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Intervista a Caterina, da X Factor a Queste stanze piene

by Paola Pagni
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CATERINA è in tour per presentare il nuovo disco “IN QUESTE STANZE PIENE”, il suo ultimo album in cui gli arrangiamenti sono a cura di Clemente Ferrari, già produttore per Max Gazzè e Fiorella Mannoia.

Un viaggio tra leggerezza, empatia, sensibilità e consapevolezza, un turbinio di emozioni che confermano l’impronta delle canzoni di Caterina, che come un arcobaleno restano sospese tra la pioggia e il sole.

Partendo dalla piccola Val di Sole, passando per X Factor, a distanza di due anni dal suo primo omonimo album che ha superato i 3 milioni e mezzo di ascolti su Spotify, Caterina torna con il secondo lavoro in studio.

Uscito lo scorso 25 novembre, il disco è stato accompagnato dal singolo e videoclip “Causa affetto” e anticipato dai brani “La Promessa”, “Abitudini”, “La Vita Davanti” e “Povera me”, episodi che hanno consolidato gli importanti numeri di ascolti sulle piattaforme e confermato la cantautrice trentina tra i talenti del nuovo panorama italiano.

Forte da sempre di un’intensa attività live, che l’ha portata a realizzare concerti in tutta Italia con importanti aperture per artisti come Max Gazzè, Carmen Consoli, Irene Grandi, Cristina Donà, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Fulminacci e molti altri, Caterina è pronta a tornare sui palchi della penisola con i brani del nuovo album.

Abbiamo intervistato Caterina, che ci ha parlato di questo suo nuovo album e del suo percorso artistico

La casa, nei sogni viene spesso associata al sognatore stesso: queste stanze/brani sono quindi un modo per parlare di te?

Sicuramente sì. Ho capito che c’era questo mio bisogno, e “In queste stanze piene” è proprio una frase del singolo “Causa Affetto” che ha fatto da apripista all’album. Per me era molto esplicativa. Queste canzoni sono stanze di me che io ho aperto in questi due anni in cui le ho scritte.

Qual è, se c’è, la stanza/pezzo in cui fai o hai fatto più fatica ad entrare?

Proprio fatica no, perché comunque ogni canzone che arriva è una sorta di metabolizzazione di qualcosa, per cui quando si trova la chiave giusta, è giusto aprire la stanza e basta.

Queste stanze piene è un album molto bello, e soprattutto è molto “Caterina”: senti di aver trovato il tuo stile, la tua cifra artistica?

Prima ancora di fare uscire questo disco ho scritto un sacco di canzoni che ho buttato, per cui c’è stata una certa ricerca della mia penna e del mio modo di scrivere. Stilisticamente poi questo disco parte da pezzi indie pop, ma c’è dentro un po’ di rock e anche del gospel; insomma ci sono sonorità e colori diversi ma che alla fine tornano a quadrare tutti sulla mia voce e sul mio modo di interpretare ciò che canto. Diciamo che ho dato più carattere a questa parte, rendendola un filo conduttore.

Hai fatto molti live, soprattutto hai aperto molti concerti importanti: cosa ha significato questo a livello artistico?

Avere la possibilità di aprire concerti di artisti importanti, che comunque fanno quello che tu vorresti fare da grande, è sicuramente una grande scuola sotto tantissimi punti di vista. Perché ti trovi davanti ad un pubblico, che è lì in primis per ascoltare l’artista principale: la linea tra piacere e rompere le scatole è molto sottile. E poi è sempre una grande occasione poter scambiare parole ed imparare da questi grandi artisti. Sono cose che poi uno si porta dietro.

C’è qualcuno di questi artisti che ti ha stupito?

In generale io non sono una che parte con aspettative o tantomeno pregiudizi sulle persone, quindi non mi è mai capitato di avere grandi sorprese. Diciamo che sono anche stata molto fortunata, ho sempre trovato persone che comunque mi hanno consigliata e voluta bene. Posso dirti che con Max Gazzè e con il suo tastierista, che ha arrangiato sia il mio primo che il secondo disco, ho avuto una conoscenza più profonda che mi ha lasciato molto. Ma in generale non ho mai avuto brutte sorprese, ho trovato molti cuori d’oro.

Un’esperienza come quella di X Factor, ha segnato un prima e un dopo oppure è stata semplicemente una tappa di passaggio?

Sicuramente ha segnato un prima ed un dopo perché io durante il programma cantavo le canzoni degli altri; facevo cover, e non avrei mai pensato di essere in grado di scrivere. In questo senso quindi vedo proprio due percorsi ben distinti. Ma di certo se non fossi passata da lì, non ci avrei mai provato. Quindi in qualche modo questi due momenti sono molto legati. Senza l’esperienza di X Factor non sarei mai arrivata alla mia etichetta per esempio, che mi segue dal primo giorno, e che ha deciso di darmi fiducia. Adesso comunque scrivere le mie canzoni e lavorare con le parole italiane è molto diverso. Forse più difficile, ma dà anche tante soddisfazioni.

Hai davanti a te date fino a fine gennaio, quindi ti stai dedicando solo ai live?

Innanzi tutto sto puntando a riprendermi da un’influenza pazzesca! Quindi, oltre alla sopravvivenza, spero di andare in giro a fare promozione di questo disco e suonare. Diciamo che sto pensando principalmente a questo. Ma influenza a parte, sicuramente i live sono la cosa su cui sto cercando di concentrarmi in questo momento. Per me sono senza dubbio una delle cose che dà più soddisfazione. In questi anni ho visto delle facce tornare ai miei concerti, e penso che questa sia una cosa bellissima. Oltre che una conferma, perché dietro i numeri delle piattaforme streaming, è bello vedere anche persone vere.

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