dell’individuo che accompagna l’avvento della società. “Intelligenza non è adattamento, se l’adattamento è fare scempio di sé. Un compromesso compromette: dove metti, levi“.

Ecco, a grandi linee, il percorso che il rapper col passamontagna delinea nel suo ultimo lavoro.

A tratti tornano i toni malinconici di “Soul of a Supertramp” ma questa volta, a distanza di tre anni, sono accompagnati da una consapevolezza disarmante e un nichilismo meno marcato. Nonostante sembri impraticabile, una via di uscita da questo Matrix in cui realtà e finzione si fondono c’è, ed è identificata nell’ecosofia: l’unione di filosofia ed ecologia che guida ad una rivalutazione della condizione esistenziale dell’essere umano in quanto essere naturale.

“Dobbiamo imparare ad osservare qualsiasi cosa come parte di una indivisa interezza: nonostante la sua apparente solidità, l’Universo è un fantasma, un ologramma gigantesco e splendidamente dettagliato; le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa. La loro separazione: un’illusione”

Il rifiuto dei confini illusori che l’uomo ha posto tra sé e l’Universo di cui è specchio; la necessità di recuperare la dimensione naturale e con essa l’empatia verso il mondo che lo circonda e che sta implacabilmente distruggendo; infine, l’amore per la verità. Questi i nodi principali intorno ai quali si sviluppa il messaggio “MezzoSangue”: non si tratta di un uomo, di una persona fisica, ma di un’idea che ognuno può (e dovrebbe) abbracciare. Essere MezzoSangue significa essere filosofo, cercatore ossessivo della Verità. Significa, in conclusione, essere un meraviglioso, imponente albero cresciuto da lacrime in rima, di cui non rimane che scoprire la profondità delle radici.

 

“L’ora si approssima: o uomo, uomo superiore, fa’ attenzione!

Questo discorso è per le orecchie fini, per le tue orecchie –

che cosa dice la profonda mezzanotte?”

Friedrich Nietzsche – Così parlò Zarathustra

Voto – 8.5

 

Nicolò Farfante

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