Ieri sera Max Gazzè si esibito a Rugby Sound 2019 a Legnano, nel contesto del Rugby Sound Festival.
Su un lato c’è l’antico castello di San Giorgio, sull’altro la vegetazione del parco dei Mulini, tutt’intorno il fiume Olona. E’ in questo contesto storico e bucolico che, nella serata del 30 giugno, Max Gazzè ha suonato davanti al pubblico di Legnano. L’occasione è stata la terza serata del Rugby Sound, il festival nato anni fa nella vicina Parabiago su iniziativa della locale squadra di palla ovale e diventato negli anni, dopo lo spostamente al castello legnanese, la rassegna musicale più importante della zona. Dopo il pienone assoluto dei Subsonica la sera prima, stavolta è toccato al cantautore romano salutare il pubblico dell’unica città italiana, assieme a Roma stessa, citata nell’inno di Mameli. Malgrado il caldo micidiale le presenze sono state circa 4000 e l’artista, che ha suonato senza supporter per circa 2 ore, non ha deluso.
La band alle sue spalle era composta da Giorgio Baldi alla chitarra, Clemente Ferrari a organi e tastiere, Max Dedo al trombone e Cristiano Micalizzi alla batteria, più una sezione fiati. Gazzè si è presentato sul palco molto rilassato scherzando su tutto,dalla sua incapacità nell’uccidere esseri viventi, zanzare comprese, fino all’annoso problema degli magliette inondate di sudore. Come sempre spesso accade si è alternato su due Fender jazz bass d’annata, e pure all’odiata chitarra, sempre sostenuto alle spalle da una formazione con i controfiocchi, dove i fiati hanno arricchito il suono, senza mai essere invadenti ma senza nemmeno nemmeno snaturare i brani.
I classici si sono susseguiti uno dietro l’altro già nella prima parte del concerto, come “Annina”, “Il solito sesso”, “Eclisse di periferia” o “Teresa”. Qualitativamente parlando una delle punte più alte è stata una coinvolgente “Vento d’estate”, circa a metà dello show. Gazzè se la cava bene anche su “Cara Valentina”, altro grande classico e pure sull’acustica “Il timido ubriaco”. Nel finale sono arrivate una toccante “La leggenda di Cristalda e Pizzomunno”, con il piano di Ferrari in bella evidenza, l’immancabile “La favola di Adamo ed Eva”. Un bel concerto in definitiva al quale perdoniamo anche la bruttina “Posso” fatta con Carl Brave, proposta nel finale per salutare il pubblico, al quale, a differenza di chi scrive, evidentemente la suddetta canzone piace. Gazzè si è fatto apprezzare soprattutto per la bella voce (gli perdoniamo qualche imperfezione qua e là) e per le sue belle canzoni (per quanto si preferiscano sempre
quelle più vecchie).
E poi come bassista non si discute.
Ph: Massimo Tuzio e report di Stefano Vietta
Con Max Gazzè si confermano in questo viaggio i suoi musicisti di sempre: Giorgio Baldi (chitarre), Cristiano Micalizzi (batteria), Clemente Ferrari (tastiere) e Max Dedo (fiati) e una particolarissima sezione fiati.

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