Inside Music ha intervistato Valentina Parigi, tour manager di Piero Pelù, per parlare dell’attuale situazione dell’industria musicale italiana e di tutte le difficoltà che sta incontrando ai tempi del COVID-19. Inoltre, Valentina ci ha raccontato in cosa consiste la sua professione, quali sono i suoi dischi e i suoi artisti preferiti in questa quarantena.
Ciao Valentina, partiamo dalle origini. Come è nata la tua passione per la musica e quando ti sei resa conto che avresti voluto renderla un lavoro?
“Ciao a tutti i lettori di Inside Music, ringrazio Alessia e Luca (Ferri ndr. il direttore di Inside Music) per questa bellissima e inaspettata richiesta. A casa dei miei nonni c’era un meraviglioso giradischi molto antico ma funzionante e una piccola credenza con dentro centinaia di dischi. Ricordo ancora l’odore esattamente come era. I primi dischi che ascoltavo erano dell’immenso e unico Lucio Dalla ed è con lui che ho iniziato la mia “conoscenza musicale”. Successivamente, facendo danza classica, mi ero approcciata tantissimo alla musica classica, come Vivaldi e le sue quattro stagioni e il Bolero di Ravel. Questi erano i dischi a cui ero più affezionata“.
Per chi non conoscesse cosa significhi esattamente essere un tour manager, come spiegheresti la tua professione?
“In verità faccio mille cose distinte. Durante una produzione di un tour, ci sono varie figure che si alternano anche a seconda delle agenzie con cui si collabora. La tour manager è la persona che si occupa e che fa da collegamento trea l’ artista e tutte le figure che lavorano per lui/lei, relativamente all’attività live, e cura la logistica degli artisti in tour data per data. Poi ci sono i direttori di produzione, che sono a capo di ogni evento o tour e che si occupano di tutta la macchina organizzativa, dal facchinaggio ai musicisti etc. oltre a fare da capo al produttore esecutivo della relativa agenzia”.
Come nasce il tuo incontro con Piero Pelù, di cui sei attualmente tour manager, e i Litfiba?
“Con Piero collaboro da 20 anni in verità nasco dal suo fun club e poi assistente al suo management e grazie a lui devo dire che ho imparato mille ruoli compreso la tour manager, nel 2009 quando i Litfiba si sono riuniti ho quindi collaborato anche con loro ed è stata una bellissima esperienza“.
Quali sono i momenti della tua carriera professionale che ricordi con maggiore felicità? E quelli più difficili invece?
“Tutti i tour che ho fatto li ricordo con grandissima gioia e felicità, anche nei momenti più difficili, ma in assoluto mi porterò nel cuore la reunion dei Litfiba e l’evento a Napoli in ricordo di Pino Daniele “ Pino è”. I momenti più difficili in ogni tour sono sempre i back to back e le tante ore in piedi, così come le valigie da caricare e scaricare ogni giorno”.
Come stai vivendo queste settimane di stop forzato a causa del COVID-19 dal punto di vista personale e professionale?
“All’inizio malissimo, non vedevo vie d’uscita. Poi, grazie alla musica, ho ascoltato un sacco di artisti emergenti e con due di questi ho iniziato una splendida e profonda collaborazione che mi sta dando tantissima forza e che mi ha aperto altre strade. Devo dire grazie anche a Piero, che ogni giorno mi ha sempre dato da fare e tanta positività“.
L’avvento del COVID-19 ha costretto tante attività a chiudere i battenti. Sono stati annullati e/o rimandati numerosissimi concerti previsti per quest anno e lo Stato ha cercato di dare un supporto economico a tante categorie, benché sembra che quella dei professionisti dello spettacolo sia stata dimenticata. Cosa ne pensi di questa situazione?
“I lavoratori dello spettacolo ahimè sono sempre stati una scheggia impazzita, nel senso che non viene considerato un vero e proprio lavoro. Sembra che sia un divertimento, ma giusto per corretezza di informazioni è un lavoro a tutti gli effetti, con tante ore, poche disonno, tanti km in macchina, dormire in letti diversi ogni sera…aggiungo altro? Penso che sarà lunga prima di ricominciare a ballare, cantare e andare a vedere i concerti. Credo che l’unica cosa sia aspettare e nel frattempo trovarsi un piano B di qualsiasi tipo, anche al di fuori di questo lavoro, per poi poter ricominciare credo tra un anno. So che non è una soluzione e non ho altre risposte al riguardo, anche se spero che qualcuno si inventi qualcosa per poterci far lavorare prima. Purtroppo l’intrattenimento all’inizio non credo che possa essere una priorità“.
Cosa ne pensi delle iniziative che sono state lanciate in questo periodo? (Musica Che Unisce e Music For Hope di Bocelli tra le tante) Pensi che bastino per ripartire ed uscire da una situazione di questo tipo?
“Tutte le iniziative di qualsiasi tipo fatte fino a oggi: dirette su i social, staffette per raccolta fondi, suonare a distanza etc, sono state tutte molto bellissime. Oltre a questo però, così a distanza, vedo difficile inventarsi qualsiasi cosa. Ci penso ogni giorno, ma è molto complicato, quindi ogni idea ed ogni cosa fatta in questo periodo le ho trovate ottime!”
Consigliaci un bel disco e/o degli artisti che hai avuto modo di scoprire o riscoprire in questa quarantena.
Beck HYPERLIFE ! E poi 2Dialogue, Ziliani, Daino.
Quali sono i tuoi desideri e le tue speranze per il futuro?
Il mio desiderio più grande è continuare a lavorare esattamente come facevo prima dell’emergenza, forse anche meglio, e con altre belle novità in vista. La speranza è che si torni il prima possibile a divertirsi in qualsiasi forma: cantando, ballando, viaggiando, incontrando gli amici e le persone belle! Grazie davvero Inside Music! Vi abbraccio forte <3
Redattrice web, milanese doc, scrivo e racconto la musica attraverso i miei occhi.